Categoria: informazioni errate

Grandi monumenti che però ci spiace ma non esistono: prima puntata

Grandi monumenti che però ci spiace ma non esistono: prima puntata

Ecco la Torre di Tatlin, progettata nel 1919 dall’architetto russo Vladimir Tatlin su commissione del Dipartimento di Belle Arti e, si dice, di Lenin stesso. La torre doveva essere alta 400 metri, cioè 100 più della Torre Eiffel. Sarebbe stata quindi il più grande monumento dell’epoca. L’inaugurazione era prevista per il 1921. Ma la torre non fu mai realizzata. Per due motivi: a) per come era stata progettata, non sarebbe mai stata in piedi; b) si scopri che i costi di costruzione erano esorbitanti. Quello qui sopra è, infatti, un fotomontaggio. Ma ecco un disegno della torre costruttivista ma non…

Di quando Gaudì venne investito da un tram

Di quando Gaudì venne investito da un tram

Il 7 giugno 1926, a Barcellona, il celebre architetto Antoni Gaudì, mentre andava al lavoro, fu investito da un tram. Gaudì stava percorrendo a piedi la Gran Via de les Corts Catalanes verso il cantiere della Sagrada Familia quando, per distrazione, attraversò i binari senza guardare e venne così travolto da uno dei primi tram in attività a Barcellona. A sua discolpa aggiungiamo che in effetti i pedoni, a quell’epoca, non erano abituati a doversi preoccupare di poter finir sotto un treno mentre passeggiavano. Ma tant’è. Subito dopo l’incidente, Gaudì, svenuto, fu soccorso dal tramviere e da alcuni passanti. Però…

Questo è un luogo tranquillo

Questo è un luogo tranquillo

Ricevo ancora (poche) lettere di proteste da gente offesa perché la programmazione editoriale di questo blog si dirada sempre più. (Pochissime lettere, per la verità. Per lo più si tratta di pochi parenti preoccupati più per il mio stato di salute che della pubblicazione di contenuti). Mi spiace, ma questa è una strategia. Ambisco infatti a trasformare questo ambiente in luogo tranquillo e quieto ove pochi sparuti girovaghi possano rifugiarsi dalla velocità e dal baccano che imperversa nel resto dell’Internet e del pianeta in generale. Un luogo vuoto dal fracasso di informazioni superflue, opinioni non richieste, commenti ad alta voce,…

La traduzione della versione di latino all'esame di maturità

La traduzione della versione di latino all'esame di maturità

Studenti maturandi del liceo, supertecnologici quanto giovani amici, a me! A tempo di record, ecco la versione dell’esame di latino, di Tacito, già tradotta per l’esame che state facendo proprio stamattina: “Andiamo, o Tiberio, di corpo, andiamo coi virus, non meriti una dissimulazione: l’idea dell’anima di rigore; il sermone ha il volto intento ai quesiti interni del comitato, e con quei manifesti tergevi dalla defezione. I mutanti delle seppie dal luogo vanno in tandem al promontorio di Messina, alla villa dove L. Loculo quotava un dio. Il liceo si appropinqua ai supremi tali, ma in modo coperto. C’era un medico…

Nozionismo spicciolo sulla famiglia del filosofo Ludwig Wittgenstein

Nozionismo spicciolo sulla famiglia del filosofo Ludwig Wittgenstein

Tutti conoscono, almeno di nome, Ludwig Wittengstein, il filosofo austriaco, uno dei più famosi pensatori del Novecento, ma pochi, purtroppo, ricordano i suoi parenti. Fra questi, a mio avviso meriterebbe maggior notorietà il fratello Paul, che fu grandioso pianista, benché privo di un braccio, peraltro proprio il destro, perduto in battaglia durante la Prima guerra mondiale. Oppure il padre, Karl Wittgeinstein, miliardario, imprenditore dell’acciaio, uomo autoritario anche con i figli: un po’ troppo, forse, dato che dei suoi cinque figli maschi, fra i quali cercarva il discendente cui affidare l’impero industriale, ben tre si suicidarono, seppur non tutti assieme ma…

Storia notturna della filosofia occidentale e dei suoi rapporti con le vicende politiche e sociali

Ho sognato che era mattina presto e facevo colazione in casa mia con Platone e Bertrand Russell, ospiti non invitati, seduti in in cucina. Platone, nella sua comparsata, sembrava parecchio verosimile: indossava una tunica, puzzava di capretto selvatico e tentava di parlarci in un greco antico di cui io non capivo quasi nulla e Bertrand molto poco; però i miei due commensali riuscivano a litigare lo stesso, e alla fine si prendevano a schiaffi, rovesciando il bricco del caffellatte sul pavimento, e a me toccava pulire. Chissà cosa significa.

Sono Gesù

E va bene, lo ammetto. Ho cercato di farvelo capire, ma nessuno se ne è accorto. E allora basta: se non ci arrivate da soli, nonostante i tanti segnali e gli indizi che vi ho dato in questi anni, ve lo dico io, apertamente. Io sono il Messia. Ma sì, dai, è evidente: son Gesù. Esatto, sono lui. Insomma non proprio lui: quello là, il palestinese biondo, è rimasto in cielo, non andava bene, era un modello troppo antico e poco verosimile. Io sono Gesù 2: un altro, più moderno, più umile. Più schivo magari. Però con gli stessi incarichi:…

Finis Poloniae

“Finis Poloniae.” Così ha risposto stamane il farmacista del negozio sotto casa mia alla signora anziana che gli domandava con caparbietà per quale motivo la sua medicina preferita fosse uscita definitivamente e soprattutto senza preavviso dal mercato. Insomma perché mai l’azienda produttrice avesse deciso di non produrla più e buonanotte. Costui, il farmacista, ha pronunciato queste due parole, “Finis Poloniae” con gravità, allargando le braccia in un gesto da cerimonia religiosa. Io assistevo alla scena e pensavo tra me che non è facile, di mattina presto, ribattere a un farmacista che ti spiazza con un “Finis Poloniae” a sorpresa. Appunto…

Dell’avversione di Camus ai viaggi in automobile

Si dice che lo scrittore Albert Camus disprezzasse le automobili: evitava di guidarle (e per questo non prese mai la patente) ma soprattutto le riteneva sleali. Non c’era da fidarsi di arnesi come quelli. Lo pensò sempre, di sicuro lo pensò anche la mattina del 4 gennaio 1960, mentre si trovava seduto nel posto anteriore del passeggero su una vettura che andava, dritta dritta e in gran velocità, a sfasciarsi contro un platano, in una stradina di campagna nei pressi di Villeblavin. Cosa ci faceva in quella situazione incresciosa e ahilui fatale il celeberrimo scrittore tanto restio a salire su…