L'inevitabile resoconto della settimana di ferie trascorsa in montagna
Non ci piace la neve, disprezziamo gli affollamenti di persone, soffriamo l’altitudine, odiamo il freddo e come se non bastasse da tempo abbiamo rinunciato a sciare (in quanto siamo poveri e preferiamo evitare sia il noleggio o peggio l’acquisto delle attrezzature necessarie a tale sport nonché il pagamento dei costosi impianti di risalita): date queste premesse, non potevamo fare a meno di trascorrere un breve periodo di ferie in montagna. È stata un’esperienza onirica, sorta di autopunizione, sebbene non fosse chiaro cosa mai avessimo da espiare.
Come luogo d’alloggio abbiamo scelto un piccolo albergo a conduzione familiare, segnalato dall’insegna con due sole stelle, quasi un’ammissione di colpa, come volesse dire: più economico di me c’é solo il campeggio, ma d’inverno esso resta chiuso per ovvi motivi meteorologici, oppure le poco confortevoli panchine di legno ai giardinetti. A onore dei titolari della locanda va comunque testimoniato che il servizio è risultato dignitoso, l’ospitalità cortese, la camera addirittura pulita.
Nel corso della villeggiatura abbiamo tuttavia assistito allo spettacolo spassoso dei cittadini nostri simili alle prese con le circostanze a loro e a noi inusuali, con conseguenze spesso imbarazzanti. Il tronfio uomo di città, seppur dotato di a) abbigliamento pesante, b) calzature da alpinismo hymalaiano, c) automezzi tecnologicamente avanzati, ebbene egli non pare ancora in grado di vincere la natura, la quale si diverte lo stesso a a) farlo starnutire, b) rovinare per terra sul sedere mentre cammina sul suolo ghiacciato, c) tentar – senza successo – di montar le catene alle gomme per superare una salita imbiancata dal gelo e così via.
Ci siamo dunque limitati alla consueta osservazione antropologica, e poi alla convivialità di pasti caldi nei rari ristoranti a buon mercato. E a giocare a palle di neve, come bambini. Abbiamo persino realizzato un pupazzo, con una pigna a interpretare il naso, e i rametti secchi al posto delle braccia.
Famiglia von Borderline
Confuso, la prossima volta Le consiglio lo sci di fondo: troppo faticoso, economico, solitario e a contatto con la natura per essere praticato dalla specie da Lei cosi sapientemente descritta in una manciata di righe.
Una donna dolomitica.
(ma il fatto che, io mi veda come un’ entomologa, è grave?)
confuso
le confesso che la misantropia insita nello sci di fondo mi incuriosisce.
r3dz
montagna? bocciata!
in montagna s’indossano capi pesanti ad altà capacità termica che nascondono le persone ma, diamine, il corpo umano è stato progettato da dio per i bikini!!! (i maschi in montagna o al mare sono irrilevanti)
confuso
altà?
r3dz
e anche bassò. l’accento in questi tempi moderni è un punto di vista, come gli errori di digitazione, la scarsa attenzione, e la stupidità (mia-h).
mi pento e mi dolgo, confuso.
confuso
Bassò?
i_hate_music
bel blog : D
ciao
marcello
Matteo
Avete fatto tutto quello che si fa di solito, privando l’Umanità delle figure di merda che si fanno di solito. Quindi vi è convenuto in un certo senso, almeno a livello di autostima e dignità. 😀
confuso
Son cose.
gio
Ma dai, su, la montagna d’inverno è bellissima ! Anch’io non ci andavo da anni, e quest’anno ci sono tornata con la mia famiglia: mi ero dimenticata di quanto fossero incantevoli le cime innevate, il silenzio, le stellate. Quanto al freddo, ne avrei fatto volentieri a meno, ma tutto ha un prezzo.