Categoria: autoreferenzialità

L'artista che voleva lavarmi i piedi

Fra i tanti artisti incontrati nel corso dell’annuale sagra della creatività, tenutasi recentemente nella grande metropoli dell’Europa meridionale, quello che più mi ha colpito è stato il signore olandese che si offriva di lavare i piedi al pubblico per poi raccogliere l’acqua residua del lavaggio e quindi lasciarla evaporare ricavandone una sostanza che non potrei definire in altro modo se non come la “sporcizia dei piedi”, materia esigua, scura e granulosa con cui egli realizzava piccole sculture. Un’idea senza dubbio originale. Con professionalità e orgoglio, l’artista mi spiegava che nella sua vita ha dovuto lavare i piedi a migliaia di…

La materia, lo spirito e la ghiandola pineale

Ahimè, da stanotte, ancora una volta, il mio organismo sta cercando in tutti i modi di boicottare lo spirito di cui peraltro è un mero involucro. Temo peraltro che i due – corpo e spirito – si fingano rivali ma siano segretamente in combutta, e che mi detestino in egual modo. Insomma, come al solito, resto vittima innocente dei raggiri orditi da questa coppia di mascalzoni. Altrove mi si suggerisce di risolvere il problema con l’asportazione della ghiandola pineale, la cui presenza sarebbe causa del dualismo. Ma ho paura del dolore, e perciò invoco la clemenza dell’universo.

L'inizio della fine (o la fine dell'inizio?)

Oh, ecco che inizio a usare questo coso per quello che è, cioè un diario, un taccuino, chiamalo come ti pare. La lunghissima assenza ha sortito l’esito: oramai ha sterminato anche gli ultimi lettori, quelli più ostinati. Ora siamo soli io e te, caro il mio me stesso dei miei stivali, pronti a esporci al privato ludibrio dei semplici passanti, come un spettacolo di funamboli inesperti, improvvisato di fronte a un semaforo in una strada dove non passa quasi nessuno. Finalmente posso dirti tutto quello che penso di te, brutto scemo.

Attenzione: il grande rilancio di questo sito è imminente

La preghiamo, signor Confusa, non abbandoni il blog. Firmato: i suoi fans. Lo so che sei una persona sola e non tante, anche se ti firmi “fans” (con la esse, poi, ma vabbe’). Ma sappi che non abbandono: io resisto. Anzi. Ti svelo un segreto, visto che siamo qui a tu per tu e non è rimasto nessun altro ad ascoltarci, posso confidarmi. Siediti. Sto progettando il rilancio di questo sito che un tempo solcava gloriosamente le acque della blogosfera e ora invece giace in disarmo alla fonda come un vascello fantasma, [prego apprezzare la metafora, lo smalto c’è ancora…

L'elica delle curve verso la pianura

Tornando dall’eremo di montagna ove mi ero rinchiuso per un mese – il mese più caldo, quello dell’afa, il mese appena concluso, ma non divaghiamo – tornavo dagli eremi alpestri della clausura, solitario e alla guida della mia vettura, e in una magnifica mattina di sole scendevo con dolcezza l’elica delle curve verso la pianura, anzi sarebbe meglio dire verso l’abisso, il baratro della regione industriale, civilizzata e metropòlita, cioè la conclusione dell’estate. In quel mentre, con malcelato distacco, ascoltavo il secondo e poi il terzo movimento dalla quarta sinfonia di Gustav Mahler trasmessi alla radio quasi a volersi far…

Desertificazione completata

– Desertificazione completata, signore. – Eccellente, soldato! – Grazie, signore. Missione compiuta, quindi. Il blog è un deserto, il blogger non scrive più da oltre un mese. Non era mai successo. – Mi congratulo con lei soldato. – Dal 5 giugno, per l’esattezza, signore. – Bravo soldato! – Grazie, signore. – Pensare che un tempo questo sito era infestato da commenti e da post, ogni giorno, dannazione. – E’ una vergogna, signore. – Post di infima qualità, peraltro. – Non si preoccupi, signore: ora qui non vi è più traccia di vita. – Prima che legga il rapporto, mi levi…

Dispaccio da un breve viaggio invernale nella Liguria d’Occidente

Oggi siamo (ma perché mi do del noi? Vabbè, transeat, in tutta evidenza mi sto rincretinendo) oggi sono in vena di languori autoreferenziali. Sai che novità. Dunque, seguiranno quinci note sul recente quanto breve viaggio invernale nella Liguria d’Occidente, sui colli, ultimo confine con la Francia. Per quale motivo ho voluto recarmi ivi? Non si sa. Forse la ricerca di un luogo dell’anima. Oppure, intendevo andare da un’altra parte ma poi mi son perduto. O chissà, ero lì, in quella estemporanea villeggiatura presso una qualche stazione climatica, per motivi indicibili, e che tutto sommato non fregano a nessuno, manco meno…

Il mio primo incontro con l'eroina

Una delle cerimonie provata da credo molti anzi forse tutti i preadolescenti della mia generazione fu senza dubbio la visione forzata del film Christiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino a scuola (titolo storpiato da giovanissimi spettatori nel più breve e facile da ricordare Cristiana Effe allo zoo di Berlino). Lo scopo della proiezione: dissuadere noialtri, alunni delle medie, dodicenni freschi reduci delle elementari, dall’oramai inevitabile e forse già avvenuto utilizzo dell’eroina. Il bello è che io e la stragrande maggioranza dei miei compagni di scuola, in prima media, manco sapevamo cosa fosse, l’eroina. Tuttavia, lo spettacolo,…

Bio

Sono andato a visitare la fattoria: una fattoria bio, per l’esattezza. L’aggettivo bio, abbreviazione di biologico, si usa sovente di questi tempi, per indicare molte cose, fra cui anche, e nello specifico, l’agricoltura. Ora, pur non essendo io particolarmente esperto ne di aggettivi, né di biologia né di agricolture bio né di agricolture non bio (e nemmeno di agricolture in generale) posso dire, con un discreto margine di certezza, che le merci dell’agricoltura bio, di norma, sono più saporite di quelli dell’agricoltura non bio. Ma sono anche più rare, e quindi meno economiche. Giacché a quanto pare la produzione di…

Notizie sull'abolizione della realtà

Da raffinato flaneur con le pezze al sedere ma comunque nostalgico della decadenza mitteleuropea o di qualsiasi altra cosa che non conosca bene, mi vanto di leggere per la prima volta in vita mia un libro bellissimo quanto famoso, L’uomo senza qualità di Robert Musil. Inesauribile romanzone in due volumi per un totale di oltre milleduecento pagine nelle quali tuttavia non succede praticamente nulla. Insomma la trama risulta pressoché inesistente, e già questo, data la lunghezza dell’opera, sembra un miracolo. Ma non basta: molto spesso, di quello che il Musil (mi) sta dicendo o spiegando, non si capisce un tubo. E tuttavia lui, l’autore, inconsapevole o meno…