CONTRO IL SALONE DEL LIBRO E LE FIERE IN GENERE
Allora, sabato dovrei andare in Torino per nobili motivi, e naturalmente sarò in incognito, con naso finto e maschera da pulcinella per non farmi riconoscere. Tuttavia mi dicono – orrore – che proprio a Torino negli stessi giorni qualcuno abbia organizzato un colossale Salone del Libro visitato da trilioni di persone tra esperti del settore e semplici perditempo. Questa dell’affollamento imprevisto è una seccatura: pensavo di trovare poco traffico, ma immagino che i giornali ne parleranno parecchio (di questo salone, non del fatto che io vada a Torino) e quindi fiumane di gitanti si riverseranno sulla città come un’alluvione.
Siccome vorrei che invece fosse una giornata tranquilla, senza troppa confusione sui viali e senza code ai caselli, lancio questo monito a lettori e bibiliofili di tutto il globo terracqueo: non andateci, alle fiere. E’ tempo perso.
Mi spiego, e torno all’esempio del salone: che ci vai a fare? Io riesco capire che un commerciante, un editore, un libraio – insomma, uno che coi libri in qualche modo ci deve campare – possa recarsi a codesto salone del libro, diciamo così, per lavoro. Cioè per salutare il cliente, scambiarsi biglietti da visita col tale, bere un caffè col tal’altro, quelle menate là. Posso anche capire che ci vada un giornalista, che in un solo pomeriggio raccoglie le sue due o tre interviste ai passanti e così anche il telegiornale ha il suo bel pezzullo sul salone del libro (ecco, guardatelo in televisione – stai a casa).
Ma una persona normale come te o come me, dico, un mero lettore, insomma un plebeo che i libri si limita a leggerli e basta, anzi a comprarli: per quale ceppa di motivo dovrebbe andare a pagare otto euro otto e farsi pure la coda alle biglietterie? Otto euro per entrare in una libreria, ma siamo matti? Dovrebbero pagare te per convincerti a entrare, non tu loro! Le librerie stanno già in tutte le città d’Italia, vicino a casa mia ce n’è una piuttosto grande grande e ben fornita, e di sicuro ci troveresti molto meno casino che in una fiera.
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Sì, è vero, là non ci sono solo i libri ma anche gli autori: nella libreria sotto casa non è facile avere il brillante autore in carne e ossa che saluta dal palco, firma gli autografi e tiene la lectio magistralis su diosacosa. Ma una lectio magistralis ex cathedra magari con traduzione simultanea dall’inglese o dal lituano può anche esser poco divertente, sai? Può far venir sonno. E se la cosa va per le lunge rischi pure di appisolarti e allora sai che figura, russare a bocca aperta in prima fila nel bel mezzo di una lectio magistralis.
Insomma, amico mio risparmia tempo denaro e dolori ai piedi: non andarci a ‘ste fiere, che allo snack bar dei padiglioni si mangia pure male.
Vai altrove, ecco.
greatmonkey
Lo so che sarebbe infinitamente più trendy dire “quoto”. Ma siccome mi sembra una bella cagata,dire “quoto”,dico che hai ragione. All’antica.
personalitaconfusa
Son cose.
lofoten
Ma dai non preoccuparti ci saranno due o tre persone…
andnowforsomething
E poi trovi questo.
Alle volte..
utente anonimo
Al salone del libro quest’anno ci sono pure i cosplayers del TorinoComics !!!!! Ecco un ottimo motivo per andarci 🙂 Io sarò vestito da V per Vendetta… ci vediamo 😛
utente anonimo
hay demasiada gente, hace demasiado calor (o demasiado frío), te pisan, te empujan, hordas de infantes corren y gritan por los pasillos, no hay ofertas, peor: los libros están más caros que en las librerías, la señora de al lado no te deja ver la estantería que te interesa, la mitad de los stands son de libros de auto-ayuda, la otra mitad son de libros para niños, el fernet que regalan se termina cuando estás en la cola, el único libro que te interesa sólo puede pagarse al contado (y claro, lo que traes en el bolsillo no te alcanza y el cajero más cercano está fuera de la feria). en síntesis: un fiasco.
personalitaconfusa
giuro, ho capito quasi tutto. il fernet è il fernet branca?
utente anonimo
makkéddice ‘sto qui?
utente anonimo
scusa, ma il mio italiano scritto fa schifo. sí, chiaro: il fernet è il fernet branca, ma con coca-cola (credemmi: piú forte che il cuba libre).
severine
Non è vero niente, alla Fiera del Libro invece si cucca.
IRI
a me piace quella di madrid nel parco del retiro, è gratis e poi ti poi stendere sul prato
utente anonimo
Non sapevo che bisognasse comprare il biglietto per entrare! Grazie per avermelo detto, così evito di andarci e vado invece a farmi un giro al lago… (tempo permettendo!)
Wellina
Dania78
Non ci sono autori normali, al Salone del Libro, ci sono gli autori di Zelig (brrrrrr!).
P.s. ma la maschera di pulcinella era un travestimento? Sembrava così reale.
profondoblog
ma non ti danno gli assaggini agli stands?
orsodingo
evabbeh, ma fa curriculum, no?
Effe
mentre invece al Litcamp, per dire, tra lealtre cose c’è un magnum di Chianti da tre litri.
Son cose alcoliche
personalitaconfusa
E per entrare non si paga. Son cose.
lamondina
Ti cercherò vestita da pulcinella alla fiera del libro..
personalitaconfusa
OK, mi riconoscerai, io sono il bagarino che spaccia i biglietti omaggio ai minorenni.
ex-xxcz
Ma metterai la mascherina anche al LitCamp? 🙂
Io un salto in Fiera lo farei, anche se rompe un po’ che non ci sia modo di avere l’ingresso scontato (per un secolo hanno fatto lo sconto ai visitatori dotati di biglietto ferroviario e l’anno scorso c’era lo sconto anche per gli FNACisti)…
utente anonimo
Non c’è casino, non temere. Il LitCamp è lontano dalla Fiera…
Vieni? Dai…
Axell
IlaLuna84
In effetti otto euro per entrare in libreria mi sembrano giusto un tantino paragonabili a un furto! :O
Già io tendo a lasciarci un mutuo,nelle librerie…ancora mi chiederebbero di pagare per entrarci?
No, no. Seguo il tuo consiglio e me ne sto a casa! 😀
IYIarco
sei stato a Torino ???
come è andato l’incontro dai “nobili motivi” ?
ne è valsa la pena ?? … voglio dire, c’era figa ?
ciao, IYIarco
utente anonimo
si.
ma ti ho visto ieri.
in fondo la maschera di pulcinella non ti sta male, è che ti riconosco sempre per le stan smith.
utente anonimo
chissà com’è, non ho avuto dubbi.sono andata a colpo sicuro sulla foto che ti immortala con quel perplimente cappelletto. complimenti, belle mani.
Cosima
lofoten
dove caspita è sta foto.
ABS
La ggente i soldi li produce in modo poco nobile, e anche un po’ marrone, altrimenti non si spiega…
sarmigezetusa
insomma, daì vivo tu sei ancora più ganzo che da blog
brawo
😛
sw4n
(dal vivo ti riconoscerei al volo, roba già vista… :D)
utente anonimo
sulle fiera del libro ti dò ragione, su.. “BarCamp: un evento dove non ci sono spettatori ma solo partecipanti, un incontro con discussioni aperte e libere, con lo scopo di imparare dagli altri” credo sia un carinissimo incontro (mai sentito prima), ALLORA COM’è ANDATA?!??! RACCONTACI!!!!
ParzialmenteSclerata
http://www.spaces.msn.com/fuoco7
loska
Lettori: lui è quello che anche se ci sono 90 gradi ha la felpa invernale per colpa della ritorsione degli armadi ;D
utente anonimo
Io ai miei tempi avevo proposto una selezione all’ingresso per Galassia Gutenberg, di Napoli: un marchingegno che lasciasse entrare solo chi dimostrava di aver letto almeno cinquanta libri nell’anno precedente (vale anche per gli scrittori, i giornalisti, gli editori, etc.)
Gurrado
lofoten
Gurrado di che marchingegno trattavasi?
pitagoraswitch
Comunque alle fiere le case editrici vendono moltissime cose scontate (personalmente non ho mai visto cose che costassero più che in libreria), quindi se uno ha in programma di comprare, gli 8 euro si ammortizzano con 3-4 libri. Se uno invece non ha in programma di comprare niente, allora no 🙂
utente anonimo
X lofoten: scusa, ma gli indizi gli ignori (pigrona?, pigrone?). E’ già tutto in tavola, basta curiosare. Certo -ribadisco- il cappelletto del nostro mi lascia un po’ full metal jacket (aò, più de così!…)
Cosima
utente anonimo
@ Lofoten: Poteva anche solo trattarsi di un animosissimo cerbero che chiedeva il riassunto a caso di tre romanzi nella lista dei cinquanta presentati in precedenza dal candidato entratore.
Gurrado
zop
dal punto di vista del consumatore si ha accesso ai libri di tanti editori piccoli la cui distribuzione nelle librerie normali non c’è, visto che l’editoria è molto più ampia e incasinata di quel che arriva nelle feltrinelli, per fortuna o sfortuna. poi che alla fiera del libro tutti si ammassino negli stand di feltrinelli, mondadori, einaudi… questo è decisamente meno comprensibile.
utente anonimo
il giovedì (e il lunedì) non c’erano nemmeno gli autori. A me l’idea di entrare in una libreria sconfinata non è dispiaciuta, ma mi ha lasciato con l’impressione, per l’appunto, di aver pagato 8 euro per entrare in libreria.
p.
utente anonimo
Interessante il tuo blog, soprattutto belle le foto. Sono tue?
Sulla Fiera del Libro non sono d’accordo. Fiere che veicolano la cultura ci devono essere. E’ un modo per dare uno spazio anche a quegli editori che non hanno grandi mezzi e trovano nella fiera uno dei pochi canali di penetrazione.
Pensa che tristezza se tutti disertassero un evento del genere.
Poi il Litcamp è un’altra cosa, un’altra concezione, interessantissima (io sto vedendo tutti i filmati di RobinGood) ma che non potrà soppiantare definitivamente l’editoria tradizionale.
Ciao.
Fabrizio