La Festa della Quiete
Altro che pasqua e pasquetta. E’ stata indetta la Festa della Quiete, una sorta di primomaggio fai-da-te e senza code ai caselli. Una festività che solo il proprio calendario individuale prevede. Essa cade nella giornata feriale che più garba a chi ne usufruisce. La data può essere decisa in qualsiasi momento, tre mesi prima come la mattina stessa. Poiché non è prevista dal resto dell’umanità, in occasione della Festa della Quiete occorre richiedere un giorno di permesso per oscuri “motivi personali” (?). Se il vostro attuale impiego è tanto gravoso da non consentire licenze di questo genere, bè, o fai un mestiere divertente e molto ben remunerato oppure è probabile che a tua insaputa, sotto sotto, ti stiano fregando.
Caratteristiche della Festa della Quiete: essa cade nel bel mezzo della settimana lavorativa, mai di venerdì e mai di lunedì. Evitare compleanno, onomastico o altro anniversario. E’ importante che parenti, fidanzati, coniugi, colleghi e soprattutto genitori non ripeto non sappiano alcunchè della Festa della Quiete, pena l’abolizione di quest’ultima. Costoro ne approfitterebbero per coinvolgervi in altre attività, o peggio per rinfacciarvi che non fate un cazzo: la Festa della Quiete è di per sé una ricorrenza segreta. In particolare, le mamme sapendovi inoperosi vorranno a tutti i costi invitarvi a pranzo, cosa che la Festa della Quiete non contempla affatto. La Festa della Quiete esclude altresì trasferte, viaggetti e gite fuoriporta, benché possano presentarsi rare eccezioni.
Il programma della Sagra della Quiete può essere più o meno il seguente:
10.30. – Poltrire nel letto incuranti che il mondo là fuori sta lavorando alacremente per far crescere il PIL.
11.30. – Colazione lunga (circa 1 ora): in pigiama, lettura del quotidiano con sottofondo di musica classica. Osservare come da questo punto di vista una giornata feriale possa apparire pacifica e serena.
12.30. – Un’ora netta nella vasca da bagno con indotto di pisolino, bolle di sapone e libri mentre ancora una filodiffusione a scelta allieta lo scorrere del tempo. All’esterno, curioso che l’universo continui a produrre benissimo anche in vostra assenza.
13.30 – Cerimonia di toletta lenta e pigra. Segue altrettanto indolente attività domestica di ordinaria amministrazione.
14.30 – Pranzo alla comemipare: menù libero; è ammesso cibarsi con le mani e bere a canna dalla bottiglia.
15.30 – Disbrigo della posta elettronica ed eventuale breve tournèe sui blog preferiti o ove più vi sembri opportuno.
16.00 – Passeggio in città. Ad esempio, visita di una bella e fornita libreria che date le circostanze si presenta semivuota. Tra gli scaffali si aggirano solo studenti e altri celebranti della Festa della Quiete. Non è necessario acquistare alcunché (la Festa della Quiete è la vacanza meno costosa del mondo, come vedete)
17.00 – La Festa della Quiete, ohimè, sta per terminare. Presto anche gli altri esseri umani del pianeta verranno liberati e vomitati nel traffico dell’ora di punta. Conviene tornare a casa per concludere con l’ultima ora di ozio solenne al fine di poter affrontare la sera con aria molto ma molto riposata. Facoltativo rivelare al prossimo come si sia davvero svolta la vostra giornata.
utente anonimo
ciao confusino, mi piacerebbe tanto passare una Festa della Quiete con te: il giornale chi ce lo porta?
(p.s. ricordiamoci di tenere spenta la telefonella: in questa sacra ricorrenza è indispensabile)
occhivispi
Ho il sospetto che basti essere in due perchè la Festa della Quiete perda tutto il suo significato.
utente anonimo
fidati, non è così: io sono una delle più grandi teoriche (e pratiche) della F.d.Q.
fosse per me, ce ne sarebbe almeno -almeno- una al mese. l’importante è l’effetto sorpresa
utente anonimo
Esiste una variante più sofisticata e non per tutti: non chiedere affatto il giorno di permesso. Prerequisito indispensabile non avere l’obbligo di timbrare.
Quindi: rimani a letto con il cellulare acceso (e il silenziatore inserito). Ignori le telefonate e continui a dormire. Il messaggio che deve passare è: non rispondo perché sono tremendamente occupato, lasciate un messaggio. Segue tutto il resto del programma previsto per la Giornata della Quiete ordinaria.
A metà pomeriggio, scorrere l’elenco delle telefonate rifiutate. Concentrarsi solo sulle due o tre più importanti. Ritelefonare e, con voce un po’ agitata, anticipare l’interlocutore senza dargli tempo di fare domande (soprattutto se è il proprio capo), boffonchiare rapidamente qualcosa del tipo: “Scusa, sono incasinato di bestia oggi, ci sentiamo domani mattina per fare il punto”.
Riprendere il giro della Feltrinelli o del negozio di cd.
Verso le 17:00 fare una telefonata tattica in ufficio. Una sola, ma chiave: alla segretaria del capo, all’ufficio acquisti, al personale per un’informazione. Qualunque cosa che lasci traccia del fatto che non sei affatto scomparso. In altre parole, qualcosa a cui aggrapparsi, in caso di necessità, il giorno successivo, tipo: “…sì, infatti ieri alle 17 ne parlavo con l’ufficio acquisti…”.
Godersi l’aperitivo da soli, mentre la gente esce dagli uffici e ignorare quell’ultima telefonata che irrimediabilmente arriva dopo le 18. A quell’ora avete il diritto di essere già “usciti” dall’ufficio…
Una volta all’anno va fatto.
C.
tt
come-mi-piace.
personalitaconfusa
x c.: applausi:)
isabeide: il giornale è il problema minore:)
utente anonimo
C, sai che c’e’ ? Che la Fdq, esattamente come l’hai descritta, quando la fai la prima volta, poi ti scappa, di tanto in tanto, cosi’, per ristabilire l’omeostasi intellettuale…E quel che piu’ sorprende, non solo fila tutto meravigliosamente liscio ma addirittura ben presto ti accorgi che paga, professionalmente parlando, perche’ sei piu’ lucido, distaccato e diffondi qualche cazzata in meno di quelle – tante – fine a se stesse, giustificate solo dalla presenza coatta in ufficio o affini. quieto saluto, angela
02068449
aggiungo altre amene attività proprie della F.D.Q: creare compilation da ascoltare in macchina, telefonare agli amici intimi in orario di lavoro per farli partecipi, mangiare una torta, prendere l’aperitivo al tavolino del bar sotto casa leggendo un settimanale (l’espresso, il venerdì).
lotar35
dunque, per chi è bacato come me, che si sente un filino in colpa per chi sta lavorando, la GdQ funziona meglio se si è riusciti ad inventare una colossale palla (non necessaria nè richiesta) al solo scopo di mettersi in pace la coscienza: tipo….domani devo rifare la carta d’identità e già che ci sono vado dal dentista e poi (porca boia) accompagno la nonna ottuagenaria dal cardiologo. Non cambia nulla…ma mentre sono svaccato mi sento meno in colpa.
baci
andrea
burmashave
se si esclude il giro per blog il programma della sagra della quiete ha rappresentato la mia giornata tipo per 5 anni. se qualcuno è ancora in tempo consiglio a tutti l’università fuori sede! a pensarci adesso, qui in ufficio, mi viene un magone che non ne hai un’idea. quasi quasi vado a casa e mi faccio un pomeriggio della quiete. vale?
utente anonimo
Angela: poiché mi sono firmato non potrei mai ammettere di applicarmi con discreta regolarità 🙂
Sai mai.
Anzi, nego di averlo scritto il commento.
Anzi, io nemmeno li leggo i blog, figuriamoci in ufficio!
C. (o chi per lui…)
utente anonimo
ehi, la mia era una confessione personale, in realta’. Anzi, una dichiarazione, anzi, gia’ che ci siamo, una consulenza (e cosi’ torno a far profitti…) Oh, scusa C., non ti disturbo piu’, che sei oberato.angela
sphera
Io me ne concedo tre o quattro all’anno, di media, esattamente come le hai descritte. Solo che per me devono comprendere anche la serata, per essere davvero GdQ.
Quindi niente uscite sociali, ma un pigro lasciar trascorrere il crepuscolo al tavolino del bar in piazza o coi gomiti appoggiati al davanzale, o sulla sdraio in terrazza guardando per aria e uno, o due, o esagerando anche tre film intervallati o sovrapposti a cena alla comemipare. Il telefono è assolutamente bandito dall’intera giornata.
Effe
Egoisti.
Dico davvero.
E insensibili, anche.
Ai disoccupati, non ci pensate?
Rivendico una Festa dello Stress in loro favore.
Una giornata in cui ci si sveglia al mattino presto, si ingolla un caffé amaro (chi ha avuto tempo di comprare lo zucchero?), ci si catapulta nel Traffico dello Stress in competizione con altri Festaioli per il Posteggio Che Non C’é, si passa tutta la giornata tra inutili scartoffie mentre fuori splende il sole, tra colleghi ebeti (non più di te, comunque) e telefonate a cui non è possibile non rispondere.
Il tutto intervallato da una pausa pranzo alla comegliparealbarista.
Magari si potrebbe organizzare lo scambio di ruoli in occasione della Festa della Quiete, che così corrisponderebbe alla Festa dello Stress.
Il Paese non si acccorgerebbe delle sostituzioni, il Dirigente Aziendale neppure.
Mogli e Mariti, chissà.
Acquadolceesalata
Effe mi ha letto nel pensiero. E’ da tre mesi infatti che Festeggio la “Giornata della quiete”…da quando abbiamo chiuso i battenti…Ogni tanto, non troppo spesso pero’, mi offro per una “Giornata dello stress”…:) Acqua
utente anonimo
Qui a Napoli diciamo: “intalliarsi”. Prima, quando la mia vita non era allietata da 2 tirannici pargoletti, la domenica mattina mi intalliavo tra la tazza, il caffè, il pane con il sugo, il pigiama, il niente…..
Ora l’intalliamento mi è precluso: la Festa della Quiete presuppone un luogo dove esercitare l’intalliamento.
La mia casa ormai è inadatta: il ruolo di mammo non lascia spazi….. il dramma è che mi sto pure compiacendo un po’ di quello che dico.
Acc!
GF
personalitaconfusa
Herr Effe, lei è impagabile:)
MasterAndDisaster
Concordo appieno con la giornata!! e sono riuscita anche a farne una giovedì scorso. Peccato che fossi febbricitante e distrutta di stanchezza..
ciaso MAD
Effe
Dott. Confuso, guardi che si sbaglia. Accetto contanti, bonifici e assegni circolari (no bancari). Lo so, questa era un po’ scontata. E che ci sono i saldi.
LadyK
ANche io me ne concedo una ogni tanto. Farei a meno delle faccende domestiche, ma camminare tra i giornali e cercare una forchetta pulita diventerebbe troppo faticoso. Il bello è che non devo chiedere né permessi né certificati medici: basta la scusa di un mal di testa.
laele
Quiete è una donnina scaltra che è molto contenta che ci sia qualcuno che la festeggi tutti i giorni.
laele
bè, lascia pur perdere lo scaltra.
nomnoooh
io in quiete sto provando a starci ogni giorno. mi sveglio e ho una nuova giornata da organizzare. oppure no. é dura quando non vedo altri quietisti intorno a me. poi mi sento strana.
utente anonimo
hai appena descritto la mia vita…. ma come ha fatto?….
PJR
Avete presente quando a fine cena coi parenti ci sono i pasticcini? E sebbene il nostro fisico li tollererebbe tranquillamente tutti, se ne prendo due al massimo tre e ci si finge sazi. Propongo dunque per la GdQ: comprarsi un vasoietto di pasticcini e, lentamente, mangiarli tutti da solo. Tutti. Fa un po’ nanni moretti ma vuoi mettere la soddisfazione?
beat
assomiglia inquietantemente alla mia giornata tipo.. devo cominciare a preoccuparmi?
personalitaconfusa
Urca, non credevo che noi Quieti fossimo tanti 🙂
utente anonimo
Io nelle mie giornate della quiete frequento i negozi che vendono tutto a mille lire (0.50), negli altri giorni non ci entrerei mai.
chickcorea
Anche io pratico la Festa dela quiete molto spesso, con qualche variante (niente pc ne musica classica ne tv ma chitarra in mano per almeno due ore e un bel libro). Il mondo ai quieti!
personalitaconfusa
Sì. Quieti di tutto il mondo, unitevi! (Sabotiamo gli irrequieti!)
utente anonimo
confusinoi qua si l’inquietudine
chickcorea
Meno stress, più farfalle, meno chiacchere alle spalle….
utente anonimo
che dirti…da buon napoletano sono il massimo esponentedi questa festa…..
busillis
viva la festa della quiete. fantastica descrizione di riti beati 🙂 ciao
gilgamesh
Perchè, c’è qualcuno che non ha mai celebrato almeno una giornata del genere in vita sua? Ma povero…
utente anonimo
Io amo le feste della quieteee!!!
utente anonimo
a volte nella festa della quiete, può capitare che ci sia un temporale e che il sonnacchioso festante se ne stia tutto il giorno in casa al calduccio, a leggere, scrivere, vedere film e gioire della sua inoperosità pensando al mondo bagnato e freddo che c’è fuori.
utente anonimo
La Festa della Quiete non funziona un granchè se si vive in casa con i genitori:
1) se si ha la sfortuna di condividere la camera da letto con fratello/sorella, il vostro consanguineo farà comunque il maggior casino possibile per svegliarvi.
2) nel caso vogliate tirarla lunga con la colazione, la cara mamma (nel caso codesta sia casalinga/pensionata vi lancerà uno sguardo bieco biascicando: “fai colazione a quest’ora????? ma fra un pò si mangia…..”
3) lo stesso vale per il bagno rilassante: dopo 5 minuti comincerà a bussare chiedendo “ma ti sei persa??? sei sempre chiusa in bagno!
4) cercate di polleggiare spegnendo temporaneamente il cervello e facendo zapping a manetta, ma la mamma casalinga/pensionata proprio in quel preciso istante deve pulire dove siete voi
5) dopo varie peripezie e tentativi di santificare la Festa della Quiete, arrivati a sera se qualcuno si arrischierà a chiedervi “com’è andata oggi?” subito qualcun’altro risponderà al vostro posto con un “certo che si è riposata, non ha fatto niente tutt’oggi!!”
Credetemi, non è facile……..
by Silvia
personalitaconfusa
Solidarietà alla compagna silvia;)
utente anonimo
Per coprire in ufficio la GdQ propongo il metodo che abbiamo instaurato con i miei colleghi: se il capo (o chi per lui) chiede dov’ é colui che quel giorno si e preso la sua GdQ, noi rispondiamo: “é dal cliente”, “é appena uscito per andare da un collega”, “é in bagno”, “é in riunione”, ecc… Ognuno ha il diritto di usufruire della copertura.
Ciao! Seymourglass
rudybelcastro
Geniale 🙂
akiro75
la festa della quiete dovrebbe esser d’obbligo, altro che togliere le feste… bisogna aggiungerle ai poveri e toglierle ai ricchi che tanto ne hanno troppe.
ciau
Akiro
pixel78
Fantastico pensare che odio tutte le altre feste (che driblo alla grande) questa sarà l’unica del mio calendario da ora in poi :-)) Barbara
utente anonimo
magnifico! ogni tanto la festeggio anche io ma non sapevo che era la Festa della quiete. D’ora in poi ne sarò consapevole e la celebrerò meglio. Grazie,
Bruna