IL RUOLO DI AMANDA LEAR NELLA STORIA DELL’ARTE
CONTEMPORANEA

Salvador Dalì trascorse buona parte dell’estate del 1967 nel giardino della sua villa a Cadaqués osservando il volo delle mosche, che come è noto sono assai numerose e attive nei pomeriggi caldi della Spagna meridionale: ce lo racconta Amanda Lear, all’epoca ventenne e residente presso l’abitazione del celebre ma oramai anziano artista e della di lui moglie.

Cosa ci faceva Amanda Lear, indossatrice e aspirante soubrette in casa di un intellettuale surrealista? Nulla. Assolutamente nulla. Dalì la teneva in casa come si fa con un animale domestico, un gatto o un cane. Le dava da mangiare, la portava a spasso, provò ad insegnarle la pittura peraltro con pessimi risultati. Decise quindi di servirsene per distrarre la moglie, in cerca di dame di compagnia con cui conversare nei momenti di noia quando lui si appartava per dipingere.

Restano del tutto infondate le dicerie sulla tresca fra la discepola e il Maestro, troppo innamorato della consorte per concedersi al tradimento. Ma fu proprio Dalì a suggerire alla giovane mannequin di sfruttare l’equivoco di quella sua voce tanto cavernosa per diffondere il mito di una mai avvenuta operazione per il cambio di sesso, al fine di far parlare di sé dalla stampa e dai curiosi. Il destino gli diede ragione: da allora la carriera di Amanda decollò, prima come cantante, con una discografia culminata nel travolgente successo di vendite di brani come "Voulez vous un rendez-vous Tomorrow" e "Ho fatto l’amore con me"; poi in età matura con un lungo curriculum da conduttrice di varietà per televisioni private regionali e nazionali soprattutto italiane. Riuscì persino a presentare i suoi quadri, in mostre personali parecchio affollate quanto (lo dicono i critici) dimenticabili.

Da tutta la vita, Amanda si vanta della sua amicizia con Dalì: quando la intervistano, la citazione di quegli anni salta fuori puntuale. Ci ha scritto pure una biografia, distrattamente autorizzata dal Vate in un momento di oblio, alla vigilia della morte. Le mosche di quella estate a Cadaqués invece sono state immortalate per sempre, in trasparenza, ai piedi di una Venere di Milo nella visione del famoso Torero allucinogeno, l’ultimo capolavoro di Dalì prima del declino verso la vecchiaia.

19 Comments
  1. exxxanonimo

    Che bella questa storia… e che bella Cadaqués, e che bravo Dalì, e quanto ad Amanda… bé… bah.. booooh?

  2. utente anonimo

    Anni fa lessi delle interviste della squinzia, non mi ricordo se in una rivista o in un libro (tanti anni sono passati sotto i ponti e l'Alzhiemer avanza…). Ella sembrava voler far credere di essere stata l'amante del Maestro e di chi sa quanti altri artisti e pseudo-tali che circolavano dalle parti di Cadaqués…
    Ibadeth
    (ildiariodisusanna.blogspot.com)

  3. Bostoniano

    Meraviglioso, come tutti i tuoi pezzi di argomento artistico. L'unico neo è che Cadaqués, essendo sulla punta orientale estrema della Catalogna, non è Spagna meridionale (il che non elimina né calore né mosche).

  4. PICCHU

    Sarebbe stato bello se in un momento di sconforto, Dalì avesse reciso un orecchio alla bionda.

  5. zauberei

    Mi sta simpatica amanda – in ogni caso, ha saputo sfruttare con maestria la questione dell'operazione senza attacare pipponi etc. Il suggerimento fu ganzo – ma riuscire a mantenerlo vivo e obliquo fino a ballando con le stelle è ganzerrimo.

  6. utente anonimo

    io sono amica di Pippo Scianè, autore di croste inguardabili e sconosciutissimo.

  7. diamonddog

    No però dai Amanda Jones è stata un'icona anche di certi ambienti musicali (la copertina dei Roxy Music, alcuni video clip ancestrali, ecc.).
    Sarà un capannone ma non è legata solo a Dalì.

  8. utente anonimo

    Certo che per Amanda non dev'essere stato facile passare Dalì in Spagna a qui in Italia.

  9. dalbivio

    Vorremmo timidamente chiedere all'utente anonimo del commento #10 di inviarci qualche battuta delle sue, se ne ha altre, e l'autorizzazione a riutilizzarle. Vorremmo averla scritta noi, quella Dalì a qui.

    @ bostoniano: dipende un po' da che parte la si guarda, la Spagna, non
    credi?

  10. utente anonimo

    Salvadoooooorrrr

  11. utente anonimo

    Salvadore che mi piace a tutte l'ore.

  12. utente anonimo

    Perdonami ma scuote molto più la Marzotto per Guttuso.

    Fa un po', come dire, Nerogiardini per Gucci.

    Boh.

  13. utente anonimo

    mi piace enormemente il commento al piano 14°

  14. essered

    "la bagarre" è un pezzo di alta classe. rispetto per amanda.

  15. utente anonimo

    Amanda Dali

    Amandali

    Amandalear

    Azz, se non e' poesia questa

  16. utente anonimo

    ciao 🙂
    "La mia vita con Dalì" non è male. A me è piaciuto parecchio, anche se lo comprai col beneficio del dubbio. Beh, mi sono ricreduta. Offre molti spunti e racconta diversi aneddoti della vita del Maestro che in altre biografie non ci sono, non tanto per mancanza di completezza, quanto per mancanza di una stretta convivenza e amicizia. Non ci ho trovato assolutamente nulla di spocchioso, lei stessa racconta del suggerimento datole da Dalì riguardo la sua sessualità.
    se c'è qualche appassionato di Dalì, vi indico questo forum esclusivamente daliniano:
    http://salvadordali.forumattivo.com/forum.htm

    ciao a tutti!
    Chiara

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