Gentilissimo

Gentilissimo

Ho deciso, faccio un voto, o una promessa. Per una settimana sarò gentilissimo con il resto del mondo. Anche se lui non se lo merita. Si tratta dunque di un esperimento: mi obbligherò a rispettare tutte le norme comportamentali della buona educazione. Ogni mattina saluterò sorridendo tutte le persone che conosco, anche quelle accigliate o dall’apparenza ostile. Se otterrò un qualche genere di risposta che non sia un grugnito, gli domanderò persino come stanno. Ma resterò sempre attento a non sembrare invadente – o scemo, giacché basta un momento di disattenzione per sorpassare il sottile confine che distingue il premuroso…

La materia, lo spirito e la ghiandola pineale

Ahimè, da stanotte, ancora una volta, il mio organismo sta cercando in tutti i modi di boicottare lo spirito di cui peraltro è un mero involucro. Temo peraltro che i due – corpo e spirito – si fingano rivali ma siano segretamente in combutta, e che mi detestino in egual modo. Insomma, come al solito, resto vittima innocente dei raggiri orditi da questa coppia di mascalzoni. Altrove mi si suggerisce di risolvere il problema con l’asportazione della ghiandola pineale, la cui presenza sarebbe causa del dualismo. Ma ho paura del dolore, e perciò invoco la clemenza dell’universo.

Storia notturna della filosofia occidentale e dei suoi rapporti con le vicende politiche e sociali

Ho sognato che era mattina presto e facevo colazione in casa mia con Platone e Bertrand Russell, ospiti non invitati, seduti in in cucina. Platone, nella sua comparsata, sembrava parecchio verosimile: indossava una tunica, puzzava di capretto selvatico e tentava di parlarci in un greco antico di cui io non capivo quasi nulla e Bertrand molto poco; però i miei due commensali riuscivano a litigare lo stesso, e alla fine si prendevano a schiaffi, rovesciando il bricco del caffellatte sul pavimento, e a me toccava pulire. Chissà cosa significa.

Invito agli aspiranti scrittori affinché smettano di leggere (e magari anche di scrivere, se ci riescono)

Il fondamentale consiglio erogato da ogni insegnante di scrittura ai suoi allievi, di solito, non è, come sarebbe ragionevole aspettarsi, quello di adoperare la punteggiatura con proprietà. Né quello di badare all’ortografia o alla sintassi. Pare strano ma il più ripetuto fra i consigli dati agli aspiranti scrittori è un altro: leggete. “Volete scrivere bene? Leggete più che potete. Leggete come matti.” “Leggete, così imparate a scrivere meglio. E poi dopo – ma solo dopo, per carità, non prima! – scrivete.” Eccolo là. E bravo il nostro maestro. Gli domandate di insegnarvi una cosa, e lui vi risponde di farne…

Memoriale dell'assedio a un castello gonfiabile

Per motivi difficili da spiegare sono mio malgrado costretto a passare un pomeriggio in una ludoteca per bambini di età inferiore agli anni 5, qui riuniti per celebrare il compleanno di un loro coevo. Il luogo in cui ci troviamo è una sala di circa cento metri quadrati, presa a nolo dai familiari del festeggiato, e consiste in un recinto dotato di attrazioni quali un castello gonfiabile, alto tre metri con scivolo incorporato, e in una grande struttura a gabbia, una specie di voliera suddivisa a sua volta in una piscina di sfere in plastica variopinta e altri ambienti collegati…

Invocazione di un supplice alla Dea Bendata

Giunge nell’esistenza di ciascuna persona, a questo mondo, un momento in cui è finalmente lecito aspettarsi l’avversarsi di quel fenomeno che in linguaggio scientifico è altrimenti noto come “una bella botta di culo”. Si tratta certo di un fenomeno raro, ma non rarissimo. Io stesso ho potuto assistere mentre esso accadeva. Naturalmente accadeva non a me direttamente ma a terzi, ci mancherebbe, però ne sono stato spettatore, in non poche occasioni, seppur non beneficiandone. Non voglio certo dire che non mi siano capitate, nella vita, alcune fortune. Ma queste fortune risultano differenti dalla succitata botta di culo. Mi è infatti…

L'arte di fare la spesa al supermercato nei fine settimana

E’ oramai mio costume andare al supermercato il sabato pomeriggio, come milioni di altri umanoidi su questo pianeta: io, però, mi distinguo dalle plebi. Fra le corsie, piloto spericolatamene il carrello in mezzo alla folla inforcando gli occhiali da sole, anche dopo le cinque, quando fuori è buio. Già per questo atteggiamento spicco rispetto alle masse che infatti, quando sono sulla mia traiettoria, si spostano guardandomi con preoccupazione. Inoltre in tale occasione altero le percezioni sensoriali. Sono isolato dalla fluida realtà sonora circostante, ho la mia colonna sonora personale, giacché ho le cuffie alle orecchie, e in esse risuonano le…

La triste vicenda di un innocente deportato dal destino

Persevero dunque nell’ordire la trama autobiografica. Mi spiace, sono cose che capitano. Dunque ero a Genova, senza sapere di esserlo: avevo solo nove anni quando i genitori, raggianti, mi annunciarono che avrei dovuto lasciare la scuola, i compagni, le amicizie, gli affetti, i colli, il mare, l’amata e solatia Liguria per traslocare, insieme a loro, a Milano. Nell’apprendere la notizia, restai perplesso. Non sapevo cosa dire. Mi venne fuori solo una domanda istintiva: e che cosa sarebbe, questo Milano? E’ una grande e bellissima città – mi venne risposto – con luci, grattacieli, fabbriche, panettoni e fumi colorati nell’aria, vedrai che…

Sull’atroce vicenda che mi occorse a scuola in prima elementare

Non serbo alcun ricordo del primo giorno di scuola, so solo che si svolse nel minuscolo borgo marinaro alla periferia estrema di Genova, paesello ove trascorsi la puerizia e di cui già ti dissi. Ignoro se la dimenticanza del debutto stia ad indicare un trauma infantile: mi auguro di no, spero sia solo colpa della poca memoria. Di certo, quel giorno e nei successivi, indossavo un grembiule nero con colletto bianco, come tutti i compagni, e la gassa di un fiocco blu, che per le colleghe femmine diveniva rosa. Tale assurdo abbigliamento era inderogabile, almeno nella scuola pubblica che frequentavo,…