Categoria: autoreferenzialità

Etnoantropologia olistica dei trasporti pubblici all’ora di punta

Ogni mattina, quando prendo l’autobus, tutti i posti a sedere sono occupati. Tutti i passeggeri (tranne me) indossano cuffie auricolari e occhiali da sole, e per tutta la durata del viaggio, si ignorano fra loro e consultano avidamente ciascuno il suo telefono cellulare di ultima generazione (uno di quelli capaci di navigare su internet, munito di schermo toccabile). Per questo motivo, sull’autobus vige un silenzio spaventoso. Una volta – ma accadde una volta sola, poi basta – è salito sull’autobus un bigliettaio. Di solito i passeggeri, negli autobus normali, temono i bigliettai (li temono soprattutto i passeggeri sprovvisti di biglietto)…

Il peggior libro mai scritto

Sto leggendo il peggior libro mai scritto. O almeno il peggiore fra quelli da me letti sino a oggi. Va detto: si tratta di un’opera di enorme successo. Zilioni di copie vendute in tutto il mondo. Molti, moltissimi mi hanno suggerito di leggerlo: “Vedrai, vedrai che roba.” E tuttavia, il consenso del pubblico e la qualità della prosa non sempre vanno d’accordo, si sa. Sul piano puramente letterario, questo resta un libro ripugnante, scritto malissimo. Viceversa, sul piano narrativo, è di una noia spaventosa: una sequela di argomentazioni ovvie, già dette, già sentite, comunque reiterate senza pietà. Dicono che questo libro vanti un altro record, oltre a quello,…

Mi scuso ma al momento non ho nulla di intelligente da dire

Entro in scena con aria fintamente afflitta, il polso poggiato sulla fronte, per ammettere con candore che neppure oggi ho alcunché di intelligente da dire. Oddio, non che in passato abbia detto, o scritto, cose spaventosamente intelligenti, anzi. Ma tacere mi secca, di questi tempi mi sembra una pratica poco chic, fuori moda, ecco. Mannaggia, e adesso che faccio? Eppure anche io dovrei serbare, da qualche parte, un mio parere sul tale argomento di cui tutti discutono, un brillante intervento su un tema di attualità (o di economia, di politica, di filosofia contemporanea, di innovativi scenari tecnologici, di stile, di cinema e musica d’avanguardia…

L'inevitabile resoconto della settimana di ferie trascorsa in montagna

Non ci piace la neve, disprezziamo gli affollamenti di persone, soffriamo l’altitudine, odiamo il freddo e come se non bastasse da tempo abbiamo rinunciato a sciare (in quanto siamo poveri e preferiamo evitare sia il noleggio o peggio l’acquisto delle attrezzature necessarie a tale sport nonché il pagamento dei costosi impianti di risalita): date queste premesse, non potevamo fare a meno di trascorrere un breve periodo di ferie in montagna. È stata un’esperienza onirica, sorta di autopunizione, sebbene non fosse chiaro cosa mai avessimo da espiare. Come luogo d’alloggio abbiamo scelto un piccolo albergo a conduzione familiare, segnalato dall’insegna con due sole stelle,…

Al planetario

Siamo stati al planetario, luogo di un’altra epoca, cinematografo delle stelle. Il biglietto costa poco, noi di questi tempi ci accontentiamo della curiosità, e quindi. Dall’esterno, il planetario si presenta come un edificio sacro, un tempio sormontato da una cupola. Dentro, nel concavo della volta, viene proiettato il cielo come esso si mostrerebbe ogni sera se le luci artificiali della città moderna non ci impedissero di vederlo. Entriamo nel planetario, una semisfera senza finestre, e ci accomodiamo sulle sedie girevoli in legno da cui osserveremo lo spettacolo sul soffitto. La sala si sta ancora riempiendo e resta illuminata in attesa degli ultimi arrivi,…

Fui blogstar

“Quello che un tempo fu il blog più linkato d’Italia, fenomeno di massa e di costume, è aggiornato con minor frequenza mantenendo una godibilissima qualità di scrittura che funziona anche in versione tascabile . Ci riferiamo – ovviamente – a Personalità Confusa. Ci fu un tempo che qualsiasi cosa leggevi ti spuntava un pezzo di colore, un’intervista, un best of di questo blog. Il suo autore era universalmente osannato, e fu prontamente battezzato nostra blogstar nazionale. Tanto che tutti i blogger prima o poi ne hanno imitato stile e contenuti, invano.” T. Pintacuda, Censimento web letterario, luglio 2009

    Mattinale

    Oh, rieccoci qua: ho deciso, d'ora in poi userò queste pagine nel modo più adatto, cioè quello di diario, giorno per giorno. Ma non ti preoccupare: trascorro una vita avventurosa e sono certo di poter catturare la tua attenzione con questa grande narrativa d'azione. Ad esempio stamane mi sono alzato al suono della sveglia, ho fatto la colazione con té e biscotti, poi mi sono lavato sotto la doccia e mi son rasato con lentezza ascoltando le notizie alla radio. Ho rimesso in ordine il letto, indossato alcuni abiti presi a caso dall'armadio, annodato una sciarpa al collo e inforcato…

    Confuso incontra il suo lettore

    – Et voilà! Eccomi qui caro lettore per il nostro spettacolino giornalier… – Avanti, Personalitaconfusa, sentiamo un po’ cosa hai da dire oggi. Forza. – Sì, certo, subito.. wwww… lux aeternaaaaaa… – Cos…? – No, non è nulla, solo un capogiro, scusa. Allora, vediamo un po’… Oggi, siore e siori, post sulla tassonomia dei panettieri ah ah, per esempio c’è il panettiere antipatico, quello simpatico… (mentre parla inciampa nella stringa slacciata e cade a terra, di faccia) – Oddìo, ma sei a pezzi! Drogato alle nove del mattino. (rialzandosi) – No, no, che dici? Sto benissssimooo… uugrvbxuh… – Dai avanti. Dimmi…

    Lettera da una mucca di peluche

    Questa è una lettera che ho ricevuto veramente. Mi ha fatto sorridere e non posso fare a meno di pubblicarla. Grazie alla lettrice Carlotta, proprietaria della mucca di pezza mittente. Ciao, sono una mucca di quattro anni per un metro di lunghezza, nata – mi dicono – alla fattoria Trudi; cresciuta felicemente con le  amorevoli cure dell’amica Carlotta. Non ho un nome, perché Carlotta dice che a quelli che ama dà moltissimi nomi o nessuno, e così mi chiama Mucca Muccona. In famiglia abbiamo anche la Gatta Gattona con cui ultimamente ho fatto amicizia: sai, lei è auto-mobile e una…

    Non fare come Freddy

    Freddy aveva imparato ad usare il pc grazie ad uno di quei corsi d’informatica considerati tanto di moda nei circoli per anziani. La prova finale del corso consisteva nel crearsi un blog e Freddy la superò egregiamente con il suo freddy15.blogspot.com. Le giornate passavano veloci davanti al monitor del computer della internet room della casa di riposo in cui Freddy viveva. Ogni giorno Freddy raccontava la sua vita attraverso il blog, con cui aveva stretto un rapporto sempre più morboso: “Sto guardando fuori dalla finestra il parco che circonda questa mia senilità, il tempo scorre e c’è una sola differenza…