Etnoantropologia olistica dei trasporti pubblici all’ora di punta
Ogni mattina, quando prendo l’autobus, tutti i posti a sedere sono occupati. Tutti i passeggeri (tranne me) indossano cuffie auricolari e occhiali da sole, e per tutta la durata del viaggio, si ignorano fra loro e consultano avidamente ciascuno il suo telefono cellulare di ultima generazione (uno di quelli capaci di navigare su internet, munito di schermo toccabile). Per questo motivo, sull’autobus vige un silenzio spaventoso. Una volta – ma accadde una volta sola, poi basta – è salito sull’autobus un bigliettaio. Di solito i passeggeri, negli autobus normali, temono i bigliettai (li temono soprattutto i passeggeri sprovvisti di biglietto)…