Del perchè a settembre non racconto mai a nessuno le mie vacanze
Si pone il grande dilemma di questo periodo. Posso argutamente osservare che in questi giorni di confine tra la fine d’agosto e il comincio di settembre, al rientro nell’urbanità quotidiana, la maggior parte della persone, al momento di trovarsi a conversare, pretenda di raccontare le proprie (interessantissime e meravigliose) vacanze ad amici e colleghi. I quali, tuttavia, a loro volta vorrebbero raccontargli le loro, anziché stare ad ascoltare di quelle altrui di cui tutto sommato gli importa assai poco, sebbene non lo diano a vedere.
In tali casi preferisco risparmiare al prossimo la tronfia autoreferenzialità di cui egli invece mi indonda e rassegnarmi all’ascolto, cercando di carpire, tra le sue vanterie, rare informazioni utili sulla geografia, sul funzionamento dell’universo, sull’antropologia contemporanea, sulle miserie della comunicazione orale.
Anche me peraltro le mie vacanze interessano poco, o per meglio dire, poco mi interessa raccontarle a terzi: so già come sono andate, quindi non impararerò nulla di nuovo dalla mia stessa esposizione. Tutt’al più, per esse posso provare rimpianto perchè son finite.
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