L'intrepida allegria del cinema contemporaneo

Iersera sono stato al cinema a vedere L’intrepido, il nuovo film di Gianni Amelio, bravissimo regista seppur non esattamente specializzato nel dispensare allegria a mazzi. In questa nuova opera dell’Amelio il protagonista è un cinquantenne disoccupato cui le cose in famiglia non girano proprio benissimo: la moglie lo ha lasciato per l’amante; il figlio ventenne, depresso e isterico, lo maltratta.
Il suddetto cinquantenne disoccupato & cornuto si rivela comunque persona colta, ma al fine di tirar su qualche lira per mangiare si vede costretto a praticar mestieri molto ma molto occasionali, talora nemmeno retribuiti, quali: pulitore di bare, facchino al mercato notturno del pesce, badante, venditore di rose nelle pizzerie, spazzatore di immondizia negli stadi dopo le partite di pallone. Egli ogni sera torna nel suo misero appartamento ove vive solo e per cena si prepara il caffellatte con i biscotti. Un bel dì costui conosce una donna: lei è brutta, lui se ne innamora lo stesso, ottiene persino di incontrarla ma il lieto fine è come al solito dietro l’angolo e lei già dopo il terzo appuntamento va a casa e s’ammazza. Il Nostro si reca all’obitorio ma non lo fanno entrare, per ripicca prende abbandona l’Italia ed emigra in Albania (è tutto vero, non sto inventando nulla) a lavorare in miniera. Insomma, io e gli altri spettatori siamo usciti dal cinema talmente felici che per festeggiare tutti assieme volevamo buttarci in un fiume con dei mattoni in tasca.

7 Comments
  1. Infatti al cinema bisognerebbe recarsi senza muri, poichè ci pensa già il cinema d’evasione a costruire e far uscire dalle sale gli spettatori pieni di calcinacci. Non ho visto L’Intrepido, ma le immagini di D’Amelio e la sua capacità di riprendere la realtà gli viene meglio manifestata in queste trame che hanno sempre contraddistinto la sua filmografia. E’ la sua capacità di riprendere la realtà dai margini dell’esistenza, dalle periferie dell’uomo, dagli esili. Scelga meglio i film la prossima volta, e si ubbidisca di più invece che appiattirsi sugli altri spettatori che vanno al cinematografo a fare i muratori.

    • confuso

      Bella l’idea del cinema senza muri, ma non è che poi c’è troppa luce e lo schermo si vede male?

  2. L’unico rischio che potrebbe correre, in talune circostanze climatiche e stagionali, è quello di prendere freddo e pioggia. Il resto è già pratica, e gli schermi di vedono molto bene… e si può anche fumare. Come una volta, quando il cinematografo era fumoso. Forse adesso siamo troppo abituati ai fumetti… appunto, L’Intrepido.

    • confuso

      Geniale. Per la pioggia, credo basti un ombrello.

  3. Rots

    E poi cos’è successo? Cosa ha interrotto i vostri piani cari spettatori?

  4. franca

    A me è piaciuto.

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