Ciclista gregario in fuga da se stesso
Per la prima volta in vita mia ho utilizzato la bicicletta quale mezzo di trasporto nel viaggio da casa verso l’Azienda. Circa 8 km. Pensavo che sarei stato investito da un autotreno già al primo chilometro, o quantomeno che sarei scoppiato per infarto al secondo. E invece ce l’ho fatta: quasi incredulo, sono arrivato vivo.
Anzi, già durante la traversata ho persino cominciato a maturare i convincimenti ideologici tipici del ciclista militante: lotta dura contro l’imperialismo delle camionali, dell’industria automobilistica e soprattutto dei guidatori distratti che aprono la portiera senza guardare. Devo ancora migliorare l’attrezzatura e capire come diavolo funziona il cambio, ma nella mia qualità di esordiente mi ritengo abbastanza soddisfatto. Per il resto, si replica oggi pomeriggio, al ritorno. Oremus.
D.B.Q.S. - Dio Benedica Questo Spazio
Ah, Confuso, Lei ha dimenticato di annoverare anche i vecchietti che guidano le utilitarie, le SOPRATTUTTO le signore con i SUV (che sa tanto di castrazione! non razionalizzata), e i centauri vari che sorpassano a distanza ravvicinata…
franca
Qualcuno si accerti che Confuso sia tornato a casina sua…. non dà segni di vita…. oggi pomeriggio replicava…. mmmm…. oremus….
Firmato Ckf
azienda, bici, pare quasi di parlare con un comune mortale, mah
Rots
Credo che dovrà allenarsi molto prima di riuscire a fuggire da se stesso in bici.
confuso
è un inseguimento.
roberto
Io andavo sempre a lavorare in bici. Ero un fanatico pedalatore. Per dire, una volta testa a testa sul rettilineo di Corso Trapani ho staccato il filobus 54.
Solo che cazzeggiavo fino a notte e al turno del mattino ero stanco. Andar piano era pericoloso, mi capitò di cadere addormentato nel vialetto d’uscita del mio caseggiato, mi rovinai il giubbotto double face – nylon o scamosciato a scelta.
confuso
in effetti addormentarsi in bicicletta deve essere pericoloso