Resoconto veridico della gita al grande parco dei divertimenti

Che la giornata al grande parco dei divertimenti non sarebbe stata poi cosi divertente, lo abbiamo capito subito. Ossia quando ancora in auto, a qualche chilometro dall’arrivo, ci siamo visti accogliere da una squadra di omini, tutti in divisa da parco dei divertimenti, pronti a incanalarci, con ampi gesti rivolti a noi e altri milioni di veicoli in coda, verso un parcheggio sterrato grande come il Texas. Un parcheggio peraltro a pagamento. Anticipato. Carissimo. Ahi.

Ma non divaghiamo. Dunque ci siamo ritrovati nel parcheggio immenso e già quasi per intero occupato da sterminate distese di vetture. Abbiamo trovato posto in uno dei territori più remoti del parcheggio medesimo,  una palude a circa mezz’ora di cammino dall’ingresso del parco dei (si fa per dire) divertimenti. Presi dallo scoramento, abbiamo temuto di aver commesso un errore. Mannaggia, c’e’ un bel po’ di gente, in viaggio per questo posto parco dei divertimenti, stai a vedere che non siamo affatto gli unici a volersi divertire.

E infatti, non eravamo gli unici. Il parco dei divertimenti straripava di gente. Qualsiasi cosa si volesse fare, al fine di compiere l’azione desiderata, si doveva comunque e irrimediabilmente affrontare una fila spaventosa. C’erano file per comprare i biglietti, file per farseli convalidare, file disumane per salire sulle montagne russe subacquee, file per andare alla toilette, file per trovare un sedile libero sulla più triste e lenta delle giostre, file per pranzare. E file per fare le file.

Si badi, al parco dei divertimenti le file sono organizzate. In maniera industriale, secondo gli ultimi ritrovati tecnologici della coda. Ad esempio: all’inizio di ciascuna attrazione, uno schermo digitale annunzia il tempo di attesa (quasi mai inferiore all’ora) in modo che gli avventori possano regolarsi, o rassegnarsi. Tuttavia, al contrario di quanto si possa credere, la vista dell’affollamento e del cartello con l’agghiacciante messaggio “85 minuti di attesa” anziché indurre il pubblico allo rivolta armata contro il personale del parco, non lo scoraggia affatto. Casomai lo rende docile.

Ma quel che impressiona è l’artificio del sovrapprezzo che permette di non far la fila. Pagando un extra in vil danaro, peraltro a un importo parecchio alto, l’avventore può saltare la coda. Un accorgimento allo stesso tempo geniale (per il tenutario del parco, che raccoglie nuovi introiti) e odioso (si pensi all’umiliazione del padre di famiglia povero – o tirchio – che dopo ore di attesa si vede sorpassare dall’utente ricco munito del biglietto speciale).

Troppa gente aveva voglia di divertirsi, al parco dei divertimenti. E cosi a tutti toccava starsene in piedi, in coda, aspettando il proprio turno. Volevamo scappare da questo luogo orribile, ma non abbiamo potuto. C’era la fila anche per uscire.

12 Comments
  1. silvio

    si diverte chi lì ci lavora, l’attrazione del parco sta nell’osservare la gente in fila.

  2. Alessandro Madeddu

    Questo merita un posto in una buona antologia dell’orrore.
    La coda, questa sconosciuta, di cui nessuno ha mai sentito nominare nemmeno le generalità in un ufficio pubblico o alle poste, o in qualsivoglia luogo della nazione tutta, diventa addirittura uno strumento di controllo delle masse se associata ad una giostra: tutto ciò è spaventoso 😀

    • confuso

      la coda è il vero male del nostro tempo.

      • @loosigoosi

        Dia tempo al tempo, confuso, rimarrà soltanto il coccige.

  3. Mamma confusa

    Ricordo quand’eri piccino e ti accontentavi io ti portassi per musei e delle mie lezioni di pianoforte e storia della musica nei pomeriggi invernali.
    Ah, bei tempi andati…
    Mi sono sempre rifiutata di portarti in questi posti di perversione collettiva, ed ora, da uomo maturo, hai solo potuto constatare il perché di tanta mia idiosincrasia per i
    postacci in questione.

    Mamma

    (nell’ultimo anno e mezzo vivo per metà del mio tempo a milano… mi sono fatta tutti i musei, ed anche altre attrazioni (come lei planetario hoepli), potabili anche per un bambino, visto che quasi quasi ‘sto bambino confuso mi son convinta a farlo. no, ecco, mi tiro avanti per certi pomeriggi: onde evitare che il nanettocheforsecisarà, mi spari una richiesta come quella a cui lei deve aver ceduto!) 🙂
    (e non mi dica che diventerò anch’io un rincogenitore in fila perché i miei non lo hanno fatto e sono sopravvissuta. sì, ecco, in effetti, un po’ misantropa e associale lo sono…)

      • Mamma confusa

        (di luoghi me ne mancano quattro, non mancherò. grazie) 🙂

        Quelli già visti, invece, sono stati una scoperta felice.
        Il Segantini trovato inaspettatamente al GAM mi ha commosso, non me lo aspettavo, lo conosco dalla più tenera età perché è trentino come me.
        Non pensavo che suoi quadri, trai i più belli poi, fossero lì (l’ho visitata dopo una breve scorsa sul sito e non ci avevo fatto caso). Non mi vergogno ad ammettere che avevo gli occhi lucidi.

        Alla fine, questa Milano, questa Milano che mi sembrava così ostile soprattutto per un bambino, forse non lo é…

        Mamma facile alle lacrime e un po’ isterica

        P.S.: vedi bambino mio come sono brava?! Milano mi piace! Il babbo è toscano e fatica di più…
        comunque, io mi alzo ogni mattina canticchiando ‘sta roba qui: http://youtu.be/iQgvdIZ73gA
        (non lo faccio tutte le mattine ma giuro che mi sono sorpresa a canticchiarla! ah, noi che si viene a milano da altre regioni si è dei veri ingrati! lei compreso, confuso)

  4. Firmato Ckf

    Il cartellone della rassegnazione, giri per file a croce uncinata e ovunque vedi dove 50 minuti, dove 80 e ti rendi conto che l’unica cosa che puoi fare è fare la fila, e sai pure quanto durerà. Come fare di migliaia di individui un sol branco

  5. Rots

    Oibò, Confuso si è riprodotto?
    Grazie per i 10 luoghi confusi, a volte vengo a Milano e non so mai cosa fare.

  6. gio

    Sig. Confuso, l’unico modo per saltare le code è andare al parco dei divertimenti quando diluvia.

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