Notizie sull'abolizione della realtà
Da raffinato flaneur con le pezze al sedere ma comunque nostalgico della decadenza mitteleuropea o di qualsiasi altra cosa che non conosca bene, mi vanto di leggere per la prima volta in vita mia un libro bellissimo quanto famoso, L’uomo senza qualità di Robert Musil. Inesauribile romanzone in due volumi per un totale di oltre milleduecento pagine nelle quali tuttavia non succede praticamente nulla. Insomma la trama risulta pressoché inesistente, e già questo, data la lunghezza dell’opera, sembra un miracolo. Ma non basta: molto spesso, di quello che il Musil (mi) sta dicendo o spiegando, non si capisce un tubo. E tuttavia lui, l’autore, inconsapevole o meno che sia, va avanti imperterrito, peraltro con una prosa magnifica, sgargiante, perfetta. Quasi volesse impartirci un raffinato esercizio di ipnosi, eseguito dal maestro saltando agevolmente di palo in frasca, come un acrobata di epoche lontane. L’assistere a questo spettacolo pare un ideale passatempo, in questi giorni piovosi e bui.
N.O.I. - Nuova Officina Italiana
L’essenziale è fare da principio di ogni cosa fino in fondo.
Questa frase, che può leggersi nel libro in questione, ne vale l’intera lettura.
Rispetto alle argomentazioni sulla trama, la leziosità, la prosaicità ipnotica e il resto che sembra apparire alla lettura (le prime 150 pagine sono un vero e proprio esercizio ginnico ala mente!), tradisce una attitudine alla significazione eterodeterminata, della quale i moderni sono appesantiti .
Faccio un esempio: una sera di qualche tempo fa, prima di prendere il mio treno per recarmi dove dovevo, mi diressi in una videoteca per prendere un dvd che intendevo visionare quella stessa sera, come programmato. Un signore distinto, con in mano una serie di diversi film, chiedeva alla cassiera (la videoteca aveva un aspetto tutto culturale e impegnato e non commerciale come un comunissimo blockbuster) se aveva visionato i film che intendeva prendere in noleggio e che opinione ne aveva ricavato. Ahinoi, la faccenda però andava per le lunghe, dato che la cassiera non visiona tutti i film proposti dalla videoteca dove presta, prevalentemente, soltanto operatività di cassa, e quindi formulava repliche molto di circostanza ed elusive alle domande piuttosto impertinenti ed oziose del cliente (almeno così le avvertivo). Cioè, come il ruolo comanda, la cassiera poteva rispondere solo “si vede bene, una bella storia, divertente, romantica…”. insomma il nulla. E più il nulla imperava, più il cliente insisteva nell’assedio di domande che lo rassicurassero sulla scelta, economica? irresponsabile? culturale? mah?!, che stava compiendo… mentre il mio tempo all’orologio mi diceva che stavo per perdere il treno.
A questo punto mi vedevo costretto ad intervenire verso il cliente, e a dire che la cassiera mi pareva aver dato risposte più che soddisfacenti alle sue domande sottoposte circa la qualità del film… Ma non l’avessi mai fatto. Si gira verso di me e mi dice: perchè lei l’ha visto? Ho, in quell’attimo di senso, capito che tutto ormai era perso. E quindi risposto: sa, io solitamente quando guardo un film metto il mute alla TV e guardo solo le immagini. Altrimenti andrei al cinema (cosa che in verità faccio, e dove come unico indicatore della qualità della proiezione è se essa mi trasporta verso le terre di Morfeo, mentre chi mi accompagna ed è affianco mi sollecita le costole con i suoi gomiti, preoccupata che il russare possa convincere anche altri a trasmigrare verso proiezioni oniriche).
Quanto dissi al collega-cliente risultò sufficiente per convincerlo, pagare, prendersi i suoi 3 dvd, e consentirmi di fare altrettanto riuscendo a prendere il mio trenino verso casa.
mamma confusa
Davvero lo leggi solo ora, bambino mio?
Spero nessuna della amiche del circolo conlacanastasempregiovani legga questa cosa oltremodo vergognosa. Cerca di capire, già queste mi escludono perché non sono una portatrice sana di nipotino come loro….
Quando avrai terminato questa lettura, te ne consiglio un’ altra, Oblomov di Goncarov.
(le canottiere lana fuori cotone dentro sono nel primo cassetto del settimino, lavate e stirate.)
Mamma
confuso
e le calze?
mamma confusa
nel primo del settimanale, ovvio.
Firmato Ckf
peperoni
sandra
“molto spesso, di quello che il Musil (mi) sta dicendo o spiegando, non si capisce un tubo. ”
finalmente qualcuno che ha il coraggio di dirlo.
L’ho riletto la scorsa estate e come al solito dopo l’iniziale interesse mi areno nel fangoso nonsenso . Per quanto molti si affannino a trovarlo un libro appassionante o /e significativo , rimango scettica, purtuttavia riconoscendo che probabilmente qualcosa a che fare con quello che karl Krauss definiva “il laboratorio della fine del mondo” ce lo deve avere. Cito qui MIlan Kundera: Nella sua Cacania c’è già tutto, il regno della tecnica che nessuno è in grado di dominare e che ha trasformato l’uomo in cifre statistiche, la velocità come valore supremo, l’onnipresente burocrazia che modifica il carattere dell’esistenza, il sentimentalismo romantico, tenace eredità del secolo precedente e il suo degradarsi in kitsch,l’idolatria dei criminali, l’infantocrazia … che illumina con il suo sciocco sorriso la freddezza dell’atà della tecnica…”
sandra
“molto spesso, di quello che il Musil (mi) sta dicendo o spiegando, non si capisce un tubo. ”
finalmente qualcuno che ha il coraggio di dirlo.
L’ho riletto la scorsa estate e come al solito dopo l’iniziale interesse mi areno nel fangoso nonsenso . Per quanto molti si affannino a trovarlo un libro appassionante o /e significativo , rimango scettica, purtuttavia riconoscendo che probabilmente qualcosa a che fare con quello che karl Krauss definiva “il laboratorio della fine del mondo” ce lo deve avere. Cito qui MIlan Kundera:” Nella sua Cacania c’è già tutto, il regno della tecnica che nessuno è in grado di dominare e che ha trasformato l’uomo in cifre statistiche, la velocità come valore supremo, l’onnipresente burocrazia che modifica il carattere dell’esistenza, il sentimentalismo romantico, tenace eredità del secolo precedente e il suo degradarsi in kitsch,l’idolatria dei criminali, l’infantocrazia … che illumina con il suo sciocco sorriso la freddezza dell’atà della tecnica…”
N.O.I. - Nuova Officina Italiana
Bisogna avere poca fiducia nella tecnica, seppur utilizzandola, se si incorre nel rischio, appunto, di essere ripetitivi. Rischi della ipernormalità, oltretutto.
E della Ricerca di Proust, allora… cosa avrebbe da aggiungere, cordiale Sandra, che cita di taglio netto le corrispondenze soltanto al ribadito più prossimo?
E de Viaggio al Termine della Notte… quali sospensioni avvertirebbe nella lettura di Cèline? O semmai sprofondamenti che per le prime 150 pagine sono esaustive la lettura (ovvero rendono esausto il lettore, non appagato!). Mi spiego: a cosa facciamo posto in questo vuoto?
Pensare che il mondo sia quello che risulta dal perimetro del proprio (inconsapevole) limite, è un solo una via di fuga che sta unicamente a denunciare le sbarre che si vorrebbero forzare.
Ma Confuso non credo possa, ancora, prestarle la lima.
mamma confusa
Orsù, figliuolo, manifestati!
Questi tuoi amici un filo verbosi, parlano di certe tue lime con la gentile Sandra, devo preoccuparmi?
Mamma ansiosa…
confuso
Intendeva la lima per le unghie, forse.
elisabetta pendola
la cultura fa brutti scherzi 😉
Rots
Ehi, siete tutti sicuri di star bene?
confuso
Mica tanto, devo aver preso freddo.