La Recherche di Proust in 2 minuti

Alla ricerca del tempo perduto (la Recherche per gli amici) è un romanzo di circa 4.000 pagine fitte fitte, noto ai più quale massimo capolavoro della letteratura novecentesca mondiale seppur assai difficile da terminare per la sua lunghezza. Ad uso e consumo dei numerosi mancati lettori, eccone una sintesi della durata di un paio di minuti forse anche meno.

Beninteso, davvero e senza scherno consideriamo Proust il più grande scrittore del secolo scorso: la straordinaria confidenza con la scrittura gli permette di narrare i fatti suoi senza che il lettore vi badi, rapito com’è dalla prosa torrenziale e dall’arte della parola esibite dal Nostro. Ma veniamo al condensato per voi del popolino greve e pigro, incapace di superare pagina 26 o di aprire un mutuo per l’acquisto dei sette volumi.

L’inizio. Marcel Proust ricorda lungamente con nostalgia la sua infanzia, e ci rende edotti dettagli intimi quali la sua passione per l’andar a dormir presto, l’affetto morboso per la mamma, i dolci inzuppati nel tè a colazione la mattina, l’attitudine genetica a poltrire. Nel (parecchio) tempo libero, egli s’intrattiene in giardini con famiglie proprie e altrui, tra cui quella dei coniugi Swann. Chi sono costoro?

Flashback: monsieur Swann – un nullafacente come lo stesso Proust e quasi tutti i personaggi dell’opera – frequenta vari salotti di pettegoli benestanti e ivi conosce la bella ma malvagia Odette, di cui naturalmente si invaghisce per certi versi ricambiato. Lei però, si rivela essere donna scostumata, gli mette le corna, lo illude, in pubblico lo tratta come una pezza da piedi. I due, è ovvio, finiscono per sposarsi.

Passano gli anni: Marcellino si innamora a sua volta della figlia dei sigg. Swann (il cornuto & l’arpia di cui sopra) e bazzica assiduo la loro villa, benvoluto dal padre becco ma non dalla giovane, la quale infine lo mette alla porta con cortese fermezza; egli perciò si rassegna ripiegando su altra fanciulla più accondiscendente di nome Albertine, conosciuta durante le interminabili ferie estive di Proust al mare.

Finita l’estate, Proust torna a Parigi ad ammazzarsi di lavoro come al solito: trascorre infatti intere giornate sui divani dei salotti aristocratici o a teatro in compagnia di baroni e nobildonne, che inspiegabilmente lo trattano come uno di loro. In un momento di gran tenerezza, organizza un’escursione sugli Champs-Élysées con la nonna cardiopatica, che, anche a causa del nipote, s’affatica per il troppo cammino e – ohibò – muore d’infarto a seguito della romantica passeggiata. Il protagonista, affranto dall’incidente, si consola riprendendo la tresca con la dolce ma insipida (e meno abbiente) Albertine. Più avanti, e con un certo disappunto, scopre che la maggior parte dei frequentatori dei salotti buoni sono, in privato, sfrenati bisessuali, inclusa Albertine medesima, sua fidanzata.

Il narratore, turbato, decide quindi di rinchiudere Albertine in casa: ella tuttavia riesce a fuggire profittando di una momentanea distrazione del carceriere. Per convincerla a tornare, Marcel la subissa di lettere e regali costosi; tanta generosità può più dell’ostinazione dell’amato, e quasi persuade a un ripensamento Albertine. La quale, però, sul più bello, durante un esercizio d’equitazione, cade dal cavallo, si fa male e – mannaggia che jella – va all’altro mondo.

Non si può dire che Proust (o il suo alter ego narrante ma come distinguerli?), fosse un uomo fortunato in amore. Per dimenticare Albertine defunta, egli va dunque in vacanza a Venezia con la mamma. Poi rientra in Francia, ove, indefesso, continua a perdere tempo: torna a darsi all’ozio assieme gli amici nobili, nel frattempo assai invecchiati ma sempre ciarlieri. S’incapriccia di nuovo di Gilberte, la figlia dei signori Swann, colei di cui era stato fidanzatino da adolescente, ma anche stavolta ella, nel frattempo sposatasi a un miliardario ovviamente omosessuale, lo respinge dicendo che lo preferisce come amico. Dopo l’ennesimo fiasco amoroso, Proust, oramai adulto, sospetta che le avventure sentimentali non gli si addicano e, con un’intuizione folgorante, stabilisce dunque di limitarsi a trarne spunto per scrivere un lungo romanzo. Proprio quel romanzo che è destinato a diventare il superbestseller meno letto della storia umana. Siamo oramai a pagina quattromila, il tempo perduto da Marcello è stato parecchio, il libro finisce.

33 Comments
  1. exxxanonimo

    Ma davvero l'hai letto tutto? Sono impressionata. Grazie per il bigino.

    • Giuseppe

      Io l’ho letto a vent’anni e lo sto rileggendo ora che ho superato i sessanta, come mi ripromettevo da tempo. E’ un’opera difficile, impegnativa ma ne vale la pena. Ci restituisce un mondo perduto, frivolo e affascinante, dove si perde tempo per ritrovare “il tempo”, quello vero delle emozioni e dei sentimenti.

  2. Bostoniano

    Incredibile. Come abbia fatto ad essere un nullafacente E scrivere un romanzo di quattromila pagine (fra gli altri). Voglio il suo segreto, aspiro (con successo) anche io alla nullafacenza, ma la mia nullafacenza è poco produttiva…

  3. personalitaconfusa

    Exxx..: tutto stanotte, pensi. 

    Bostoniano: il molto tempo libero è il vero segreto di tanti grandi scrittori.

  4. utente anonimo

    credo che ne avrei fatto volentieri a meno, quanto sono arido 🙁

    firmato ckf

  5. utente anonimo

    Proust era un disoccupato benestante! Ecco svelato il mistero!

  6. lofoten

    mi sono fermata alle prime due righe…

  7. utente anonimo

    Me l'han regalato, ma ancora aspetto di affrontarlo.

    Però a questo punto, visto e considerato che Marcellino porta sfiga quasi quando Jessica Fletcher, penso che prima mi farò fare un check up completo.

    Bel riassunto!

    Joellevandyne

  8. utente anonimo

    Ed io che ho sempre pensato che così come Proust assaggiando una madeleine ripercorre tutta la sua vita anche io, in vecchiaia, assaggiando un taralluccio avrei ricordato la mia infanzia…

    Morgana

  9. utente anonimo

    convinto che fosse Joyce o Virginia Wolfe che mangiavano le madeleine e cadevano nei flussi di coscienza :O

  10. utente anonimo

    Tu sei un genio parzialmente incompreso, ma i tuoi lettori sono delle capre, con rispetto parlando…

  11. Bosforo

    Il tempo libero è il "vero segreto" di tanti hobbisti.

  12. mirta

    Ma quanto sono divertenti i vostri commenti! Apprezzo tantissimo la sintesi di due minuti, però io mi sto rileggendo di nuovo tutta la Recherche, o perlomeno tutto ciò che ho sottolineato (pagine e pagine) la prima volta che l’ho letta. ma ditemi, esiste per caso in commercio un libro che riassuma i passi più salienti questa immane opera proustiana? Mi potete aiutare in quest’altra recherche? ma qualcosa che duri almeno una confezione famigliare di madeleines…

    • confuso

      mirta, un libro simile non deve esistere. 🙂

    • al

      per Mirta, ho finito di leggere un bigino interessante, a commento delle Recherche, di Massimiliano Parente, che ti consiglio.

    • Daniela

      Non credo che esista, Proust va amato non riassunto, però nell’edizione mondadori “i grandi classici” alla fine di ogni volume c’è un riassunto e il volumetto “sulla lettura ” è molto interessante.

  13. mirta

    Ciao Confuso…scusa il ritardo a rispondere, ma la lettura mi prende più di internet!
    Speravo di trovare comunque qualche indicazione in più, ma allora nessuno ne sa niente?! Possibile che non esista? Sarò costretta a farlo io, poi te ne manderò una copia con un pacco di madeleines, che mangerai solo se l’avrai letto tutto

  14. ettore

    La Recherce è la cosa più grande e più bella scritta nel ventesimo secolo, e forse di più. L’ho letta più di sette volte, e ogni volta è stata un’emozione straordinaria. Alcuni commenti che ho letto qui sono molto sciocchi. Mi dispiace per loro, non sanno cosa perdono, o probabilmente, non sono e non saranno mai in grado di capire e dunque di apprezzare un’opera così grande. Peccato per loro. La verità è che non hanno voglia di impegnarsi.

    • enrico

      giusto commento: chi si permette di denigrare la” Recherche” e’ solo un povero ignorante, grezzo, e privo di qualsiasi senso estetico. e cultura. Certa gente dovrebbe vergognarsi di estrinsecare orrende dichiarazioni. Sono delle mezze calze , dei poveri cristi che e’ meglio tacciano, questi CAPRONI!!!!!!!!

  15. Alphonsense

    Vergogna.

  16. roberto

    per molti anni ho atteso una sinossi dei formidabili chiosatori del Reader’s Digest, quelli che su Selezione ogni mese riassumevano in 25/30 pgg. capolavori della letteratura americana e mondiale.
    Con lo stesso procedimento per ‘ridurre’ la Recherche occorrerebbero almeno 230 pgg…
    Pertanto, questo riassunto rinsecchito come uno stinco ma divertente, potrebbe anche portare con sé un’idea-strenna.

  17. esaurito

    Complimenti, fantastico riassunto! Mi ero arenato nella lettura, anche perchè un po perso nei meandri della trama. Questo riassunto mi ha fatto rinquadrare l’ordine degli avvenimenti e mi ha ridato lo sprint per riprendere la lettura . Grazie , ce ne fossero di confusi cosí .

  18. Perditempo

    Nell’edizione Einaudi (ma anche nell’ edizione francese de la Pléiade) ci sono i sommari dei sette volumi, forse per decidere qualche assaggio più interno: indubbiamente non è roba per snob, nonostante le apparenze. Grandi teorici della fisica talvolta chiedono agli allievi se hanno letto la Recherche.

  19. Steno

    Riassunto troppo lungo. Leggo il libro

  20. franz

    Ho letto tutta la recherche. Proust è il mio scrittore preferito

  21. giuseppe

    Premetto che non sono un letterato ma semplicemente un architetto ex direttore di scuole artistiche appassionato del mio concittadino Leopardi e di Arthur Schnitzler (spero di averlo citato bene!) Capita che mio figlio super esperto di lingua francese stia facendo un dottorato proprio su Proust oltre che Monet e i luoghi normanni. E allora sono nate delle curiosià e sto rileggendo anch’io lento pede sia in francese che in italiano scoprendo tante non trascurabili passando dalla traduzione. Pensando a ciò che mi racconta mio figlio che sta facendo la sua ricerca proprio nei luoghi dello scrittore, sui circoli proustiani, sui baroni universitari specializzati in Proust e sui tanti fanatici cultori un po’ di dissacrazione (forse non del tutto peregrina) può rendere più umano chi tanti uomini, a torto o a ragione hanno voluto elevare all’Olimpo degli scrittori di tutti i tempi. Un riassunto salace ed ironico che mi piacerebbe regalare a qualche rigido, poco creativo e acritico polveroso studioso di Marcel. Grazie

  22. Patrizia Cozzolino

    Non credo valga la pena di leggere e/o scrivere una “trama” sintetica della Recherche, ammesso (e sicuramente non concesso) che sia possibile parlare, in questo particolare caso, di una trama nel senso comune del termine.
    In realtà, il “romanzo” è percorso da un’incessante/affascinante forza centrifuga che marginalizza le cose, le persone, gli eventi e le storie cosiddette “concrete”. Quel che realmente accade nella Recherche, attiene quasi esclusivamente alla vita interiore, come sanno tutti quelli che DAVVERO l’hanno letta e continuano a leggerla/rileggerlo.

    • Pier

      Grandiosa chiosa

  23. Rosolino Trabona

    La Recherche è insintetizzabile.

  24. Ginevra

    Io sono arrivata al secondo volume, e arriverò fino in fondo.
    Poi, con in mano il primo volume, mi recherò al cimitero Pere Laches di Parigi, e gli lascerò dei fiori di campo.

  25. Antonella

    È un ‘opera meravigliosa, da leggere e rileggere. Certe atmosfere, certe riflessioni sulla natura umana, l ‘ eleganza della prosa…solo un genio che aveva passato la sua vita ad ” oziare” ( mai ozio fu più produttivo!) poteva dedicare 10 anni della sua vita rinchiuso, quasi ermeticamente, nella sua stanza da letto, a dar vita ad un’ opera magistrale in cui è riassunta un ‘epoca

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