Cogne

O tu viandante, se un giorno ti troverai a rientrare da un soggiorno di villeggiatura (insomma le volgari ferie di ferragosto, ecco) a Cogne, Val d’Aosta, sappi che gli avventori e i semplici conoscenti al momento del rituale interrogatorio sul originalissimo tema “ma tu dove sei stato in vacanza io in Malesia con i suoceri poi le solite tre settimane in Sardegna e tu?” (tema ideale per evitar i cupi silenzi nelle conversazioni in ascensore o sull’autobus a guisa di alternativa all’immortale dibattito “fa caldo/freddo ma dicono che settimana prossima verrà il brutto/bel tempo”) ebbene al momento di discorrere e apprendere il nome del luogo (Cogne, appunto) non si preoccuperanno di domandarti notizie sul sapore della fontina o su tuoi eventuali avvistamenti di marmotte e stambecchi bensì chiederanno per prima cosa, illuminati dalla curiosità, se putacaso passeggiando nel villaggio tu abbia avuto modo di individuare l’abitazione di un noto fatto di cronaca nera reso noto da straordinarie coperture di stampa e tivvù. E alla tua risposta che no, non te ne sei occupato, avevi altro cui volgere l’attenzione, mostreranno un’espressione stupita. Ci vuol pazienza, con la gente di città.

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La nemesi delle civiltà alpine: secondo la leggenda i valdostani godono nel mostrarsi poco cortesi e di cattivo umore con i visitatori non francofoni, e li maltrattano per via di un supposto irredentismo mai sopito. Nulla di più falso, almeno a Cogne: ho avuto modo di incontrare anche valdostani gentili, lo testimonio. A volte nei negozi ti salutano perfino, e i camerieri, talora, sorridono. E poi insomma basta con questa storia che gli indigeni debbano per forza risultare simpatici ai clienti forestieri: sulla spettacolare maleducazione di noi liguri si narrano aneddoti di cui ci vantiamo, eppure da decenni, fra le Cinque Terre e Ventimiglia, spenniamo allegramente milioni di bagnanti, e loro tornano lo stesso, anzi a volte si portano dietro pure degli amici. La Val d’Aosta non ha inventato nulla. In tutta evidenza, il galateo degli indigeni non è un parametro da considerarsi nello studio analitico dei flussi turistici.

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Insomma, volevo solo dire quanto non sono riuscito a spiegare in ascensore e sull’autobus al conversatore di circostanza quando mi chiedeva dov’ero stato senza peraltro ascoltare giacché al costui non gliene fregava nulla dei viaggi miei, troppo impegnato com’era a dire dov’era stato lui, incurante dell’aria sovrappensiero dell’uditorio a fronte dei suoi interessantissimi resoconti. Ebbene, o pubblico silente, ti tocca subire: Cogne è un bel posto, lo consiglio. Giace su un grande prato miracolosamente incolume (malvagi speculatori italiani intendono costruirci un colossale stabilimento termale ma nel supportare la battaglia contro lo scempio contiamo sul brutto carattere di certi nativi), si trova di fronte alle cime del Gran Paradiso (nomen omen) e seppur di sguincio arriva a scorgere le cime del Monte Bianco. Il paesello, negli angoli, mantiene le suggestioni languide di un’epoca. Quivi si mangia bene, e non solo fontina e acqua fresca di fontana, al contrario di quanto si creda: la produzione enogastronomica della valle riserva parecchie sorprese. E in più cascate, camosci, sentieri, un’antica quanto sofferta storia di miniere e per i più snob come noi un discreto festival cinematografico, gratuito.

C’era pure il bel tempo, e non faceva neppure troppo caldo. Da voi, invece?

18 Comments
  1. Morias

    effettivamente io volevo andare a mondovì per vedere la scena del crimine di erika e omar….e credo che se capitassi da erba andrei a vedere anche l'altra.

    sono proprio una "cittadina modello" con l'ambizione di andare a vivere in campagna, come toto cutugno!

  2. utente anonimo

    Sestri Levante…riposo, passeggiate, silenzio nella Baia, birra, focaccia, gelato e, ahimè, tanti milanesi! 😉

  3. utente anonimo

    Erika e Omar erano a Novi ligure, non a Mondoví. Occhio a non sbagliare destinazione!
    Quanto a Cogne… Bé direi che per i bambini é … Emh, un vero paradiso.

  4. utente anonimo

    per #1: si possono fare delle amene digressioni verso Brembate, Garlasco, Avetrana, Perugia, Castelluccio dei Sauri. Se mettiamo assieme 14 posti ci scappa un tour degli orrori che, al confronto, quello di Dracula è da dilettanti

  5. utente anonimo

    A Cogne ho mangiato Penne all'Avetrana con un buon bicchiere di Garlasco… Aaahh, quale bontà!

    Btw, ci vivo da un anno ad Aosta e ancora la Signorastronza del market sotto casa mi tratta a pesci in faccia (senza contare che un anello De Beers mi costera meno di un litro di latte)… E non è nemmeno valdostana, credo sia qualcosa come calabrese, ma deve essersi immedesimata troppo… In generale comunque sì, i valdostani ti odiano a prescindere.

  6. utente anonimo

    il monte bianco lo scorgi dal ponticello che c'è a Lillaz…

  7. utente anonimo

    Nei confronti dei turisti non vedo una gran differnza tra valdostani e liguri, sinceramente il grado di "gentilezza" mi sembra lo stesso. Ben altra cosa romagnoli e trentini, insomma sull'altro versante c'è molta più cortesia e molto più calore.
    O sbaglio?

  8. utente anonimo

    Sono stata una volta sola nell'altro versante. Non ci sono mai tornata e non ho alcuna intenzione di tornarci, per lo meno nella parte 'nordica'; ma nn per l'accoglienza delle persone, ma per i posti….Toscana, Liguria, Calabria, Campania….vuoi mettere?!
    Giuli

  9. zauberei

    Io la vald'aosta l'amo molto e molto mi manca, e so che bene hai fatto confu – a cogne sono stata in visita ricordo di una famiglia di indigeribile bruttezza. Ma tu hai chiesto delle nostre vacanze – e noi non ti abbiamo detto niente – forse il corpo del post intimidiva ecco.

  10. utente anonimo

    Zauberei hai ragione! Nessuno qua ha raccontato delle proprie vacanze. Peró per esempio io sono stata in Liguria, a levante,vicino al paese diConfuso… Che gli posso raccontare che lui non sappia giá?

  11. utente anonimo

    Sarebbe inutile raccontargli delle nostre vacanze, tanto lui non ascolterebbe, tutto preso dal raccontare le sue!  😉

    Wellina

  12. exxxanonimo

    Io ero in Liguria e sono morta prima di freddo e poi di caldo. Son cose…. bello comunque questo post su Cogne, rende giustizia a un paese bellissimo.

  13. utente anonimo

    Carloforte! Liguri nord-africanizzati in Sardegna, lingua impossibile, pasta al pesto, mirto, tonno, cuscus e farinata, fenicotteri a dozzine, vento e onde, quindi pazzi e surfisti, una palma gigante con il tronco ricoperto d’edera, gente cordiale ma dal primo settembre in poi, eventi a iosa ( cinema-musica-teatro-sport) E’ il
    mio mare del cuore, quello di sempre,
    quindi forse non e’ cosi. Bentornasti tutti. rots

  14. caporaleReyes

    essì, Cogne non mi ispirava, ma dopo aver letto il tuo post sì.
    ah sì, le mie vacanze me le sono ormai dimenticate

  15. utente anonimo

    Ma Cogne si legge "Cogne" o "Cogn"? 

  16. utente anonimo

    Cogne fa rima con rogne

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