L’ONTOLOGIA SECONDO L’ANAGRAFE COMUNALE

Fra tutte le pratiche che un essere umano si trova a sbrigare nella realtà, la richiesta di documenti attestanti la propria esistenza presso l’anagrafe comunale risulta la più prossima ai confini della metafisica.

Per esempio: oggi mi sono recato all’ufficio preposto per ottenere un attestazione del genere. Il funzionario del comune ha cominciato a ordinarmi di compilare un modulo, dove avrei dovuto scrivere a penna il nome, il cognome, il luogo e la data di nascita, il luogo di residenza. E fin qui, è stato facile.

Poi costui mi ha domandato di esibire un certificato di residenza. Ossia un foglio rilasciato dal comune stesso, un foglio rilasciatomi dallo stesso funzionario, allo stesso sportello, pochi minuti prima, nel quale comparivano il mio nome, il cognome, il luogo e la data di nascita, il luogo di residenza.

Il funzionario ha esaminato i due documenti, cioè il modulo firmato a mano – con il mio nome, il cognome, il luogo e la data di nascita, il luogo di residenza – e il certificato recante il mio nome, il cognome, il luogo e la data di nascita, il luogo di residenza, e ha potuto verificare che i due coincidevano.

A questo punto era abbastanza evidente che la persona di fronte al funzionario, e quella descritta nel modulo e quell’altra delineata nel certificato, non (ripeto: non) erano tre omonimi nati per puro caso nello stesso giorno nella stessa città e attualmente conviventi sotto lo stesso tetto, bensì un unico individuo.

C’è stato poi un lungo studio del mio attestato di nascita, un prospetto ufficiale vergato dalla Pubblica Autorità, dal quale si desumeva con chiarezza che io in effetti non solo sono vivo, ma sono perfino nato, e proprio nelle date e nel posto già menzionati.

Per scrupolo, il funzionario ha quindi consultato il suo computer: da esso risultava che, in effetti, un mio sosia e coetaneo abitava a casa mia. Ma tutto questo sembrava non bastare. Poteva trattarsi di una serie di circostanze fortuite.

Egli, il funzionario, ha dunque preso ad interrogarmi, e a trascrivere le risposte su un nuovo modulo.
Prima, con aria solenne da conduttore di telequiz, mi ha chiesto il mio nome e cognome. Glieli ho sillabati, e con prontezza: lui calmo ha controllato i dati sulle altre carte e sul monitor, e stranamente tutto collimava. Poi ha voluto investigare sulla mia nascita: quando era avvenuta? E in quale città? Ancora l’ho stupito con informazioni identiche a quelle già in suo possesso. Infine ha preteso di conoscere dove risiedessi: pure stavolta, con suo enorme meraviglia, ho fornito l’indirizzo esatto.

Bé, non c’è dubbio – mi ha detto squadrandomi – come sospettavo lei esiste, e per di più è veramente lei. Torni fra sei mesi per ritirare il documento che lo comproverà.

25 Comments
  1. DiaboliAdvocati

    …e non si azzardi d’andare in giro a dire che lei è proprio lei senza un documento che lo dimostri!

  2. PICCHU

    Confuso, ancora non lo sa? Questa è la riformabrunetta.it

  3. personalitaconfusa

    dimostratemi che esistete, altrimenti non rispondo ai vostri commenti. per quanto ne so io voi potreste essere non persone ma semplici scritte che appaiono automaticamente su uno schermo grazie a un software. 

  4. utente anonimo

     spettacolare;
    a me, in banca, per chiudere il conto corrente mi han chiesto un autocertificazione che ero vivo

  5. utente anonimo

     quello sotto, che scrive un’autocertificazione senza accento, son io: Marchino -lo autocertifico-

  6. Bostoniano

    La mia esperienza surreale è stato cercare di ottenere la patente americana. Bisogna fornire:
    – il proprio codice fiscale
    – qualcosa di ufficiale che attesti la firma (passaporto, la copia di un assegno incassato, il contratto d’affitto)
    – qualcosa di ufficiale che attesti la residenza (il contratto d’affitto, una bolletta, un estratto conto bancario spedito a casa, il conto della carta di credito)
    – qualcosa di ufficiale che attesti la data di nascita (il passaporto)

    Perfetto, ho pensato: anche se sono appena arrivato e quindi non ho né bollette ricevute né copie di assegni miei andati a buon fine, codice fiscale cellò; per la residenza ho il contratto d’affitto; firma e data di nascita, c’è il passaporto.

    He he, dice il funzionario, troppo facile, caro mio! Mi serve UNA prova per ciascun dettaglio. Se il tuo passaporto lo uso come prova della firma, non è valido per la data di nascita. Allora posso usare il contratto d’affitto per la firma, ma non mi dimostra più la residenza.

    Morale della favola: aspettato un altro mese che arrivassero ‘ste benedette bollette e speso altri soldi per affittare una macchina (guidabile con patente italiana) piuttosto che comprarne una (che per guidare con patente italiana mi sarebbe costata 3 volte tanto in assicurazione)

  7. zamo

    episodio quasi kafkiano… (ok . basta parolacce!)
    immagiamo la situazione in cui un ns amico si spaciasse per noi… riuscirebbe a "sostituirci" ed ottenere l’agognato documento?

  8. utente anonimo

    come alla frontiera turca

  9. utente anonimo

    Ma vuoi mettere con i funzionari del catasto?Io quelli li odio.

    Ghebuz

  10. Lauraisola

    Per cortesia Confu§o, basta con questo nik anonimo.
    Vogliamo nome e cognome.
    Ora e subito.

  11. utente anonimo

    ha fatto ben bene il funzionario!
    magari se avesse scelto un altro pseudonimo..
    chessòio..personalità univoca, per esempio, dico bene?!

  12. utente anonimo

    Certifico, ergo sum.

  13. utente anonimo

    Scusi l’impudenza,
    a che pro l’attestato d’Esistenza?
    ben potremmo farne senza
    c’a soccorrer vien la scienza
    a fornir la dimostranza.

    La misma interpellanza
    vieppiù è prova di costanza;
    quoque l’istessa panza
    est conditio de sostanza!
    sillogismo senza grinza.

    Sippur presa co’ la pinza,
    m’impinza e s’avvinza!
    de’ Logica sè rimpinza,
    sia tu nato in Corinza
    o su scoglio de Ponza.

    Ma s’in coccia ancor te ronza
    de’ l’evidenza la mancanza
    e s’aggrinza la tu’ panza
    pe’ lo vuoto ne la stanza,
    rimpinzate de lonza!
    o gonza e bonza
    sparapanzate co’ na sbronza!
    o avanza,
    co’ baldanza e
    cadenza de belligeranza,
    pe’ tutta la comunanza
    a dar quietanza
    de una grave evidenza:
    "Io So’ Vivo!
    e n’ho capacitanza
    se ve dico co’ burbanza
    Evviva la Patonza!"

    ricpe

  14. utente anonimo

    è un’anti-climax..eheheh.
    In ogni caso La ringrazio per l’ispirazione!

    ricpe

  15. utente anonimo

    Confuso, è quello che ho sempre pensato anch’io. A che le accademie, le lezioni, Platone e Aristotele, se basta recarsi alle Poste sotto casa, o al catasto dietro l’angolo, per illuminazioni metafisiche di profondità esistenziali non inferiori?

  16. profondoblog

    Ma sei in pensione che devi chiedere un certificato di esistenza in vita?

    profondoblog

  17. FirmatoCkf

    io so di un orfano che per dimostrare la sua condizione ha dovuto presentare un’autocertificazione di morte firmata da entrambi i genitori 🙁

  18. gmai

    il peggio è quando ti chiedono "chi è lei, veramente?"

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