DISQUISIZIONE SUL GRAVE PROBLEMA CHE PIÙ DI TUTTI ANGUSTIA LE FAMIGLIE ITALIANE SE NON VIVONO AL PIANTERRENO
Signori, l’ora è giunta: il grave problema che da sempre tormenta la stragrande maggioranza delle famiglie italiane – ma che dico italiane, delle famiglie di tutto il mondo – va affrontato una volta per tutte, e dunque lo si farà qui, adesso, senza tentennamenti, senza stupide indecisioni. Coraggio. Orbene: è giusto o non è giusto farlo? Voglio dire: al termine dei pasti fruiti in casa, quando si finisce di sparecchiare, è o non è legittimo sbattere la tovaglia zozza fuori dalla finestra?
La questione, signori miei, va esaminata con la serietà che le compete. Da un lato lo scuotimento della tovaglia direttamente dal davanzale ha degli indubbi vantaggi, a partire dalla convenienza dell’operazione, che risulta breve, rapida, liberatoria. In questo modo non si dovranno raccogliere le briciole né dentro al cavo della mano né con uno di quei odiosi utensili a scatoletta, elettrici o meno che siano, i quali richiedono gran fatica del braccio e sforzo d’osservazione (la briciola ribalda talora può sfuggire alla vista o all’attrezzo e quindi restare avvolta nella tovaglia, cadere a terra durante il di lei piegamento, eccetera). Viceversa, il gettare tutto d’emblée in strada o sul balcone del vicino del piano di sotto, permette a ogni singola briciola di essere espulsa con matematica certezza, ossia di cadere nel vuoto per via della gravità, lasciando così la tovaglia intonsa, pura.
Pensate positivo, senza sensi di colpa: non vi state comportando da maleducati: state offrendo del cibo ai piccioni.
Ma vi sono anche le controindicazioni. Ad esempio, nell’atto di sbattere la tovaglia dalla finestra, si corre il rischio di far la figura dei villani con gli inquilini del palazzo di fronte, che di sicuro sbucheranno sul poggiolo nel momento esatto dell’azione. Lo stesso vicino del piano di sotto potrebbe a sua volta non gradire, e magari precipitarsi su da voi incazzato a protestare o – peggio – mettervi le mani addosso. E lo stesso vale per il semplice passante qualora per colmo di sfortuna dovesse trovarsi in strada in quel preciso istante: una pioggia di briciole in testa, specie se erogata da uno sconosciuto, non è mai piacevole: perciò il passante potrebbe alzare gli occhi, scorgervi con ancora la tovaglia in mano e quindi dare in escandescenze e insultarvi da laggiù.
Quali conclusioni trarre da questa acuta analisi del fenomeno? Secondo l’opinione di chi scrive, la cosa migliore da farsi è questa: sbattere pure la tovaglia dalla finestra, ma solo dopo essersi accertati che non vi siano nei pressi persone dabbene o altri rompiballe del genere che possano vedervi. Deve essere una movenza discreta, pudica, vigorosa, molto svelta. Un colpo d’ali nella notte e via. Un gesto antico, malandrino. Ma gonfio di poesia.
utente anonimo
me mangio sul divano
RondoneR
C’è l’ha seconda (o terza) soluzione. Di chiara infuenza nordica (quindi nipote di quei tizi che mangiavano la carne dopo averla fatta rosolare sotto la sella al galoppo).
Parlo delle Terribili TOVAGLIETTE.
Ebbene esse ci seducono dai telefilm pastello americani con le risate artificiali, ci conquistano sugli arredamenti al pascolo dell’Ikea e poi, impietose ci ricattano nei posti dove “non sai cosa comprare come ricordo”.
Allora te le ritrovi lì. A prima vista ordinate, facili, economiche, funzionali, perfino eleganti. Con quel gusto minimal chic che fingi di disprezzare ma dentro ti rugge più del Foscolo.
Ci metti il piatto combinato, il tovagliolino, la geometria delle posate (roba che mai avresti preso in considerazione sulla pecoreccia tovagliona con le macchie di vino) e poi cerchi l’angolo impossibile per il bicchiere.
Quindi durante il pasto si consuma la Tragedia. Alla fine le ritroverai lì, scomposte, spatazzate, in bilico. Una pioggia di detriti ovunque.
Allora prenderai l’alabarda spaziale. L’aspirapolvere.
Ma tutto ciò senza ingrassare pennuti parassiti e rischiare di slogarsi un gomito per accelerare al massimo le operazioni di sgancio clandestino.
Forza e Onore
utente anonimo
Io le briciole le lecco.
utente anonimo
Mio madre sbatteva la tovaglia dalla finestra dicendo che stava dando le briciole agli uccellini, manco abitassimo in brasile.
Insomma, del problema, se ne sbatteva. Ma il problema e’ un altro: ora che abito ad un piano terra, cosa devo fare con il vicino che mi tira le cicche di sigarette nel cortile? Le raccolgo tutte e gliele infilo nella cassetta della posta? Mi vendico lasciando accesa radio radicale al massimo volume quando parte per le vacanze? Si accettano suggerimenti.
utente anonimo
E soprattutto spegnere sempre la luce della stanza prima di accingersi a scrollare (in modo da non attirare gli sguardi curiosi dei condomini che spiano dalla finestra), e accertarsi che sulla tovaglia ci siano SOLO briciole (sembra scontato, ma un mio collega per non aver controllato ha lanciato il cellulare dal quarto piano 🙂
utente anonimo
Ho 4 piani su di me, non capivo quale cavolo d’uccello notturno sbattesse le alucce e depositasse di tutto e di più..
opaca massaia
LaDistratta
Io sbatterei la tovaglia nel box doccia…
cetri
Io invece (primo piano, senza balcone) avevo un grave problema.
I coniugi ultra settantenni che abitano sopra il sottoscritto non solo hanno il balcone, ma avevano anche un dolce e caro cane malato ormai da decenni solito perdere pelo. Inutile dire che il cane aveva ubicazione sul balcone e che i bianchi peli di quest’ultimo venissero buttati giù per finire, come generosi fiocchi di neve, sul davanzale della camera.
Poi è morto.
Ma ho un ottimo alibi, ah!
ValeryJ
Io sono al secondo piano, sotto la mia paziente condomina si busca da me briciole, secchiate di acqua per le mie piante, scuotiture di tappeti, cenere di sigaretta (non mozziconi), e sbattiture di scopa.
Non si lamenta tanto, in due anni solo due volte, forse ci sarà la prossima lamentele nel 2008.
Però se quando scuoti la tovaglia oltre a controllare che non passi nessuno, allunghi un pò di più il braccino fuori, le briciole vanno per strada/cortile e non sul balcone della signora di sotto quindi peace and love a tutti quanti.
Comunque io ho sempre vissuto in campagna quindi il problema non me lo sono mai posto, ora trasferita nella grande metropoli mi pongo un’altro grave problema:
ma il “cittadino” dove scuote la scopa?
Se le briciole le puoi scuotere per terra o sul tavolo e poi pulire o nelle vasca da bagno o aspirarle con l’aspira briciole…
come si fa con la scopa?
Certo scuoterla giu è ancora più da maleducati di una semplice tovaglia.
Mi manca tanto il gesto di strusciare la scopa vicino la ringhiera del balcone e riempire il cielo di tante belle nuvolette grigie di polvere… sigh! 🙁
Luposordo2
Opterei per chi ha la possibilità come me di scotolare la toviglia nel cortile di dietro… Non ci sono balconi, non ci sono passanti. Al massimo ci può essere qualche condomino che va a recuperare la macchina in garage, bisogna stare attenti solo a quello.
Per chi non avesse questa comodità, posso affittare casa mia per queste incombenze…
profondoblog
a me una volta cadde sulla testa un barattolo di stira e ammira che la padrona di casa aveva appoggiato sul davanzale mentre faceva le pulizie.
utente anonimo
Io al piano di sotto ho un appartemento vuoto e un vicolo disabitato_ la situazione ideale. Se solo mia moglie evitasse di gettare il telecomando con le briciole…
MB
utente anonimo
io abito al terzo ed ultimo piano ed elimino sempre con cura tutte le briciole dalla tovaglia. io adoro la pulizia, tanto è vero che il mio balcone è sempre perfetto e immacolato.
non come quello del piano di sotto, che ho osservato che è sempre pieno di briciole, soprattutto subito dopo che ho riposto la tovaglia.
Bostoniano
Dalla tovaglia al pitale il passo è breve…
personalitaconfusa
🙂
lofoten
Una volta, giuro, hanno buttato di sotto una zuppiera di porcellana con coperchio.
personalitaconfusa
Ma vuota o con la zuppa ancora dentro?
pannakiller
se è por questo una volta mia madre ha fiondato 5 euro in monete…d notte in un garage nn so come abbia fatto a ritrovarli
utente anonimo
E noi che abitiamo in un seminterrato che dobbiamo fare?
lofoten
Vuota.
Ma dentro ancora c’erano due o tre lenticchie, un ciuffetto di sedano e una rondella di carota.
utente anonimo
Ho letto post e commenti a mia figlia…non ridevo sganasciandomi così da anni, mi fa male lo stomaco per le risate 😀
lofoten
Un mio amico che abitava a pianterreno passava le giornate a tirare su con la fionda, verso i piani sopra di lui: calzini spaiati, mutande, peluche, costruzioni lego, forchette e coltelli, cd e dvd, bollette telefoniche e multe, ciabatte e doposci, condom nuovi e usati, pezzi di pane e fette di carne, ciucci e biberon, bibbie e corani, piantine di maria e tronchetti della felicità, pettini e spazzole coi peli.
Le mollette per la biancheria le teneva per sè, mentre il lancio alla fionda dei coltelli lo faceva il sabato sera davanti agli amici. Citofonava a tutto lo stabile, quelli si affacciavano e lui giù con la fionda. Anzi, su.
Pensò pure di farsi pagare il biglietto.
lofoten
Noi diciamo “scotolare” la tovaglia.
Voi come dite?
utente anonimo
O Dio…..
numberbeast
Certo che per sbattere una tovaglia ci vuole un pisello grande.
Anzi no, non ci vuole un pisello grande, ma un grande pisello.
ellenpeppers
Io odio la tovaglia…
ioeilmiopc
sapete kekkòsa? Ettùtta kolpa della gravità!
kj
prima di sbattere la tovaglia mi accerto della direzione del vento e procedo di conseguenza…
nontuttisanno
un giorno, con tutte le briciole di pane cadute sul mio balcone, ho potuto impanare delle buonissime cotolette!
inquiline
Io sono una vasca. Sottoscrivo ogni cosa, ogni altrove. Mi fan tossire per giorni interi con la storia dei peli del cane. Che poi mi scuotono i loro telacci in bocca e credono anche di avermeli tolti di faccia con quelle manine imbranate. Chiudono la porta e io tossisco e li maledico. Chi ha le gambe e non le usa, pfu!
darlinghurst
io sono una ribelle. oltre a sbattere la tovaglia dal balcone il mio cane spisciotta giù di notte. tutto ciò solo perchè i miei vicini non rientrano nelle mie simpatie, altrimenti andrei a comprare un black&decker
monos
Scusate, io sbatto il tappeto con allegria. E’ pieno di briciole e anche di polvere, faccio un bel sorriso e chiudo IMMEDIATAMENTE la finestra. E’ tanto libbberatorio.
IYIarco
MILANO,
piano unico.
Milano è stata cinque anni di università, passati
più o meno bene
Milano ora è il primo lavoro “serio”, è un capo
che chiede “non rieso a capire tu mi sai
spiegare” (e io sono lì da sei giorni)
Milano sono colleghi nuovi, qualcuno simpatico,
qualcuna irrimediabilmente troia fin dal primo
momento
Milano è un quarantenne abbronzato che ci prova
con la irrimediabilmente troia fin dal primo
momento
Milano è un capo che invece di insegnare un
lavoro sa solo fare dei cazziatoni, e dal quarto
giorno che sei lì già ti dici che se resisti fino
a Natale è solo per vedere se le cose
cambieranno, ma presto comincerai a guardarti in
giro…
Milano sono brindisi aziendali, cene aziendali,
aperitivi aziendali, cazzi aziendali
Milano è svegliarsi alla mattina prima di
prendere il treno e non vedere l’ora che la
giornata sia finita
è fare il conto alla rovescia fin da lunedì,
staccare i biglietti settimanali della
metropolitana come un calendario dell’avvento
Milano non è mai stato nessun amore
il treno per Milano sì, ma Milano in quanto tale
no
è possibile innamorarsi a Milano? Vorrei saperlo,
a me, ora come ora, sembra impossibile
Milano è per forza gente come te, con cui poter
parlare di quello che conta davvero, gente che
magari, di sera, la puoi trovare in via Watteau,
ma di giorno ti chiedi dove cazzo si nasconda,
perché ne avresti fottutamente bisogno, anche
solo per non passare le pause pranzo aziendali a
sentire la collega irrimediabilmente troia
lamentarsi che ne prende troppo poco…
Milano è solo la voglia di tornare a casa,
telefonare a S. leggere Thoreau, preparare i
vestiti per il giorno dopo e ripararsi al caldo
delle coperte…
non so per quanto continuerò a fare questo
lavoro…
utente anonimo
da me si dice “schitulare”…:-)
lofoten
Ma a Milano dove “scotolano” le tovaglie?
utente anonimo
uh, quando abitavo a genova,una votla, ho visto lanciare dalla finestra un divano letto, che poi è stato spostato sino ai cassonetti della rumenta (è che nel centro storico le scale sono strette 🙂
jame
35) da noi le briciole, le recicliamo.
jS
lofoten
Un mio amico con le molliche di pane ci faceva le palline mentre si chiacchierava a tavola. A forza di rigirarsele tra le dita diventavano nere. Poi, distrattamente, se le mangiava.
giovaneblogger
sotto la mia finestra non ci sono balconi, non c’è una strada e quindi nè passanti, e di quelli di fronte me ne sbatto come ho sempre fatto da più di venti anni a questa parte.. 😀
ciao, è un piacere rileggierti (non passavo da un po’)…
Alexyos
Qui, nel mio palazzo, c’è una vera e propria regola condominiale, decisa dall’assemblea, per la quale è espressamente vietato sbattere la tovaglia dai balconi o dalle finestre…Un gesto antico,malandrino. Poesia persa per sempre.
ValeryJ
per lofoten:
noi invece diciamo “scutilare”
ValeryJ
per kj:
non basta accertarsi della direzione del vento per scutilare la tovaglia, ma anche della posizione del sole, della temperatura, la pressione atmosferica ed è consigliato anche dare un’occhiatina all’oroscopo …non si sa mai
ValeryJ
Per Alexyos:
invece nel nostro regolamento condominiale non dicono nulla per le briciole, ma quando la mia coinquilina ha steso fuori la camicia gocciolante di candeggina ci è stato attaccato un richiamo ufficiale dietro la porta
kj
@ ValeryJ: nono, io mica ce le ho tutte quelle accortezze…solo la direzione del vento…
IlaLuna84
Condivido l’opinione di chi scrive! 😀
hebe
ma magari fosse la tovaglia con le bricioline di pane! la mia vicinia di casa zozzona lancia dal terrazzo i peli del suo zozzone di coniglionano, che finiscono sul MIO terrazzo. cone le briciole. evvai!
utente anonimo
Orbene, io abito al piano rialzato e nel giardino oltre a residui di lauti pasti (altro che briciole) ci trovo capelli, “papunni” (riccioli di polvere) e molto altro che per decenza eviterei di citare.
Capirai che le briciole, che tra l’altro avendo due cani spariscono rapidamente, sono l’ultimo dei miei problemi.
Aury
utente anonimo
sgrullare
ValeryJ
Per utente anonimo:
“Squllare”!?! Wuuahahahah! Dalle parti mie sgrullare lo fanno gli uomini dopo aver fatto la pipì! E l’ho sentito usare solo per quello!
ValeryJ
Ops! Volevo dire “Sgrullare”
vietatocliccare
la tovaglia non va mai sgrullata: bisogna lasciarla per mesi sul tavolo finché le briciole accumulate non siano abbastanza da costituire esse stesse un pasto. A quel punto uno le mangia e il problema è risolto.
utente anonimo
Io la scuoto sul terrazzo. Quando ho accumulato abbastanza briciole, le spazzo al piano di sotto. Sto all’ultimo piano, chissenefrega…
personalitaconfusa
Sì ma io sto sotto di te, perdìo!
utente anonimo
#49 E’ dialettale, non molto fine, sta per scuotere. Eloquente ma limitativa la tua delicata associazione di idee.
utente anonimo
#49 Scusa, non avevo ancora dato un’occhiata al blog.
waki
io sul balcone per dar da mangiare ai passerotti. Arrivano ogni mattina aspettando le briciole della colazione.
Sono puntualissimi.
E ottimi fatti in umido.
utente anonimo
stesso problema con la “professoressa” in pensione del piano di sopra. Oltre alla tovaglia con i resti della di lei cena, fioccano sul mio balcone foglie marce dalle piante, ammassi di pelo arrovogliato del cane, secchiate di acqua mista a detersivi e una volta addirittura dei cerotti sporchi di sangue… una vaiassa più che una professoressa (e quanto ci tiene al titolo la vacca ignorantissima).
Mina
utente anonimo
#49; Dalle mie parti si dice “scotoliare” (arcaico “scutuliare”). Se poi qualcuno vuole farlo insieme allo “sgrullare” si può pensare di coniare un neologismo: “scrotoliare” 😛
KIRK
Mholden
D’accordo con te!
Ti affacci, ti assicuri che nessuno ti osservi dalle finestre di fronte, che nessuno passi sul marciapiede e…via le bricioline!
E mentre le lasci cadere ti dici che sono per gli uccellini affamati.
Molto semplice.
Anonimo
A Roma si dice sgrullare! Ed è bellissimo, “Un gesto antico, malandrino. Ma gonfio di poesia.”!