LOGO

Piccolo monito per i ragazzi e le ragazze che si aspirano a entrare e lavorare nel mondo della comunicazione e del markettin’: oggi vi spieghiamo come vanno le cose sul magico pianeta che vi aspetta (si fa per dire) a braccia aperte. Attenzione, che quanto segue a scuola non ve lo dicono – e forse fanno bene. Ma cominciamo da un esempio semplice: il logo.

1. Funziona così. L’azienducola Y ha avuto un’ideuzza per un nuovo prodotto, un nuovo marchio, e quindi tanto per cominciare ha bisogno di un bel logo, simbolo che dia corpo all’ideuzza medesima, la quale senza un po’ di colore e fumo negli occhi resterebbe appunto una pensata scialba anzichenò. Insomma, all’azienducola serve un signore che si chiama il grafico.

2. L’azienducola si trova a dover scegliere tra due tipi di grafico:
– (A) un grafico bravo, brillante e fantasioso ma morto di fame, che pur di lavorare offrirebbe i suoi servigi a cifre bassissime o persino gratis;
– (B) un grafico molto meno bravo ma cento volte più costoso.
E’ logico che davanti ad un alternativa del genere, la scelta dell’azienducola cada SEMPRE su questo secondo personaggio. “Se fa dei prezzi così alti un motivo ci sarà” (è grazie a ragionamenti del genere che il grafico mediocre ma costoso è divenuto una celebrità nel suo ambiente e ora guida un’agenzia con 300 dipendenti e filiali in tutto il globo.)

3. Il grafico costosissimo (o suo emissario) viene invitato a un meeting. I signori dell’azienducola sono tutti in divisa d’ordinanza, giaccaecravatta e fibia delle scarpe in tinta coi gemelli, il grafico invece compare in ciabatte e pantaloni corti (è un artista, ne ha facoltà).

4. Giunge il momento del brief. Niente paura: brief è una parola corta per indicare le istruzioni che l’aziendona fornirà al grafico (“vogliamo che la gente ci percepisca come un’azienda così e cosà, allegra ma seria, antica ma giovanile, con tanti colori ma in bianco e nero”, e così via con altre assurdità del genere). In realtà, di solito il brief non vale un fico secco: l’azienducola non è assolutamente in grado di spiegare cosa vuole al grafico, e non sa spiegarlo non per incapacità ma proprio perché in fondo cosa vuole non lo sa nemmeno lei. Perciò il grafico, pur di levarla dall’imbarazzo, finge che gli sia tutto chiaro e dichiara solenne che si prenderà qualche giorno per creare il capolavoro richiesto e con esso ripresentarsi all’aziendona entro e non oltre una ultima e invalicabile deadline (trad.: entro una certa data).
5. Passano i giorni, e passa pure la deadline: il grafico manco s’è fatto vedere. Neppure un’email, un sms. L’azienducola lo sollecita, il grafico costosissimo si scusa per il ritardo ma poveretto ha così tanto lavoro che bla bla bla, e così domanda un’altro giorno. E sia, concesso. Invero, il grafico non ha ancora combinato una mazza. La notte prima della riunione ricicla tre idee che altri suoi clienti avevano scartato, ci fa un paio di lievi modifiche et voilà, finito. Prima di andare a letto, già che c’è prepara anche la fatturona.

6. Il grafico arriva alla riunione in ritardo di un quarto d’ora. Eppure la sua esposizione ha comunque un che di ieratico: prolusioni, rotoli di carta, migliaia di slide power point e infine (buio in sala, cono di luce) le tre diverse proposte di logo. Che fanno tutte e tre schifo, porcogiuda.
Ma non si osa dirlo, anzi, qualcuno pare entusiasta. E oramai è tardi, l’azienducola non ha più tempo, e poi è lui l’esperto di immagine, con tutti i soldi che piglia come potrebbe sbagliare? Si discute ancora un poco e quindi si procede alla selezione di una delle tre proposte (spesso la peggiore).

7. Finale: dopo tre mesi l’azienducola è ancora lì che annaspa, a quanto pare dopo il logo occorre anche un sito, un leaflet, un flyer, una manchette
Il grafico di tipo A – quello bravo ma troppo a buon mercato – ha chiuso la partita iva e tenta invano di vendersi come stagista al grafico di tipo B (il nostro eroe), che nel frattempo vive come un pascià nel suo attico di un chilometro quadro in pieno centro storico.
E il logo? Niente, non dirlo in giro ma si tratta di un plagio. Sì, una scopiazzatura bella e buona, è preciso identico a quello di una oscura piccola fabbrica del Perù meridionale, opera di altri grafici ignari, lontanissimi, magari defunti.
Non importa: di questo nessuno se ne accorgerà mai.

74 Comments
  1. michele83

    Wow,ma scrivi ancora? Ho letto del tuo blog su una rivista molto tempo fa. E’ la prima volta che lo visito. Complimenti. Io il mio l’ho appena aperto. Ciao ciao.

  2. Zu

    Un’amara fantasia che purtroppo non pare molto distante dalla realtà. E un grande pezzo (puoi fidarti, sai che non ti regalo complimenti).

  3. Tybald

    Ah quale triste realtà tu racconti

    d’un amaro sorriso pervasa

    e sogni di tutti noi smonti

    qual terremoto fa con la casa.

  4. sebone

    Quanto racconti è in buona parte, amaramente, vero. La mia esperienza nel settore mi dice che spesso accade così, ma fortunatamente non sempre….

    Quello che invece mi manda in bestia di brutto sono quegli episodi in cui il logo viene commissionato non tanto ad un grafico di nome, ma cane di fatto, quanto ad un architetto o “artista” non meglio identificato.

    Mi riferisco in particolare al logo della Festa del Cinema di Roma. Il “logo”, se di logo si può parlare, è stato realizzato da Renzo Piano e presentato, con strombazzamenti pubblici, come una perla di grafica, lasciata benevolmente cadere dall’ Architetto sul pubblico, Veltroni in testa, adorante e riconoscente.

  5. Franfiorini

    Che a volte poi sarebbe meglio far fare il logo dal nipotino che va all’asilo, per dire.

  6. lofoten

    Io da grande farò la loghista.

    Però, per piacere, niente camicia verde.

    zia Lò

  7. loska

    ecco, lo sapevo io

    cambierò prospettiva. Cavoli però, avrei avuto un gran futuro in un’agenzia pubblicitaria, come addetta alle fotocopie.

    Sgrunt.

  8. gilgamesh

    X§°, di recente ha fatto un giro su Italia.it, vero?

    Ché il loro logo, pagato all’azienda americana (tale agenzia Landor, presieduta immagino dal tizio B) che ha vinto il concorso, ben 200.000 (duecentomila) EurI Europei di nostre tasse, sarebbe questo:

    Questa invece era la prima versione:

    E come qualcuno ha osservato è una via di mezzo tra un pisello floscio e un prosciutto oblungo, con un puntino rosso che pare un testicolo infiammato e oltretutto ricorda un po’ troppo da vicino il logo della Logitech, colori compresi, nonché quello di una semisconosciuta azienda spagnola.

    Son cose.

  9. ellenpeppers

    Proprio tutti matti da logoare…

    Oggi con la mia mamma e la mia zia, in campagna, si parlava di ciò che non si riesce sempre a togliere dal nastro che porta i pomodori nel trituratutto-pre-forno, indi per cui, in quella che arriverà sulle nostre tavole sotto le vesti di passata di pomodoro, ci saranno pure topi, rospi e siringhe… però il tutto ben identificato da un bel logo, eh! Certo, basta saper comprare la fiducia e di tutto il resto chissenefrega…

  10. lofoten

    Scusi Ellen Peppers non è che mi potrebbe dire il nome della marca di passata di cui racconta? Sa, sono vegetariana e il topo quello di campagna, si sa, è un bel trippone di grasso e carne.

    Rospi e siringhe poi, mica ci credo…

    zia Lò

  11. ellenpeppers

    Mah, non vedo perché mia madre e mia zia debbano mentirmi… c’erano loro accanto a quel nastro! Infatti loro non la comprano, ma se la fanno in casa la conserva di pomodoro…

    Quanto alla marca poi, direi che è una delle più rinomate nonché blasonate… per cui non credo sia una questione riducibile a quello, mi spiace…

  12. profondoblog

    E’ così che la vita è divertente, sennò sai che palle e che noia e che barba!

  13. IRI

    anch’io volevo parlare dell’orrido nuovo logo dell’Italia

  14. utente anonimo

    La grafica e i grafici: belle gatte da pelare.

    Ho avuto per anni nella mia piccola azienda che sviluppa software un grafico.

    Inizialmente la scelta è stata di tipologia 1: squattrinato e bravo.

    Ma in poco tempo il lavoro da fare (loghi, template per il web) è diventato difficilmente misurabile.

    Un logo che a mio giudizio era buono per i pelati del contadino di periferia veniva presentato come una idea geniale e incontestabile a fronte dello studio d’immagine che aveva fatto a mie spese il mio caro grafico.

    Insomma anche quelli a buon mercato dopo la creazione di due loghi di buona fattura o l’apprezzamento di qualche cliente, magari idiota, perdono il senso della misura e del lavoro.

    Quindi ???

    Non saprei scegliere adesso fra i grafici della prima o della seconda specie ma sò che questo tipo di servizio è meglio darlo in out sourcing.

    Ciao

  15. utente anonimo

    Molto incoraggiante per una che, come me, si sta per laureare in Comunicazione. 😛

    Complimenti per il blog!

    Selena

  16. Laooconte

    ahbbeh, ma perchè parlare solo di grafici?

    potevi scrivere “*” e consigliare ai lettori di sostituire “*” con la forma umana che preferiscono.

    tipo “giratore di caldarroste”.

  17. utente anonimo

    di solito ai brainstorming i grafici di tipo B arrivano in bermuda con i birkenstock (si tirano indietro i capelli con la mano e poi assumono una posizione ieratica) e ti dicono che il loro logo è rivoluzionario, è il tuo prodotto che è sbagliato 😉

  18. badgi

    Ad esempio per le generazioni future segnalo il logo dell’aeroporto di Bari. Che quando arrivi di notte ed è illuminato (trattasi di installazione di famigeratissimo artista uzbeco o giu di li’) sembra uno spermatozoo! A ricordare a noi che torniamo a casa che è meglio raccogliere le ultime forze e fare il dovere coniugale, mentre alle signore di prendere la pillola! 🙂

  19. utente anonimo

    il tuo logo e’ molto bello

    PaolaGi

  20. malessere

    Si vede che non fai il grafico…

    E’ esattamente l’opposto, grafici incapaci ed improvvisati che pur di campare fanno prezzi stracciati e rovinano non solo il mercato ma anche la reputazione di quelli che sono molto bravi ma (giustamente) cari…

    Qui oggigiorno con la scusa che tutti hanno un computer ci si improvvisa grafici a scapito degli imprenditori ignoranti come cucuzze…

  21. Dania78

    Come da Sua richiesta, abbiamo provveduto a ricreare il logo dell’azienda Confusa.

    Sono 3000 euro più spese.

    Preferibilmente in tagli piccoli in una valigetta.

    Grazie

    GraficDania&Co

  22. diamonddog

    ahahahah…..va esattamente così!

    Conosco grafici che voi umani….

  23. utente anonimo

    ecco… sono io quella descritta!

    la piccola grafica A!!!

    vita immonda!

  24. Effe

    “In principio era il Logos”

    (lo sapevo che era tutta una questione di buon marketing)

  25. orsodingo

    vuoi un nuovo logo per il blog?

    mi avanza giusto il concept di uno script per una brand campaign finalizzata alla re-allocation di un market-maker nel campo delle internet solution nel quale appare un logo che potrebbe riposizionare personalità confusa in un mercato high value di tipo pionieristico in cui i consumatori mostrano un’alta propensione all’acquisto emotivo.

    Cosa ne dici? Io ormai non capisco più nemmeno quello che dico…

  26. Il punto è che in materia di comunicazione tutti pensano di essere esperti, soprattutto per la grafica, si crede che TUTTI possano fare questo lavoro, senza capire dov’è realmente la professionalità…ahinoi…{madò il logo della festa del cinema! gulp!! LoL}

  27. utente anonimo

    E per quei poveracci che dal markettin’ vogliono uscire cosa proponi? Mi sa che qui cascherebbe l’asino…

    Ueuè

  28. utente anonimo

    Confuso, ho un’idea strepitosa.

    Lancia il concorso “Un logo per Confu§o”, son stanca del tuo che ormai è fuori moda e scopiazzato. Ecco qui un’ideina della quale sono orgogliosissima.

    zia Lò creativa

  29. utente anonimo

    Mah… io ho lavorato in una delle suddette aziende agricole che trattano di pomodori, non è una questione di mamme e zie, ci sono pure studenti che se la sgavagnano come meglio possono… e confermo che dal nastro non è umanamente possibile togliere proprio tutto tutto… Non so a che azienda siano finiti i dannati pomodori, ad ogni buon pro meglio la salsa fatta in casa….

    Feba

  30. tantecarecose

    Nella azienda in cui ho la sfiga di lavorare si aggirano tre grafici. Il primo si fa le canne sul balcone appena i capi vanno via. Il secondo si veste nello stesso modo da quattro anni e passa le giornate alienato davanti a un videogioco online con i draghi e i maghi. Il terzo si veste come 50 Cent e ogni settimana ha una parte diversa del corpo rotta perché ha messo sotto qualcuno con la moto. Credo appartengano tutti e tre alla seconda categoria.

  31. gilgamesh

    X§° è singolarmente assente dai commenti, coi quali in genere interagisce spesso e volentieri.

    Che gli sia toccato lavorare a una brand-campaign per il repositioning con soluzioni market-oriented focalizzate sulla customer-satisfaction dove la sua mission era appunto il problem-solve mediante un brainstorming per fare la definition di un nuovo logo aziendale?

  32. IlaLuna84

    In realtà volevo diventare addetta stampa in una qualche casa discografica…ma questo post potrebbe farmi cambiare idea. Mica brutto, il lavoro del grafico mediocre!! 😀

    Firmato: laureanda in comunicazione (scienze della, si intende).

  33. gilgamesh

    Ok, giusto per ravvivare un po’ l’ambiente, qui si lancia un concorso:

      Un nuovo logo per X§!

    Di seguito alcune proposte, a titolo puramente indicativo:

    Image Hosted by ImageShack.us Image Hosted by ImageShack.us Image Hosted by ImageShack.us Image Hosted by ImageShack.us

    A voi la palla!

  34. utente anonimo

    Quel che è fatto è fatto. Passiamo alle votazioni: buona prova zia lo’ , pessima il 34. Vincitore assoluto, almeno per ora (Confuso, le gare hanno un termine con tanto di bolli, lo sa bene, e quindi li indichi, por favor) il numero 22: le motivazioni alla prossima (non siamo dovuti a motivazioni, per inciso)

    Cosima

  35. Vanamonde

    La mia esperienza personale in materia.

    Lavoravo in una rivista, in cui a un certo punto si è deciso di ravvivare un po’ la grafica. Punto culminante della decisione fu di rivolgersi a uno studio esterno per la copertina.

    La procedura si è svolta esattamente come l’ha descritta il Confuso: grandi riunioni con discorsi a vuoto, e presentazione con forte ritardo di tre proposte tutte ugualmente pessime, di cui si era costretti a scegliere una in mancanza di alternative praticabili.

    Quello che si è scoperto dopo, però, è ancora meglio: a fare gran parte del lavoro sulle copertine, in realtà, era una delle grafiche della redazione, la meno esperta, che di notte lavorava per conto dello studio grafico per arrotondare!

  36. personalitaconfusa

    Per ora passano il turno i bei loghi di Dania (22) e Lofoten (29). Bocciato il lavoro di Gilgamesh (34): non ricordo dove, ma quel logo l’ho già visto da qualche parte, anche se con colori diversi.

    x Laocoonte (17): sì, ma questo mi pareva sottinteso. 🙂

  37. lofoten

    Scusi Gilga al 34° piano.

    I suoi loghi mi sembrano un po’ da lapide funeraria.

    Non è per criticare per forza, ma lei me le tira dalla tastiera.

    zia Lò

  38. utente anonimo

    Anch’io voglio partecipare al concorso. Ho passato tutta la notte al pc per partorire questo logo per te. Non è un amore?

    Petula Clark

  39. utente anonimo

    ehi ehi ehi

    kui si parla di loghiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

    vi mando la miaaaaa

    voglio vincere il konkorsoooooooo

    Ale 88

  40. sw4n

    Mi piacciono queste gare di Paint…

    Intanto hai ricostruito in forma elegante la storia di Italia.it.

    Chapeau.

  41. gilgamesh

    Ma l’ho pur scritto, che erano a titolo puramente indicativo, e comunque nessuno ha colto la citazione ad Andy Wharol, fatevi 3 minuti di vergogna, tenutario compreso 🙂

    Se proprio si vuole qualcosa di originale (ma che è poi l’originalità?) beccatevi un possibile logo pittorico:

    Image Hosted by ImageShack.us

    E vediamo chi riconosce lo stile, tsk!

    (E lei X§°, faccia attenzione, che le scateno Sapo un’altra volta, so per certo che è ancora vivo, da qualche parte)

  42. utente anonimo

    @Gilga.

    Riconosco lo stile.

    Zia Lò Sgarbi

  43. gilgamesh

    Brava 🙂

    (a parte il riferimento che è di una supponenza e di un’antipatia rara, e non è nemmeno granché competente come critico d’arte).

  44. utente anonimo

    Appunto.

    z.L.

  45. utente anonimo



    che ne dite di questo? potrebbe andare?

    Loffyna

  46. gilgamesh

    Loffyna, è carinissimo… anche se l’originale non ha nè baffi nè pizzetto… e nemmeno capelli perché si rasa 🙂

    Forza, su, X§° si esprima su questi nuovi contributi, e almeno lei provi a identificare il modello del mio scarabocchio sotto, ché forse è l’unico in grado, in questo consesso.

  47. Dania78

    Sig. Pers.Conf.

    Le ricordiamo che ogni modifica al logo propostoLe dalla nostra società Le verrà a costare ulteriori millemila euro.

  48. gilgamesh

    Guardi, le lascio questo, gratis.

    Anche se non so se lo merita.

    Si legge:

    awatadashii jinkaku

    Personalità Confusa in giapponese ^_^

    Ne faccia quel che meglio crede.

  49. utente anonimo

    წინამორბედი შექმნა

    personalità confusa in che lingua?

    p.s. tsè…

    zia Loffyna poliglotta

  50. stefix

    stai avanti, confuso..sempre più avanti….ogni post una garanzia di qualità…

  51. gilgamesh

    “Loffyna”, lei bara, e anche in maniera maldestra.

    La lingua è georgiano, lingua caucasica che usa un alfabeto di origine semitica chiamato mkhedruli, ma le due parole da lei goffamente copiaincolloate (წინამორბედი შექმნა) significano “preziosa creazione” e non “personalità confusa”, che invece si scrive

    პიროვნება არეული.

    Un consiglio amichevole: non si spacci mai per poliglotta con un poliglotta autentico, eviterà magre figure.

  52. unponevrotica

    Tutto questo per dire non laureatevi in marketing e comunicazione?

    Nel dubbio vado a fare la domanda di rinuncia agli studi.

  53. gilgamesh

    Beh, Master #57, complimenti vivissimi, è la prima immagine esteticamente gradevole che si vede in questi commenti: magari non è un logo nel senso proprio del termine, ma è un’elaborazione grafica d’impatto e ha un suo perché.

    Magari il teschio riflesso nella pupilla è un filino inquietante e già m’immagino X§° che fa sgrat-sgrat, però come colpo d’occhio (è il caso di dirlo) fa la sua porca figura 😀

  54. sense

    Quello che scrivi é verissimo. Per la prima volta non rido come un cretino leggendo il tuo post ma mi prende una specie di male allo stomaco…

    Sei sempre un grande.

  55. utente anonimo

    ho conosciuto un grafico del secondo tipo neanche troppo furbo nel celare il proprio non fare un tubo da mane a sera datosi che sbandiera ai quattro venti il fatto di leggere 120 libri all’anno (tradotto:24 ore al giorno di ozio). E non solo! ha anche il coraggio di disprezzare chi arriva appena a 30 libri (ma lavorando). In realtà secondo me sono persone che sanno in fondo d’essere inutili, altrimenti non sentirebbero il bisogno di far credere di aver “inventato” l’intero tessuto cittadino, ossia di aver dato il nome a questo e a quello. Sorta di mostri da cui scappare, in ogni caso

  56. utente anonimo

    Senta mio bel Gilgamesh.

    “Preziosa Creazione” è il nomignolo col quale chiamo affettuosamente Confu§o al telefono. Era una sorpresa per lui che conosce perfettamente il georgiano.

    Lei, non solo mi ha goffamente rovinato la sorpresa, ma mi ha pure irritato con questa sua aria di sapientone d’altri tempi.

    Loffyna o zia Lò o Lofoten

  57. SeriaLoves

    oddio, sta storia mi fa sentire male…

    non c’è speranza in Italia, eh?!

  58. utente anonimo

    hei eccomi qua, ki sono io …. sono pazzomaterazzi, se mi sblokki, mi fai un favore, dai …… sono cambiato, promesso.. ciao

  59. gilgamesh

    Guardi, anonimo/a #63, a parte che questa è un’arrampicata di sesto grado sullo specchio, non le credo.

    In primis, lei è evidentemente un troll che cerca di mettere in cattiva luce la povera Lofoten, infatti è regolarmente sloggato/a quando scrive le sue boutade e si firma con pseudonimi discutibili (cioè, “loffyna” voglio dire, insomma, le sfugge proprio il significato del termine?).

    In secundis, si irriti pure, ma non è un aria: è esattamente quel che sono, decisamente d’altri tempi; ho quasi cinque millenni, parlo, leggo e scrivo undici lingue “vive” e quasi altrettante morte, compreso il sumero antico che è la mia lingua madre, e non posso farci niente se sono colui che sono ^_^

  60. gilgamesh

    Ah, intendevo anonimo #61 e non il fantasma del povero PazzoMaterazzi, ovviamente 🙂

  61. utente anonimo

    Confu§o ha chiuso il suo post ma io le rispondo ugualmente qui.

    Mio caro Gigilamesh. Quel “Loffyna” che lei intende, lei solo lo sa e tutti quelli della parte continentale dello Stivale. Io, dell’isola a tre punte, do solo un significato a tale nome. Loffyna ovvero piccola e dolce Lofoten, quale io sono e poi, il fatto che non mi loggo è perchè mi annoia farlo.

    Comunque se le piace, la prossima volta mi loggo tutta come vuole lei e se proprio insiste, mi faccio anche il bagno nuda nelle sacre acque del Tigri e dell’Eufrate.

    E poi co sta storia delle lingue morte…Sa che mi fa un po’ schifo?

    Laura Loffyna Lofoten zia Lò

    p.s. sa che è la prima volta che commento su un post morto? che mi stia contagiando?

  62. gilgamesh

    Guardi che sono isolano anche io, però di quell’altra a forma di sandalo 🙂

    Vabbè, se è davvero lei le porgo le mie scuse, perché è simpatica e sa essere divertente, e tutto sommato ha ragione, sono io che delle volte mi prendo troppo sul serio e rischio di essere un po’ trombone.

    Però dica la verità, non si aspettava che riconoscessi il georgiano, eh? (la colpa, o il merito, è di un libro intitolato “Non Legitur – giro del mondo in trentarè scritture” di Marco Cimarosti, edizioni Stampa Alterantiva, che consiglio vivamente a chiunque abbia passione per i segni e per i viaggi, che dovrebbe essere il suo caso)

    Circa le lingue morte, non è mica colpa loro se son defunte, spesso meritano di essere in qualche modo tenute in vita (pensi al greco classico, ma anche al latino e all’aramaico, perché no?)

    Rispettosamente,

  63. utente anonimo

    Fai un giro su

    http://www.atipicaprecaria.blogspot.com/

    risate garantite!

    Parla delle surreali esperienze di una ragazza lavoratrice precaria in un ufficio stampa di Bologna.

    Sicuro che non te ne pentirai!

    Piero

  64. Error

    Hai proprio ragione, è insoddisfacente il lavoro del grafico. Io mi do agli arti meccanici r alle protesi che è meglio.

  65. simichan

    c’è però una variante a questa storia: è quando l’agenzia ha un account e manda lui alla riunione. solitamente l’account è il cugino di secondo grado del proprietario dell’agenzia di comunicazione o, nella migliore delle ipotesi, uno alle prime armi. così, quando torna dalla riunione a parlare al grafico di quello che l’azienda vuole, ha capito solo la metà di quel poco che gli avevano detto. e il grafico (che sia del tipo 1 o del tipo 2) non ha idea di cosa debba davvero fare…neppure se l’azienda produce televisori o scarpe da ginnastica.

    in questi casi tutto degenera all’ennesima potenza ^+^”

  66. utente anonimo

    eh..come capisco…pensa che dopo 5 anni ho capito che è finita così anche nelle SCUOLE di grafica!!

    che bello sbattersi sull’invenzione di loghi e pagine pubblicitarie quando la compagna di classe prende le immagini da google e vince i concorsi!!! eh si…che lavoro del cazzo per chi è un minimo onesto!!!

    Edhel

  67. utente anonimo

    si, però si chiama marchio.

  68. FrankoT

    Perfetto… esattamente il mestiere che voglio fare io ed esattamente come lo immaginavo… ora, non mi resta che laurearmi, specializzarmi, masterarmi e preparare il tariffario.

    Io sono il grafico di tipo B, e per il sapientino qui sotto: il logo e il marchio non hanno nulla a che spartire. O meglio il marchio è la figura giuridica, il logo la sua rappresentazione grafica.

    ..che figa la cosa che ho detto!!!

    ciaps

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