Che cos'è il viral marketing?

E sia. La risposta non dovrei osarla, eppure ci provo lo stesso, è molto semplice: viral marketing non significa nulla. Nulla di nuovo, almeno, è solo un inglesismo figo inventato da qualche cialtrone per ridefinire un banalissimo e ben più antico fenomeno: il “passaparola”.

Mi spiego meglio con un esempio: il panettiere vicino a casa tua fa il pane buono. Più buono di quello dell’altro panettiere del paese. Una massaia lo prova, le piace e lo dice alla sua amica e alla cognata. Così altre massaie vengono a saperlo, se la raccontano fra di loro e molte massaie del paese decidono (giustamente) di andar a comprare il pane dal panettiere che fa il pane buono anziché da quello che fa il pane cattivo.
Quale tattica, quale strategia geniale avrà avuto il nostro bravo panettiere che fa il pane buono? Pensiamoci bene… Nessuna, diobono, proprio nessuna! Tranne quella di aver fatto bene il pane. Questo qui impasta la farina meglio dell’altro: stop, fine.

Ecco, questa cretinata è viral marketing. “Viral”, come un’epidemia: il messaggio si diffonde da solo, senza che il produttore di pane possa farci granchè. E sin qui. Poi va a finire che il pane del nostro amico panettiere diventa, per così dire, di moda, e chiunque non compri dal panettiere virale viene etichettato come pirla, sfigato, e quindi ancora più gente se ne va da lui a prendere la focaccia e la ciabatta e non da quell’altro.
E i clienti del panettiere bravo aumentano, e quelli del panettiere stronzo diminuiscono.
Tutto qui, una teoria dal nome altisonante che però, stringi stringi, nasconde la più scontata delle ovvietà.

Poi, se proprio stiamo a guardare, qualche professorone dei miei stivali vorrà aggiungere che non è mica tanto semplice, che questa è una scienza, che ci sono pure gli opinion maker e i trendsetter (traduzione: i rompicoglioni montati che vanno in giro a dire che il pane di quello è migliore e ben cotto). O di quanto il viral marketing sia potente quando applicato a internet, dove il passaparola è evidentemente assai più facile ed esteso di quanto accada in un paesello (e ci mancherebbe altro). O di casi specifici tipo l’email, i social network, i blog (persino questo qua!) e qualsiasi altra cosa, persino la rava, e anche la fava, e, per carità, qui mi fermo.

P.S. In un certo senso la diffusione dell’assurdo termine viral marketing – di cui molti, come noi due, parlano proprio perchè non sanno bene cosa sia – è forse a sua volta una astuta e subdola forma di viral marketing.

63 Comments
  1. utente anonimo

    La Giusi, che ha studiato mica come me, mi ha detto che il signore con la faccia da mortadella ne sa di più di quello tappo e pelato.

    P.S. Che ne so, magari funziona.

  2. Dyonysos

    Sì, d’accordo.. Ma il tuo viral marketing per chi è? Non si è mica capito. Ragazzo, sei poco efficiente come pubblicitario.

  3. nikink

    è meglio la rava o la fava? trendsettaci il tuo parere!

  4. utente anonimo

    E pensare che avevo sperato che fosse una malattia infettiva! Una di quelle che eliminava dalla faccia della terra quegli animali del marketing.

    Mi toccherà di nuovo rigargli la porche con le chiavi e poi aspettare il solito attacco cardiaco.

    Dura la vita di noi marketing-killer.

  5. lofoten

    Il Bar de la Jeunesse di Corso Calatafimi, fa i cannoli ripieni di ricotta con la colata interna di cioccolato davvero buoni. Poi, signora, provi i biscotti e i pasticcini mignon al gelo di mellone. Sembrano fatti in casa.

  6. allodj

    post bellissimo, vado subito a dirlo in giro:-)

  7. lofoten

    Siamo alle solite! Tra qualche mese alle soglie del periodo invernale, diranno che hanno isolato il virus, che i vaccini saranno pronti da subito e poi come ogni anno migliaia di italiani a letto col viral marketing e neanche un cane che va a fargli la spesa.

  8. badgi

    Caro X§, vedo che le vacanze le hanno fatto male, ma maaaaleee.

    La trovo già immersa nel suo elemento. Va bene, vengo ad inzupparci anche io: il vino che si potrà acquistare sulla spianata nel piazzale degli Agostiniani a Melpignano (Le), per il concertone della notte della taranta (http://www.nottedellataranta.net/concertone.php) fa cag**e, meglio quello delle Cantine ****** (mica sono scemo e metto in giro virus, che poi venite qui e comprate tutto il Kebir!). Portatevelo dietro da casa.

    Quanto a Lei, Sig. X§, si pianifichi una settimana al mare….magari col tonno.

  9. kj

    nient’altro che chiacchiere…

  10. trofimov

    Divertente questo post e molto più sano dell’idolatria del marketing di molti addetti ai lavori e non. Vorrei però sapere chi ama il venditore che bussa a casa o ci ferma per strada o la società tal dei tali che tenta di venderci qualcosa per telefono o sull’internet. Io credo nessuno. Questo è l’interruption marketing: il marketing che rompe le scatole, che interrompe la visione di un bel film con la pubblicità in televisione. Ora la pubblicità tradizionale

    sta morendo
    e anche se qualcuno cerca di darle un futuro grazie a Dio cominciano a diffondersi un’altra cultura del marketing he è la cultura del permission marketing e del viral marketing, al centro del post, che è un caso particolare di ideavirus. Per intenderci era virale la pubblicità di Hotmail “Aprite la vostra e-mail personale gratuita su hotmail.com). E’ virale anche la parodia di Guerre Stellari che sta incassando più della saga fantascientifica. In qualche modo anche Harry Potter purtroppo è virale. Quidi il viral marketing è il marketing che ha smesso di vendere alla gente e che ha cominciato a usare gli untori (prezzolati e non per vendere). L’ingrediente che lo può rendere a tutti gradito e non rompi balle come l’onnipresente pubblicità è il permesso da parte delle aziende di comunicare con i loro clienti. Consiglio a tutti un agile lettura sul punto in questione: Propagare l’ideavirus di Seth Godin, Achera Words Editore.

  11. gparker

    Non sono daccordo con il tuo astio per il viral marketing. Secondo me erroneamente assolutista il punto di vista che applichi…. Il viral marketing oltre che essere una strategia di previsione e pianificazione è anche una forma, un modello, per comprendere la realtà, quei fenomeni che, come hai detto anche tu, esistono da sempre. I trendesetter e opinion leader sono, al di là delle speculazioni che si fanno sul loro ruolo, dei modi efficaci per comprendere i movimenti sociali di mercato. Non pensi?

  12. personalitaconfusa

    Eh, questo del trendsetter (burp) prezzolato è un mestiere che mi interessa, dove si manda il curriculum?

  13. pnamrt

    Ho l’esame di marketing tra pochi giorni, posso usare l’esempio del panettiere?

  14. personalitaconfusa

    G. PARKER: certo, ma non è una vera strategia, dai: solo un modello, o il passaparola con un nome diverso. E quando un tale viene a dirmi che lui si occupa di viral marketing lo prenderei a schiaffi. (ah, il farmacista di via predabissi è un cretino, invece quella di via pordenone è carina e gentile, siccome non avevo gli spiccioli mi ha pure fatto lo sconto di 5 centesimi sulla borocillina.

  15. tremori

    Ma il fatto che il mondo intero (mica solo Mirabella Imbaccari o Caropepe Valguarnera!) stia rischiando una pandemia a causa dell’Influenza dei Polli (stime pessimistiche arrivano sino alla possibilità di 400 milioni di persone morte in pochi mesi…pessimistiche, ok, ma io mi tocco ugualmente i coglioni!) puoi averci qualcosa a che fare co ‘sto Virla Marketing? O è forse Viral Marketing quello fatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel diffondere tali catostrofiche eventualità… e se sì: che cacchiarola vorrebbero venderci?

  16. loxmetender

    e poi come si pronuncia? e cosa dire del field marketing, del direct marketing, marketing b2b, del guerrilla marketing? è tutto finto.

  17. loxmetender

    e comunque ti confermo…il bar tabacchi di Piazza Piola è aperto anche ad Agosto (Viral Marketing?)

  18. Petarda

    il p.s. contiene delle verità.

    ma chiediamo a uno/a studentello/a in scienze della comunicazione cos’è un opinion leader, allora. e chiediamoci se essere a conoscenza di certi meccanismi serva a capire meglio certe strategie governative. voglio dire, quelle che per te sono minchiate solenni per qualcun altro sono strumenti per manipolare il consenso. o no?

    e se poi siamo in vena di strafare, chiediamoci pure perché il caro vecchio tamtam si sia trasformato nella ciofeca viral marketing! in realtà è l’unica cosa che mi interessa veramente sapere, anche perché ho il palmo in fremito pre-ceffone morettiano.

  19. tremori

    …e ora potrei anche dire che “Virla” era voluto, un gioco di parole, un calambour alla Bergonzoni… peccato che a volte la mia cara QWERTY è moooltooo più ironicamente arguta di me! 😛

  20. hamlin

    beh da una personalitàconfusa nn mi aspettavo una spiegazione così lineare, complimenti x il kiarimento sul viral marketing, terrò conto delle tue capacità comunicative nel caso avessi bisogno di delucidazioni

  21. utente anonimo

    L’esempio del panettiere, così posto, non mi sembra proprio calzante. In effetti il panettiere che acquisisce clienti solo in virtù del fatto di fare il pane bono (e che si sappia in giro) di (viral) marketing ne fa punto. Se con viral marketing s’intende non il passaparola in se’, ma lo sfruttamento dello stesso (“insieme delle tecniche tese ad incoraggiare il cliente a consigliare a terzi un certo prodotto”), allora mi devi fare l’esempio sì del panettiere, ma di uno che (boh) distribuisce in negozio il volantino “ti è piaciuto lo sfilatino? Domani mandaci tua nonna che le regaliamo due maritozzi”.

    Comunque il miglior esempio lo hai già citato nel post: non e’ il link reciproco tra pagine blog un efficace (e legittimo) esempio di viral marketing?

  22. brule

    Sottolinerei l’importanza della prima massaia, dalla quale scaturirebbe il viral. La prima massaia non può essere una qualunque.Deve essere riconosciuta nei vari ambiti sociali, deve avere una sorta di importanza fra le altre, personalità forte, sennò puoi fare il pane migliore del mondo, ma se non passano le trendsetter giuste lo puoi metter in freezer e mangiarlo la domenica.Gli italiani son fatti così: la simbatia prima di tutto.

    Soprattutto in provincia.

  23. utente anonimo

    L’ottimo tremori che conia V I R L A per error di tastiera – e checché se ne dica niente accade per caso – è la ciliegina che addolcisce la strenua lotta contro le sòle, marchio che mi sento di apporre all’argomento di cui ti chiesi conto dopo avere letto questa cristallina spiegazione.

    Poi una riflessione, non è tanto la definizione quanto il significato che attribuiamo noi alle parole ad avere, come sempre, valore. Non è un caso che si utilizzi l’inglese – non dico niente di nuovo ma rispolvero – quando l’italiano non basta per commettere reati.

    L.R.P.

  24. custodedellenuvole

    l’unico viral al quale riesco a pensare, al momento, è il mio raffreddore con febbriciattola…

  25. anchorless

    gentile personalitaconfusa, mi sembra di poter dire che se ogni tanto faccio un giro sul suo blog è a causa di un subdolo fenomeno di viral marketing…lei sa impastare molto bene la farina.

    stefano

  26. spad

    sigarello magico?

    sigarello magico???..

    neanche mio padre lo chiama così..

    cannone.. si dice cannone, o spinello, se vuoi essere più delicato.. ma sigarello magico.. sigarello magico proprio no!!..

  27. utente anonimo

    Dì no…E-VIRA’L! Questi markettingari sono sempre molto pragmatici. Viral è viral. Comprendo la provocazione di applicare il modello in vari contesti ma, altro che buon vecchio passaparola, la finalità lucrosa non è mai da sottostimare…secondo me.

    Metti che ti trovi in un locale a berti chessò…un chinotto, un’acqua brillante, una cedrata…e ti si accosta una graziosa donzella. Scambi con lei quattro chiacchiere e, fra un discorso sui massimi sistemi e uno sulla sessualità degli angeli, ti cita una marca, elogiando l’utilità, la bontà o la qualità di questa o quella novità. Fatto casuale. Bacino bacino, arrivederci.

    Ti ricorderai ovviamente solo della sua avvenenza.

    Ma quando vai a fare la spesa, nell’esitazione onesta del consumatore, per caso non assocerai, forse anche involontariamente, quel prodotto ad un qualcosa di piacevole e dunque lo metterai nel carrello?

    Aggiungi che per fare ciò la fanciulla in questione abbia un riscontro, seppur minimo, di tipo pecuniario…

    E intanto il virus nel tuo sistema limbico è instillato…

    E questo è il meno…il germe latente non solo potrebbe infettare te ma, qualora tu abbia l’imp(r)udente idea di diffondere il verbo, perfino renderti ignaro vettore (questo solo nel più catastrofico dei casi).

    Elvira l’igienista

  28. utente anonimo

    ma lo hai letto Tipping Point? 🙂

  29. utente anonimo

    Fatemi capire : se riesco a far spargere la voce che sono disponibile ad andare a letto con tutte le donne che me lo chiedono, che succede ? No, per favore, siate seri, mi serve una risposta. Sta a vedere che ho trovato come sfangare…

    Ciao

    Bruno

  30. utente anonimo

    Bruno, ho idea che la prestazione che hai da offrire incontri un mercato già saturo. Forse aggiungendo un minimo di escusività/originalità al prodotto…chi lo sa?! In bocca al lupo.

    moll flanders

  31. utente anonimo

    tremate, o voi Vergini dai Candidi Manti! http://www.espropriproletari.com/

    ps: una bevuta al/alla prim* che indovina la citazione nascosta. Ma che dico, Citazionissima!

    (gringo, sei tornato scoppiettante come un petardo. Son cose che fan piacere vedere, smile)

  32. Rasmus

    magari a settembre in farmacia c’è il vaccino ^^

  33. personalitaconfusa

    #Taniot: argh…
    #Rasmus: son cose.
    #37: supremo. questa è una case history che meriterebbe un post a sè (presto su questi schermi, forse)
    #36:Euripide?
    #33: che??
    #Elvira l’Igienista: a beh, di questo passo, qualsiasi cosa è marketing virale.
    #Spad: ma anche no.
    #stefano anchorless. si capisce.
    #Custodedellenuvole: borocillina?
    brule: certo. (o tempura, o mores…)
    #24: non so, ho parlato con il direttore marketing del mio blog: sostiene che l’esempio dei maritozzi non rientra nelle tecniche di “viral marketing” tout court ma casomai in quelle di “sales promotion” o “member get a member”. augh.
    #hamlin: siam qui apposta.

  34. utente anonimo

    il Virla marketing mi ricorda tanto il Pirla Marketing… del resto stiamo parlando di trendsetter…

    redden

  35. Franfiorini

    Non ci ho capito nulla ma ho capito che ho azzeccato il corso di studi.

  36. CaraOtta

    VIRAL HELPING: mi serve Repubblica di ieri (SOS!!), possibile che nessuno lo legga? possibile che tra i nonsoquanti lettori di questo blog nessuno… aiutoooo… Comincio a pensare che Repubblica non esista.

  37. Squonk

    Mapercaritadiddio, Confuso, non mi faccia il luddista di ritorno.

  38. utente anonimo

    Beh…solo gli aspetti più purulenti e deteriori.

    O’ Rasmus. Secondo fonti P.N.Uff (per niente ufficiali) ma vicine al Min. Sal., il protocollo per il vaccino si è arenato in fase sperimentale. Pare che l’industria farmaceutica che ne possiede la formula, nonostante un iniziale interesse alla commercializzazione del ritrovato (a causa dell’estrema virulenza dunque diffusione del morbo), non sia più stimolata al rifinanziamento di tale procedura in quanto la somministrazione del farmaco sui criceti utilizzati come cavie provocò loro pericolosi effetti collaterali. I roditori in questione, infatti, manifestarono inusuali quanto non previste: irritabilità, facoltà d’ideazione e d’azione; nello specifico rifiutandosi di correre nella ruotina ed eseguendo ripetutamente il gesto dell’ombrello verso i ricercatori (della serie, col cazzo che facciamo ciò che vi aspettate che noi facciamo). Tale risultato venne valutato un insuccesso e la sperimentazione umana non opportuna. I dati della ricerca e il protocollo tutto andarono misteriosamente smarriti ma alcuni ben informati (di cui ometto i nomi per preservare la loro sicurezza) rivelano che, negli inverni della ragione, se ne accese una pira e le residuali ceneri vennero disperse al vento. Dei criceti non si ebbe più notizia.

    Quindi, nella vana attesa di una profilassi adeguata, o ci si ammala o ci si tempra il sistema immunitario in modo indipendente o, quantomeno, ci si illude di farlo. Grazie PersonalitàConfusa per la tua lungimiranza. Per inciso, notori sono gli effetti terapeutici degli oppioidi in vari campi… :-p ciao

    Elvira l’igienista

  39. Rasmus

    Elvira..i criceti stanno a casa mia, gli ho dato rifugio dopo il falò e la conseguente fuga..

  40. utente anonimo

    Un esempio di viral marketing? Gmail.

  41. skyclad

    Gmail ne è un’evoluzione.

    Nel web tutto ha inizio con Hotmail e quel breve messaggio che appiccicavano in calce ad ogni messaggio in uscita.

    Cosa molto diversa da un passaparola, che ha contribuito all’aumento esponenziale degli utenti hotmail.

    Gmail è andata oltre.

    Gli utenti non cliccano un link ricevuto: non lo ricevono affatto, ma sanno che esiste.

    E sono loro stessi a mendicarlo.

    A questo è servita (e serve) la strategia dell’invito.

  42. utente anonimo

    dopo questo post ti nomino re del mkt..hai capito l’intera essenza del mkt.

    bresaola

  43. utente anonimo

    no, ritenta gringo, Citazionissima per te farà lo straordinario ;o).

    Lo so, non ci crederai, ma LuciferoKulo mi ha affascinata subito; anche perché ricorda il “Ci uccidono con l’onda” della mia adolescenza…

    V

  44. utente anonimo


    hai scritto dio maiuscolo, perchè?

    sei diventato un neo-creo in vacanza, o è retaggio confuso nel neurone confuso? Te lo chiedo perchè, secondo me, è un problema (?) di molti laici, laic mi. Scarlett

  45. utente anonimo

    eh si’… ma ora ci spieghi che e’ “sales promotion” e “member get a member”! O mi dai il numero del direttore del Marketing…

    Utente Anonimo #24

  46. journal

    Vip di Turno (www.vipditurno.splinder.com) ti invita a partecipare alla 2 edizione di “Le Stelle” (www.lestelle.splinder.com).

    Hai personalità, voglia di metterti in gioco e soprattutto hai un blog e vuoi partecipare a un reality?

    Se vuoi essere protagonista della 2 edizione del reality blog di successo “Le Stelle”

    allora scrivi a vipditurno@libero.it. Ti verrà inviata la scheda per partecipare alle selezioni 2 edizione

    di “Le Stelle”. Scegli di essere protagonista!!!

  47. precario

    Se vogliamo fare un elenchetto dei termini più assurdi dell’aziendalese, segnalo anche i giovani “skillati”, che hanno capacità di “problem solving” e ti “forwardano” la “quote”. Anche se l’apoteosi la raggiunse un alto dirigente di una multinazionale, che parlando di Pmi (le Piccole e Medie Imprese, sigla italiana al 100%), ebbe il coraggio di chiamarle “pi-em-ai”.

    Saluti

  48. nulladitroppo

    E se “Dio” fosse uno dei primissimi esempi di questo “fantomatico” viral marketing?

  49. DevilsTrainers

    per il pane buono tutto dipende dalla qualità dell’acqua usata per impastare…

    amen.

  50. quatermass

    Egr.Sig.Corfù,

    Nel “medico della mutua” con Sordi c’era la scenetta della moglie e della madre del medico che fingevano di trovarsi per caso in bottega e dicevano a voce altsissima di essere andate dal dottor tal dei tali (tersilli?) che era tanto bravo ecc. ecc. Insomma spargevano bacilli del Viral Marketing. Quindo si può parlare di Vira Marketing Indotto (Inducted V.M.). Se a spargere la voce è ualcuno di “noto” nel giro potremmo avere il Viral Marketing Testimonial Inducted (VMTI). Ad esempio la lista dei links di un blog frequentato è un caso di V.M. High-References T.I., anzi meglio: VM H-R Web-Test.I.- Che nel Suo caso (essendo la S.V. una blogstar) si potrebbe parlare di H/R-BlogStar/Test.WebInducted-VM.

    Detto questo La pregherei di passare alla bottega dove fa la spesa invitando i clienti a collegarsi al mio blog perchè è da un po’ che stanno calando le visite e mi annoio.

    Alla Prossima,

    Quat

  51. utente anonimo

    senti, e il ninja marketing cos’è invece? ,-)) (occhiolino ma non troppo, ninjamarketing.it)

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