L'arte di fare la popò

Tra tutte le umane attività ricreative, una delle più nobili e sottovalutate è fare la popò. Si badi, non il “farla”, non il gesto della produzione della medesima, ma l’attività in sé, che implica raccoglimento e riconciliazione con l’Io. Infatti è questo un momento ideale per ritrovarsi con se stessi senza correre il pericolo di esser disturbati, giacché la porta dell’ambiente ove l’occupazione si svolge è chiusa a chiave: quindi nessun attore esterno può intralciare o ostacolare l’attività stessa, se non con grida o altri segnali sonori (lo squillare del telefono, il suonare del campanello) che il soggetto recluso non può né vuole recepire. Si tratta di un momento da dedicare alle letture care, alle meditazioni. Quando si è stanchi di tutto e non si vuole avere a che fare con alcuno, tapparsi in casa rischia di non bastare, poiché l’agente disturbatore può facilmente entrarvi e obbligare ad interagire con lui.
Ma in bagno, no. Non può.

L’attività di cui parliamo rappresenta un’occasione di quiete e di riscoperta del proprio corpo. Non è paragonabile ad altro svago da toletta come ad esempio potrebbe essere la doccia: sotto la doccia non si può leggere, per dirne una. E sotto una doccia non si può riposarvi seduti. Viceversa il bagno in vasca è forse simile: ma in tal caso il soggetto deve possederne una, di vasca, e nelle società moderne – dove gli spazi abitativi sono quello che sono – questo non sempre accade.
Nel nostro innominabile caso, invece, la lettura pare essere un aspetto quasi indispensabile. Muto testimone è lo sgabelletto. A molti sarà capitato di visitare una stanza da bagno altrui e di aver notato il simpatico accessorio. Si tratta di uno sgabello in plastica molto basso, inservibile come sedile e di apparenza ingombrante in un vano già ridotto nelle dimensioni quale la stanza da bagno è. Lo sgabelletto non può avere alcuna altra utilità eccetto quella di fungere da leggìo durante l’atto.

Coloro che tengono in bagno uno sgabelletto sono persone di buon cuore. Amanti della narrativa, della conoscenza, e quindi della saggezza. I migliori, poi, tengono in bagno anche una piccola biblioteca di libricini e di riviste.

Va detto che l’atto di trincerarsi in bagno con la giustificazione del fenomeno fisico svincola dal concretizzarsi della produzione effettiva. Si può benissimo restare lì, isolarsi e basta, leggere o pensare senza produrre alcunché, nè provarci, e senza sentirne la reale necessità. Dopo, a nessuno verrà in mente di chiederci quale risultato materiale sia stato raggiunto.
Lo scopo ultimo, infatti, è la contemplazione, non la creazione.

83 Comments
  1. Exteban

    hai per caso sentito “Sogno-B” di Daniele Silvestri?

  2. ale.tele

    caduta di stile??? è clemente con se stesso, direi.
    del resto, signor confuso, chi di noi può dire di non aver cacato, almeno una volta, nella propria vita?

  3. lsslba

    ah bravissimo, ottimo post. infatti ti devo dire, caro confuso, che sono appena tornata dalla mia stanza da bagno dove ho meditato e contemplato e riflettuto, ma anche prodotto, sicchè ora mi sento più leggera.
    che bello.

  4. utente anonimo

    eppure fare la cacca è *veramente* una delle attività più nobili… e anche utili direi, è un’ottima cartina tornasole sul proprio stato fisico, tant’è vero che durante un’influenza o un raffreddore bisognerebbe cercare di farla in tutti i modi, cosicché si… ehm… cacano anche le tossine del corpo… ma qui vado troppo sull’ayurvedico, meglio che mi fermi…
    Buona cacca a tutti! 😀

  5. fboss

    e chi ha due sgabelletti? è perchè ha più cultura?

  6. utente anonimo

    Simpatico, ma ancora non capisco come si riesca a meditare in santa pace, con lo sgabello che funge da leggio e seduti sul lavandino…

  7. utente anonimo

    Mi spiace dover contraddire l’assunto iniziale del post, ma di cacca sui giornali ce n’è fin troppa
    😉
    C’è un altro quesito interessante collegato a questa attività: il bidè si usa fronte a muro o schiena a muro?
    Ciu

  8. utente anonimo

    decisamente sì!
    non posseggo il mitico sgabellino. Tutta la mia biblioteca da cacca è situata sopra la lavatrice che da essa ne è sepolta. Oltre a giornali, riviste e libri, c’è anche un atlante. Cacare a Chinatown pensando di essere in un atollo del pacifico…

  9. gilgamesh

    Quest’elzeviro, Signor Confuso,
    è apprezzabile invero assai;
    è benchè vero che quanto proluso
    potrebbe peraltro recarle guai.

    Pensi agli stuoli d’autori blesi
    che del suo leggerli in tale ambiente
    potrebber dirsi perfino offesi
    come se il fatto fosse indecente.

    Ma io concordo: sarei mendace
    a sostener che esista un posto
    miglior per leggere in santa pace
    quel che altri hanno ivi composto.

  10. utente anonimo

    in effetti se cachi nel lavandino un po’ fesso sei…

    io non ho lo sgabelletto ma il praticissimo bidet posto davanti al wc utilizzabile nelle diverse fasi dell’operazione: piano di appoggio lettura in fase di meditazione-espulsione che con balzo felino frontale avvitato capriolato si utilizza per pulitura orifizio nel post espulsione.
    pi

  11. utente anonimo

    Dopo lunghe discussioni con vari architetti temo che non esista una risposta esatta, troppi fattori in gioco 🙂
    Ciu

  12. Marcellus

    Finalmente! Sento la condivisione di uno dei momenti più importanti della vita. Il cacare. E’ un momento che deve essere vissuto bene. Perché é un momento quotidiano imprescindibile (a parte gli stitici che cacano più di rado). In questo mondo di gente che caca di fretta (e qualche volta si dimentica di pulirsi bene il culo) sono convinto che tanti dei mali derivano proprio dal non avere cura per il momento defecatorio. Io ci dedico sempre molto tempo… io divento il re del bagno che posso riempire a mio piacimento di flatulenze e puzze… io ultimamente con molta calma mi ci sono dedicato ad una lettura accurata dell’opera omnia di Ellroy. Voglio andar contro la credenza che al cesso bisogna leggere roba di cacca. Forse ciò può essere vero per gli stitici che hanno bisogno di mettere in moto i propri sfinteri. Per me che non ho questo problema, la soddisfazione massima é leggere in quel contesto del tutto mio cose chye mi danno grande soddisfazione. Ricordo con piacere le belle letture consumate sulla tazza e interrotte solo inurbanamente da conviventi incazzati dal mio monopolozzare il cesso…

  13. falsomagro

    Riflessioni sparse:

    1- quando a casa non riesci e devi farla nel cesso dei prof a scuola, con le bidelle cacacazzo che dopo quaranta secondi ti chiedono se tutto va bene, e devi ampliare la colonna sonora per allontanarle.

    2- non già sgabello, ma cesto portabiancheria in plastica bianca con coperchio inclinato a 45° e maniglietta reggilibro.

    3- radiola su cassetta del cesso

    4- posacenere al lato dx

    5- Caca duro/piscia forte/mai paura/della morte !!!

  14. gilgamesh

    Per Ciu, riporto da http://www.abietto.net/forum

    Etimologie Misteriose:

    Il Cavallino Bidet (o bidé)
    Dall’antico francese “bider”, cioe “trottare”, viene bidet, cioè “piccolo cavallo” e il “bidé” articolo sanitario, che s’usa, appunto, cavalcionandolo.
    L’oggetto (da noi chiamato inizialmente “bidetto” o “cavallino”) è dunque invenzione francese e anzi, pare che sia stata proprio madame de Pompadour ad idearlo.

    Ma allora perché pare che in Francia, come peraltro in Inghilterra, non se ne faccia uso???

  15. gilgamesh

    Da quanto riportato, e da stralci di notizie presenti altrove, pare che l’uso di tale sanitario si sia diffuso inizialmente soprattutto nei bordelli, dove veniva usato cavalcandolo faccia al muro.
    Diciamo che entrambe le posizioni sono corrette, dipende semplicemente da quale parte del corpo si deve sottoporre ad abluzioni :o)
    Quanto al fatto che sia diffuso soprattutto da noi, poco usato in Francia, sconosciuto in Inghilterra, guardato con sospetto negli USA e in Australia usato soprattutto per lavare la biancheria (sic) è soltanto la controprova del fatto che, pur con tanti difetti, qui in Italia si è decisamente più civili (e amanti delle comodità e della bella vita) che altrove da questo punto di vista.

  16. gilgamesh

    Dott. X§°, la fattura per la consulenza al solito indirizzo, chè tanto lo so che paga in pizze di fango del Camerun, come sempre?

  17. crayon

    ciao, vorrei consigliare un libro adatto all’argomento:
    Un’idea pericolosa, e affascinante…

    di Andrea Pinchera (http://magazine.enel.it/boiler/arretrati/108cagliano_rec.shtml)

    «NON LO ABBIAMO ancora detto in modo esplicito: parliamo di quell’impronunciabile bisogno per il quale l’italiano volgare – pensiamo solo a Dante – non ha trovato ancora la parola giusta. Oscillante com’è tra suoni che ricordano la voce della mamma – hai fatto la popò? -, altri cacofonici – la cacca -, altri ancora inappaganti nel comune scambio di opinioni – le feci -, parola che suggerisce più un assolvimento siciliano di adempienze che un bisogno. In ogni caso, sono tutte parole fonte di sorpresa, la prima fonte di sorpresa in tema escrementale. Portano dritte alla scoperta che nella sua genesi si nascondono eventi intestinali, certo, ma anche nazionalismo, storia, poesia, etimologiche incertezze». Stefano Cagliano ammette subito che scrivere un libro sul succitato argomento è un’idea pericolosa, sebbene non originale. Lo stesso autore, un medico con una spiccata inclinazione alla divulgazione scientifica, elenca una serie – non cortissima – di titoli che hanno preceduto L’impronunciabile bisogno (la scelta “allusiva” denuncia d’altra parte tutta la delicatezza del tema). Ma è un’idea anche affascinante, nella quale si getta – opps! – con evidente entusiasmo.

    Cagliano non teme la volgarità, è abile nel passare di registro dal serio al faceto e aggredisce l’argomento escatologico da diversi punti di vista: medico, storico, psicanalitico (come ignorare le tante pagine scritte da Freud sugli escrementi!), artistico. Dalla “merda d’artista”- i novanta barattoli confezionati da Piero Manzoni nel 1961 sono stati valutati nel 1998 più di settanta milioni di lire – alla “religione delle evacuazioni” alimentata per secoli dalla medicina, dalla storia dell’igiene alla rimozione alla quale la civilizzazione moderna ha condannato l’argomento. Almeno apparentemente. Perché di “cacca” si parla ormai ovunque, più o meno esplicitamente. Come ricorda lo stesso autore, Daniele Luttazzi ne ha portato un campione – in plastica – in televisione, mentre Oliviero Toscani le ha dedicato un album fotografico. Le barzellette ne sono piene, come i discorsi privati di persone più o meno in pace. Cagliano coglie tutti gli spunti possibili e cerca di sistemare un po’ di paletti. Anche filologici. Il termine “merda”, per esempio, non ci arriva dal francese, come alcuni pensavano per il famoso episodio legato al generale Cambronne, ma era diffuso nel Trecento. La prova? Ovviamente Dante, che nell’Inferno scrive: «Vidi un col capo sì di merda lordo/che non parea s’era laico o cherco».

    ——————————————————————————–
    Stefano Cagliano
    L’impronunciabile bisogno
    Raffaello Cortina Editore 2002
    189 pagine – 10,50 euro

    Stefano Cagliano è medico, giornalista e divulgatore scientifico. Collabora a Panorama, La Stampa e al trimestrale culturale Prometeo. Tra le sue pubblicazioni, Dieci farmaci che sconvolsero il mondo (Roma-Bari 1989) e Guarire dall’omeopatia (Venezia 1997).

  18. personalitaconfusa

    o GILGAMESH, la ringrazio della simpatica poesiola. (per la fattura si rivolga allo sportello 7845)

  19. personalitaconfusa

    CRAYON, ohibò, e questo ci ha pure scritto un intero libro? e io che che temevo che un post fosse fin troppo audace. vabbè, son cose.

  20. sphera

    Nella casa dove andrò ad abitare c’è un microscopico, grazioso vano con piccolissima finestrina, posto in cima a una scaletta, nel quale al momento è installato un water. Dal momento che concordo sul fascino del momento meditativo e letterario che si attua in simili ambienti, farò l’audace tentativo di smantellare il sanitario e sostituirlo con una seggiolina. Funzionerà come nicchia di lettura e meditazione? o esse sono imprescindibili dall’espletamento della funzione fisiologica di cui al titolo?

  21. utente anonimo

    Caro x§°, mi spiace contraddirti. In tutta la Cina (un quarto della popolazione mondiale) è considerato normale defecare in pubblico e molti gabinetti non hanno affatto le porte. Basta poi un qualunque viaggio negli Stati Uniti per imbattersi, prima o poi, nei famigerati cessi “saloon”, dove la privacy è un optional affatto previsto.
    Infine, ti segnalo che i bambini di tutto il mondo, nel passaggio dal pannolino al vasino/water, non amano affatto ritirarsi in privato, ma anzi considerano un gesto di grande valore affettivo mostrare (offrire) ai propri genitori la propria cacca.
    N.B. Nonostante stia facendo colazione, non ho potuto esimermi dall’entrare sulla questione. Ora mi ritiro in bagno.
    C.

  22. ezraz

    se non trovo nulla da leggere, mi accontento anche delle istruzioni per l’uso dei detersivi o di qualsiasi prodotto igienico, ma in gioventù ho tenuto in bagno i migliori concerti per chitarra e voce sfruttando la magnifica acustica di cotale locale. bacibà

  23. Marcellus

    Defecare in pubblico mi inorridisce… e la mia sacra privacy? e il mio puzzo mischiato a quello degli altri… é un mondo degenerato e speriamo che i cinesi e gli americani non si impongano anche nell’imposizione dei loro usi e costumi defecatori!

  24. fatboy

    “la merda non e’ cosi’ brutta come la si dipinge”
    e ho detto tutto

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  25. rena

    Beati voi che ancora potete acculturarvi in bagno senza problemi, chi come me ha due bambini (e un cane) si è purtroppo dimenticato di questo antico rito, dopo dieci secondi di seduta, ad andar bene, arriva Tommi con un quaderno in mano e vuol sapere come si calcola il perimetro del rettangolo, Emma invece, che ancora non va a scuola, con una bambola in mano vuole un aiuto ad allacciare il vestitino… ed anche si lamentano se l’aria non profuma di pino.

  26. reginadelsole

    In effetti sta scritto anche nei Vedanta, nella Torah, nella traduzione dei Settanta….in bagno più che in chiesa o nelle moschee, siediti e contempla!!Poi, però, se non produci,fave di fuca e 5 atti di dolore…

  27. boinz

    A proposito della cacca, come dimenticare l’Inno del corpo sciolto del Benigni?
    (http://web.tiscali.it/raskz/Follie/innodelcorposciolto.htm)
    Invece sulla lettura in cesso, io non utilizzo il leggio. La mia posizione è quella -notissima- del motociclista da strada, con il corpo reclinato in avanti (a esercitare pressione sugli intestini), i gomiti appoggiati sui ginocchi e il giornale sui palmi delle mani aperte.
    Per quanto riguarda le mie letture da cesso bisogna distinguere tra “regular season” e “summer holidays”: nel primo caso trovano largo spazio gli inserti della repubblica, Film TV, L’espresso, vecchi quotidiani, vecchie riviste specializzate (Le Ore); nel secondo caso -grazie alla quantità di tempo disponibile- è invece di rigore il romanzo di turno, i giornalini (Ken Parker in testa), Linus.

  28. Marcellus

    Ah le Ore! e “Supersex” dove lo mettete? Gabriel Pontello che faceva “Ifix tcen tcen” un classico dell’adolescenza toilettesca… e dopo bisognava ricordarsi di nascondere la rivista nel cassonetto dello sciacquone… sennò mamma arrossiva e ti diseredava!

  29. personalitaconfusa

    Ehm, Marcellus, veramente si parlava di altro tipo di letture… e comunque, sullo sgabelletto si sconsiglia la lettura di quotidiani, poco comodi.

  30. utente anonimo

    Personalmente mi ritengo fortunato! Il mio bagno è perfetto!
    A sinistra del Water c’è una fornitissima emeroteca aggiornata settimanalmente.
    A destra dell’oggetto in questione c’è il bidet (per chi si arrovellava su quale la posizione giusta, riporto la mia esperienza: essa non dipende dal retaggio culturale o dall’educazione, bensì è legata al codice genetico, come lo è il colore degli occhi. Infatti, in una famiglia di 4 elementi, mio fratello è l’unico che si lava schiena a muro).
    Tornando al bidet: ottimo posacenere che usato così fa girare le balle alla mamma.
    L’ambiente così ricostruito è di una tale accoglienza che mi è particolarmente difficile cagare in bagni che non siano miei! Se sto via fino ai due giorni, preferisco trattenermi… e poi torno a casa, con la mia media delle 3 sedute giornaliere…

  31. Marcellus

    già, i quotidiani… ricordate il formato lenzuolo? prima che il tabloid la facesse da padrone, la superficie dei quotidiani si misurava in are… ricordo i miei sforzi al cesso per leggerli… quando poi riportavo il giornale sezionato con la pagina sportiva al posto della prima pagina a mio padre lui si incazzava e si è sempre chiesto l’origine di quelle macchiettine marroni… ehm!

  32. sphera

    Siete poco snodati: io ho sempre letto il quotidiano aperto sul pavimento.

  33. Marcellus

    Il problema del quotidiano sul pavimento é che per un’evidente legge della fisica, l’inclinazione delle chiappe non é consona ad un ammaraggio sicuro del prodotto… con conseguenze facilmente immaginabili…

  34. chinaski77

    Ah, vi invidio molto, voi cacatori assorti. Io di solito me la sbrigo in meno di cento secondi. E’ difficile leggere qualcosa, in meno di cento secondi.
    Tranne “Il piccolo principe”, ovviamente. Che tra l’altro aiuta.

  35. boinz

    Questa distinzione tra bidé di faccia o bidé di muro la trovo curiosa. Io mi metto di faccia o di muro a seconda dell’oggetto delle mie abluzioni.

  36. utente anonimo

    Grande post!
    Con grande sorpresa, nessuno ha nominato la “Settimana Enigmistica”!, come mai? E’ vero che occorre concentrarsi, ma almeno le barzellette! La mia “lettura” preferita!!!
    Nota riguardo il bidet (da parte di una che attualmente non ce l’ha, visto che in Svizzera non usa): e’ vero che e’ stato inventato in Francia nei bordelli, ed e’ proprio per questo che e’ visto con circospezione! Anzi, e’ considerato uno strumento da prostitute! Quindi, attenzione!!!

  37. utente anonimo

    Ah, sacrosante parole. Io, alle superiori, studiavo spesso seduto sulla tazza del cesso. Ora sto in una casa dal bagno minutissimo, non ho spazio per lo sgabello né per leggere e ciò m’intristisce assai. Nella casa precedente, invece, avevo accumulato pigne di simpatiche riviste (Io Donna, Sette, Venerdì di Repubblica, La Repubblica delle Donne) sul termosifone accanto al cesso e mi dilettavo in cotali letture. Bei tempi!
    Stefano

  38. chickcorea

    Mi perdoni la multipla personalità confusa ma a suo tempo scrissi un corollario di questo post, prevedendone anzitempo la stesura…è QUI’

  39. spad

    ma non vengono le emorroidi a stare tanto al cesso a leggere?.. (non voglio saperlo..)

  40. utente anonimo

    Sono cinque le attività piacevoli della nostra vita e – guarda caso – tutte legate alla perpetuazione della specie. In ordine alfabetico: bere, defecare, dormire, giacere esso lei/lui e mangiare.

  41. Marcellus

    No, le emorroidi no, al massimo mi si informicoliscono le gambe… grosso problema quello della circolazione sanguigna nella parte inferiore del corpo dopo una mezzoretta di seduta…

  42. Angostura

    è un filino lunga ma è la celebrazione migliore al tuo post:

    L’inno del corpo sciolto

    Roberto Benigni

    E questo è l’inno-o
    del corpo sciolto
    lo può cantare solo chi caca dimorto
    se vi stupite
    la reazione è strana
    perché cacare soprattutto è cosa umana.

    Noi ci si svegliamo e
    dalla mattina
    i’ corpo sogna sulla latrina
    le membra riposano
    ni’ mezzo all’orto
    che quest’è l’inno
    l’inno sì del corpo sciolto.

    C’hanno detto vili
    brutti e schifosi
    ma son soltanto degli stitici gelosi
    i’ corpo è sano
    lo sguardo è puro
    noi siamo quelli che han cacato di sicuro.

    Pulissi i’culo dà gioie infinite
    con foglie di zucca di bietola o di vite
    quindi cacate
    perch’è dimostrato
    ci si pulisce i’culo dopo avè cacato.

    Evviva i cessi
    sian benedetti
    evviva i bagni, le tualet e gabinetti
    evviva i campi
    da concimare
    viva la merda
    e chi ha voglia di cacare.

    I’bello nostro è che ci si incazza parecchio
    e ci si calma solo dopo averne fatta un secchio
    la vogl’arreggere
    per una stagione
    e colla merda poi far la rivoluzione !

    Pieni di merda andremo a lavorare
    e tutt’a un tratto si fa quello che ci pare
    e a chi ci dice, dice
    te fa’ questo o quello
    noi gli cachiam addosso e lo riempiam fino al cervello

  43. metallicafisica

    la parola Cacca è bandita?
    Verso la fine del post un lapsus mi ha fatto leggere Produzione Affettiva…Tutto sommato è un lapsus con una sua logica direbbe il vecchio Sigmund
    Saluti, mf

  44. pogmotoin

    Se la cosa può interessare io ci leggo i verbali delle riunioni di lavoro. Ahimè una volta mi addormentai. Fui svegliato con sgomento dalla solita signora delle pulizie. Son cose.

  45. utente anonimo

    cara Personalità, sono d’accordo con te sulla meditazione ma non sulla lettura. by the way, avendo letto il tuo post come prima cosa questa mattina poi cagando ho pensato a te:-D
    sempre ammirata
    Paolagi

  46. panda4x4

    (con le lacrime agli occhi) Io oltra ad avere un ampia scelta oltre alla seduta, nel bagno, unisco l’utile al dilettevole e, lo stesso luogo – a parte brevi frammenti di vacanza – è per me il principale luogo di cultura: l’unico ormai, nel quale possa tranquillamente dedicarmi alla lettura. Ma il focolaio domestico, comunque, racchiude le sue insidie ed ha le sue tappe da rispettare…
    Ma torniamo alla seduta di lettura, anchi pensai a tempo debito, di montare una mini biblioteca, ma: un pensiero mi ha subito distolto dal farlo, perchè nonostante il “mio” bagno personale sia dotato di candele all’aroma di vaniglia… non vorrei che col tempo, delle vecchie letture, sapessero troppo di vecchio!

  47. humoresque

    riflessioni a ruota libera:

    1) il bagno è il vero e autentico Pensatojo della casa, è il luogo ove c’è spazio sia per i bisogni più elementari che per il relax più esclusivo e solipsistico (vedi vasca-da-bagno+lucisoffuse+discojazz)

    2) evacuare ci relaziona retrospettivamente con la fase anale della nostra vita psichica

    3) e poi volete mettere il piacere di leggere la bustina di minerva sulla tazza? Sono certo che U. Eco e E. Scalfari non si scandalizzeranno, magari loro i pezzi li scrivono lì… OOps, che ho scritto?

    4) in fondo tutti lo fanno. Perché ci si dovrebbe vergognare di dirlo? Perché puzza? Tante cose puzzano. Le guerre preventive puzzano. Il monopolio dei mezzi di informazione puzza. La retorica puzza. Lo stato nello stato puzza. Il terrorismo puzza. La Ca**a a pensarci bene non è la più bassa delle attività umane.

  48. Marcellus

    Che la cacca sia sempre con noi e con il nostro piscio! (oltretutto scoppieremmo se ci dovesse abbandonare… su questo credo che siano d’accordo anche i ciellini!)

  49. utente anonimo

    ebbene si sono il solito guastafeste. Devo dirvi chq questa attività, per quanto nobile ha i suoi risvolti negativi. Per esempio il fatto che leggere al cesso causa immancabilmente l’addormentamento della gambe. E non ditemi che voi riuscite a leggere sulla tazza senza appoggiare i gomiti sulle coscie…

  50. Angostura

    occupazione necessaria per quello che è IL rito:
    settimana enigmistica,
    testi di riferimento presenti nel bagno:
    vocabolario di italiano
    vocabolario di inglese
    atlante europa/ atlante mondo
    bignami della mitologia
    testo di arte moderna/contemporanea
    bibbia…

  51. gilgamesh

    Carissimo X§°, ho notato che il suo blog, pur essendo molto trendy e up-to-date non ha una sua favicon caratteristica, ma solo quella standard di Splinder.
    Voglio perciò farle un regalo: se aggiunge questa riga di codice nel template, nella sezione [HEAD] subito prima del [title], a chi viene a trovarla con un browser decente (Mozilla, Firefox, Opera, Safari, insomma pressochè tutti tranne M$ IE) comparirà una trendissima iconcina trascinabile accanto all’URL, a sinistra.

    Ecco il codice:

    [LINK REL=”SHORTCUT ICON” href=”http://confuso.altervista.org/immagini/icona.gif”]

    Dovrà naturalmente sostituire le parentesi quadre con quelle angolari,ça va sans dire…

    Son cose, no?

  52. utente anonimo

    Chi l’ha detto che la “produzione” e la contemplazione non possono avvenire simultaneamente? Io mi porto sempre la penna e un quaderno.
    Se poi il “prodotto” è inservibile, può andare a far compagnia all’altro.
    Provare per credere.

  53. mysushi

    Non ho letto gli altri commenti…sono di corsa…ma mi è caduto l’occhio sul bold di Gilga…FAVICON?? se l’è??

  54. bellobello

    Miglior lettura da cesso 2001 – 2002 – 2003 : Catalogo Ikea
    Miglior lettura da cesso 2004, nominations : Catalogo Ikea, L’Espresso, Fox Uomo, Catalogo D-Mail

  55. gilgamesh

    FAVICON è quella che da una mezz’oretta circa può vedere accanto all’URL di questo blog se usa un browser compatibile :o) In parole ricche, è una piccola icona (16×16 pixel) col logo del sito, che funge da identificativo e ha anche la pratica funzione di facilitarne l’inserimento nei preferiti (basta trascinarla dalla barra degli indirizzi), e fa comunque la sua porca figura. Anzi, dott. X§°, ora che ce l’ha, potrebbe segnalarla come cool sull’apposita gallery tenuta da un tizio giapponese, sarebbe in ottima compagnia, pensi che c’è pure quella di Playboy.

  56. utente anonimo

    Lei, sig. confuso, è un maestro! Mi permetto di segnalare come ottima lettura da cesso il catalogo dei premi dell’Esselunga.
    Delta

  57. maxpower

    Creature ogni volta diverse dalle altre. Le contemplazioni, spesso, sono simili!

  58. utente anonimo

    Lo scopo ultimo non è tanto la contemplazione del prodotto realizzato, quanto quel senso di nirvana che invade tutto il corpo….una volta che hai fatto la cacca dopo una settimana che non hai MAI mangiato né verdure né frutta ma solo panini gatto&fontina.

    Daniele

  59. boinz

    Io credo che l’umanità si divida anche in chi dopo l’evacuazione si concede un bidé e chi invece si accontenta di una passata di carta igienica.
    Una statistica comparata manca ma lo stesso sono quasi sicuro che le due categorie corrispondano alla tradizionale divisione doccia/bagno.

  60. Marcellus

    da militare, con raccapriccio, ho preso atto che esiste anche un’infima minoranza che usa direttamente l’asciugamano che in tal caso non puo’ obiettivamente nemmeno definirsi più tale… BUERKKK!

  61. fantamoni

    complimenti, lei ha passato l’esame con il massimo dei voti. nessuno dei partecipanti al test è riuscito a svoglere gli esercizio in modo così completo. siamo ammirati.

  62. wlemetafore

    E il Topolino? Il Topolino è la mia classica lettura da bagno. La cosa bella è io magari facendo la cacca mi appassiono a una storia,poi magari finisco di fare cacca e mi scoccio di continuare a stare seduta allora mi porto il topolino nell mia stanza. E là il topolino perde tutto il fascino che aveva nel cesso

  63. Mandorla

    … a perte il fatto che non sono riuscita a leggere tutto il post perchè a metà sono stata colta da un’impeto furioso e irrefrenabile… volevo sottolineare che il famoso sgabellino di plastica è perfetto se messo nel box doccia… relax assicurato. Provate! 😉

  64. utente anonimo

    Desidero ricordarle che il tema, pur essendo trattato in modo perfetto, non puo’ definirsi originale: Funari ha campato una vita parlando di cessi et similia.
    kaos

  65. quatermass

    Egregio Sig. Confuso, la lettura di questo Suo post mi ha confermato nella certezza che il Suo Blog merita d’essere considerato a tutti
    gli effetti un’opera letteraria significativa nell’attuale panorama italiano. Ciò mi induce ad osservare che in nessuno dei “bagni” da me frequentati mi è capitato di rilevare la possibilità d’una connessione alla rete. Non posso escludere che esista da qualche parte del mondo un cesso con un pc collocato sul famigerato sgabello ma, in verità, lo ritengo assai improbabile (e direi anche non del tutto auspicabile). Sorge, quindi, il problema di come coniugare la nuova forma di letteratura on line con la realtà di sale di lettura “deputate” non adeguatamente attrezzate,
    Quanto al mio cesso, di dimensioni tutt’altro che modeste, dirò solo che a causa di palese errore del geometra il WC è troppo vicino alla vasca da bagno. Quindi non c’è spazio per lo sgabello ma posso poggiare i libri sul bordo della vasca. Ritengp, ad ogni buon conto, di essere comunque una persona di buon cuore.
    L’occasione è gradita per porgere distinti saluti e provvedere al linkaggio.

  66. personalitaconfusa

    MANDORLA: eh sì. 🙂
    QUARTERMASS: grazie. l’adsl da bagno potrebbe essere un’idea per la prossima campagna di fastweb
    KAOS: chi è funari?

  67. eventuali

    All’adsl in bagno temo ci abbiano già pensato…

  68. quatermass

    eventuali: notato il particolare dell’imbottitura? ma quanto a sicurezza… troppi cavi sotto al culo

  69. Marcellus

    Dalla foto si evince… cacata continua scrivendo stronzate… sembra l’eden perduto… se non ci fosse quella maledetta legge 626… non si può nemmeno morire cacando fulminati! Già, ma tanto i controlli li dovrebbe fare l’Asl! E codesta credo sia proprio la postazione del responsabile dei controlli… altro che chiudere un occhio, in questo caso si chiudono due chiappe!

  70. teate

    azz, incredibile, telepatia… ti ho scritto un’email… 😉

  71. mietitore

    Eccellente. Per affinità di argomenti, posso pubblicare integralmente il tuo post sul mio BLOF?

  72. utente anonimo

    …forse non hanno mai messo il pc nel wc perchè troppe attività manuali contemporaneamente potrebbero inzzozzare i tasti…e non è molto carino.
    ecco! ci sono!pc nel wc con pellicola usa e getta sulla tastiera!!!
    io in bagno leggo le bustine di minerva di eco… 😉 ciao a tutti i cultori dell’essenziale!

  73. utente anonimo

    immaginate tutti i bagni pubblici, quelli negli autogrill, per intenderci, con l’accesso free ad internet 24 ore su 24?ogni water il suo piccì!!! questa si che è civiltà!hi-hi-hi!!!

  74. utente anonimo

    Da ora vedrò la merda con occhi diversi

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