L'ansia del non più giovane blogger
Teatro. Siedo nella penombra, nel mio camerino, sto pensando ai fatti miei. Entra di furia la mia marionetta, il signor Direttore Marketing.
– Forza, sei ancora qui? Dobbiamo andare in scena!!!
– Ma che scena, ma che dici?
– Avanti andiamo… Tutto ti devo insegnare!
Mi trascina fuori.
Brusio. Saliamo sul palcoscenico. Tutti i fari puntati addosso.
Improvvisamente, il silenzio tombale.
30 secondi di silenzio.
(lui, sottovoce) – Su, di’ qualcosa, faccio da spalla, vai..
(balbetto) – E cosa ti dico?
(lui parla piano) – Non lo so cazzo, di’ qualcosa! Facciamo uno dei soliti numeri. Fammi ridere.
– Ma non mi viene niente, così, a comando.
– Inventati qualcosa, che ne so, fai le boccacce, di una spiritosaggine qualsiasi, racconta una barzelletta, cazzo!
– Non le so le barzellette, anzi le ho sempre odiate.
– Ho effettuato alcune forecast: da questo momento il numero dei visitatori dovrebbe scendere. Ma possiamo recuperare, mi farò venire in mente qualcosa. Ho preparato alcune slide powerpoint con i flussi di accessi unici di maggio e giugno, guarda il grafico dei referrals provenienti dai blog di virgilio…
– Senti basta, davvero basta con questa storia dell’audience! B-a-s-t-a! Non la voglio piu’ l’audience. Voglio persone, gente vera. Ho scoperto solo adesso che la gente che legge è vera, non sono cifre, sono persone. Esistono. Sai quanti mi hanno scritto ieri?
– Ma taci, tu sei fuori di testa, parla piano non vedi che ci stanno ascoltando tutti? Allora, con calma, dobbiamo studiare strategy. Dobbiamo essere pronti al primo commento che dirà “non fa’ piu’ ridere, ha perso la verve…”. E poi c’è questo troll anonimo che ci perseguita, come possiamo firewallarlo?
– Ma chissenefotte!
– Ok, ok, non ti incazzare. Allora dimmi tu. Cosa dobbiamo fare?
– Nulla. Non dobbiamo fare nulla. Non siamo in televisione. Questo è un blog personale, un diario dove appuntare storie, fantasie, ricordi, impressioni. Ogni volta che avrò voglia di scriverle lo farò. E basta con questa cosa del piacere a tutti i costi. Non siamo qui per l’audience, pezzo di cretino. Siamo qui solo per interagire usando il mezzo, per leggere e per scrivere scemenze. Non le leggera’ piu’ nessuno? Leggeranno in 4 o 5? Pazienza! Alla peggio miei pezzi me li leggerò io, tra 10 anni, per ricordare cosa pensavo.
– Ma… allora io che ci faccio qui?
– Nulla. Tu sei un pupazzo. Ti tiro fuori dal baule quando ne ho voglia. Sei tu che non esisti, mica io.
Bisax
primo!!!!!!
Bisax
bentornato/a/i
utente anonimo
SEI GRANDE X§! Vai così!
utente anonimo
aspetta un attimo ma qua si può inserire in html direttamente?
provaprova prova spero di non aver fatto troppo casino… chiedo perdonoutente anonimo
mi stavo preoccupando,. cosi’ si spiega il perche’ mi stavi simpatica, sei un uomo. (fiuu)
onan
Nan, se sei tu che hai messo quel javascript sei pregato di toglierlo, grazie.
utente anonimo
Bentornato X§! Evvai!!
(ma l’hai scoperto solo ieri che il tuo blog è frequentato da *persone*, furbone?? 🙂
Kit
janex
Questo è il post + bello che hai fatto da quando ti leggo… 😉
utente anonimo
molto rumore per nulla:? cmq si va avanti, no?
onan
Posso chiamarti Alessia?
Effe
Mah, non so, questa cosa del Direttore che non esiste.. mmmh… mi convince poco….
Non potrebbe scrivere anche lui un post tipo “Mi sono laureato al Cepu”?
utente anonimo
ma che poverino, a PALATE in testa, quel direttore marghetin dei miei stivali!!! (come ‘zzo si toglie quel mio commento col js? e perchè splinder mi permette di inserire qualsiasi cosa nei commenti, compresi i js?)
utente anonimo
perfetto. da oggi devo immaginarti con due tette enormi.
cameriere, sei white russian, per cortesia…
Dulcinea
🙂
Fiottolino
Secondo me fai bene. Pensa che la necessità di fare audience a tutti i costi la chiamavo la “sindrome da personalità confusa”. E adesso posso dirlo: A me Alessia stava anche un po’ antipatica. Viva il confuso.
utente anonimo
Splendido!
gilgamesh
Ma ce l’hai fatta a leggere tutte le mail che ti sono arrivate? Comunque, vedi, hai scoperto di avere tanti amici virtuali e *persone* che ti apprezzano “just the way you are”.

Il che non è poco.
Infine, come commento ai tuoi messaggi da Selvaggia (però se il suo cellulare non ce l’hai più che m’hai chiesto a fare se mi interssava, dopo averci giurato su? 😛 Meno male che ho eroicamente declinato la cortese offerta, eheheh) ti lascio quest’emblematica immagine pescata dal dott. Spiritum in un sito francese.
Baci,
Gilgamesh
utente anonimo
Gente vera, ma in fondo cosa conosci di questa gente? A volte mi sembra che la voglia di contatto sia talmente forte da prevaricare le reali identità fino a renderle ingiustamente ininfluenti. Un esempio? Per assurdo, solo chi ti conosce veramente può sapere che sei un uomo e non una donna che adesso finge di essere un uomo. Sarò all’antica ma mi ostino a credere che la nostra identità sessuale influenzi il nostro modo di vivere, e non credo di aver scoperto proprio nulla.
utente anonimo
era già trascorsa mezza mattinata e tu non avevi ancora postato alcunchè…UN ATTENTATO AL MIO EQUILIBRIO PSICHICO! X§! CHE BELLO RIAVERTI QUI! psicolabilmente tua
utente anonimo
Sei un grande. Complimenti
alincielo
Oggi ho scoperto il tuo blog e grazie a te risparmierò un sacco di €! Infatti quest’estate non comprerò nemmeno un libro, e il bel bibliotecario del centro storico non mi vedrà nemmeno una volta (beh, però, ripensandoci, magari un salutino glielo farò). D’ora in poi leggerò sempre il tuo blog! ^_^
utente anonimo
Ecco ora si che inizia il vero viaggio pirandelliano, come in 6 personaggi in cerca d’autore.
I 6 personaggi sono veri, anche se in realtà sono una narrazione, ma loro si sentono veri, ma sono insodisfatti ed hanno bisogno di un autore che sappia identificarli e far muovere bene il tutto sul palcoscenico guidando i loro gesti e le loro parole.
Ahhhhhhhhhh adoro gli introiettamenti mentali si nota? 🙂 Buon viaggio, questo post che ti regali da solo è un biglietto di sola andata verso le mille facce di te stesso. Uno, nessuno o centomila? In realtà si è solo te stessi, anche quando non sembra. Alessia daje sotto!!!
onan
NaN, il tuo post lo può togliere solo PC, e spero lo faccia preso perchè questi js mi stanno proprio sui kabbasisi. Il perchè Splinder lo consenta non lo so, ma adesso telefono al Sig. Giovanni Splinder e gli chiedo di impedirlo…
Nicobalda
LA TRAGEDIA D’UN PERSONAGGIO – di L. Pirandello
È mia vecchia abitudine dare udienza, ogni domenica mattina, ai personaggi delle mie future novelle.
Cinque ore, dalle otto alle tredici.
M’accade quasi sempre di trovarmi in cattiva compagnia.
Non so perché, di solito accorre a queste mie udienze la gente più scontenta del mondo, o afflitta da strani mali, o ingarbugliata in speciosissimi casi, con la quale è veramente una pena trattare.
Io ascolto tutti con sopportazione; li interrogo con buona grazia; prendo nota de’ nomi e delle condizioni di ciascuno; tengo conto de’ loro sentimenti e delle loro aspirazioni. Ma bisogna anche aggiungere che per mia disgrazia non sono di facile contentatura. Sopportazione, buona grazia, sì; ma esser gabbato non mi piace. E voglio penetrare in fondo al loro animo con lunga e sottile indagine.
Ora avviene che a certe mie domande più d’uno aombri e s’impunti e recalcitri furiosamente, perché forse gli sembra ch’io provi gusto a scomporlo dalla serietà con cui mi s’è presentato.
Con pazienza, con buona grazia m’ingegno di far vedere e toccar con mano, che la mia domanda non è superflua, perché si fa presto a volerci in un modo o in un altro; tutto sta poi se possiamo essere quali ci vogliamo. Ove quel potere manchi, per forza questa volontà deve apparire ridicola e vana.
Non se ne vogliono persuadere.
E allora io, che in fondo sono di buon cuore, li compatisco. Ma è mai possibile il compatimento di certe sventure, se non a patto che se ne rida?
(continua)
Nicobalda
Quest’ultima domenica sono entrato nello scrittojo, per l’udienza, un po’ più tardi del solito.
Un lungo romanzo inviatomi in dono, e che aspettava da più d’un mese d’esser letto, mi tenne sveglio fino alle tre del mattino per le tante considerazioni che mi suggerì un personaggio di esso, l’unico vivo tra molte ombre vane.
Rappresentava un pover uomo, un certo dottor Fileno, che credeva d’aver trovato il più efficace rimedio a ogni sorta di mali, una ricetta infallibile per consolar se stesso e tutti gli uomini d’ogni pubblica o privata calamità.
Veramente, più che rimedio o ricetta, era un metodo, questo del dottor Fileno, che consisteva nel leggere da mane a sera libri di storia e nel veder nella storia anche il presente, cioè come già lontanissimo nel tempo e impostato negli archivii del passato.
Con questo metodo s’era liberato d’ogni pena e d’ogni fastidio, e aveva trovato – senza bisogno di morire – la pace: una pace austera e serena, soffusa di quella certa mestizia senza rimpianto, che serberebbero ancora i cimiteri su la faccia della terra, anche quando tutti gli uomini vi fossero morti.
(segue)
Nicobalda
La tragedia di un personaggio (continua)
Non si sognava neppure, il dottor Fileno, di trarre dal passato ammaestramenti per il presente.
Sapeva che sarebbe stato tempo perduto, e da sciocchi; perché la storia è composizione ideale d’elementi raccolti secondo la natura, le antipatie, le simpatie, le aspirazioni, le opinioni degli storici, e che non è dunque possibile far servire questa composizione ideale alla vita che si muove con tutti i suoi elementi ancora scomposti e sparpagliati. E nemmeno si sognava di trarre dal presente norme o previsioni per l’avvenire; anzi faceva proprio il contrario: si poneva idealmente nell’avvenire per guardare il presente, e lo vedeva come passato.
Gli era morta, per esempio, da pochi giorni una figliuola. Un amico era andato a trovarlo per condolersi con lui della sciagura. Ebbene, lo aveva trovato già così consolato, come se quella figliuola gli fosse morta da più che cent’anni.
La sua sciagura, ancor calda calda, l’aveva senz’altro allontanata nel tempo, respinta e composta nel passato. Ma bisognava vedere da quale altezza e con quanta dignità ne parlava!
In somma, di quel suo metodo il dottor Fileno s’era fatto come un cannocchiale rivoltato. Lo apriva, ma non per mettersi a guardare verso l’avvenire, dove sapeva che non avrebbe veduto niente; persuadeva l’anima a esser contenta di mettersi a guardare dalla lente più grande, attraverso la piccola, appuntata al presente, per modo che tutte le cose subito le apparissero piccole e lontane. E attendeva da varii anni a comporre un libro, che avrebbe fatto epoca certamente: La filosofia del lontano.
(segue)
Nicobalda
La tragedia di un personaggio (segue)
Durante la lettura del romanzo m’era apparso manifesto che l’autore, tutto inteso ad annodare artificiosamente una delle trame più solite, non aveva saputo assumere intera coscienza di questo personaggio, il quale, contenendo in sé, esso solo, il germe d’una vera e propria creazione, era riuscito a un certo punto a prender la mano all’autore e a stagliarsi per un lungo tratto con vigoroso rilievo su i comunissimi casi narrati e rappresentati; poi, all’improvviso, sformato e immiserito, s’era lasciato piegare e adattare alle esigenze d’una falsa e sciocca soluzione.
Ero rimasto a lungo, nel silenzio della notte, con l’immagine di questo personaggio davanti agli occhi, a fantasticare. Peccato! C’era tanta materia in esso, da trarne fuori un capolavoro! Se l’autore non lo avesse così indegnamente misconosciuto e trascurato, se avesse fatto di lui il centro della narrazione, anche tutti quegli elementi artificiosi di cui s’era valso, si sarebbero forse trasformati, sarebbero diventati subito vivi anch’essi. E una gran pena e un gran dispetto s’erano impadroniti di me per quella vita miseramente mancata.
Ebbene, quella mattina, entrando tardi nello scrittojo, vi trovai un insolito scompiglio, perché quel dottor Fileno s’era già cacciato in mezzo ai miei personaggi aspettanti, i quali, adirati e indispettiti, gli erano saltati addosso e cercavano di cacciarlo via, di strapparlo indietro.
– Ohé! – gridai. – Signori miei, che modo è codesto? Dottor Fileno, io ho già sprecato con lei troppo tempo. Che vuole da me? Lei non m’appartiene. Mi lasci attendere in pace adesso a’ miei personaggi, e se ne vada.
(continua)
Nicobalda
La tragedia di un personaggio (continua)
Una così intensa e disperata angoscia si dipinse sul volto del dottor Fileno, che subito tutti quegli altri (i miei personaggi che ancora stavano a trattenerlo) impallidirono mortificati e si ritrassero.
– Non mi scacci, per carità, non mi scacci! Mi accordi cinque soli minuti d’udienza, con sopportazione di questi signori, e si lasci persuadere, per carità!
Perplesso e pur compreso di pietà, gli domandai: – Ma persuadere di che? Sono persuasissimo che lei, caro dottore, meritava di capitare in migliori mani. Ma che cosa vuole ch’io le faccia? Mi sono doluto già molto della sua sorte; ora basta.
(segue)
Nicobalda
vabbè, insomma, se volete sapere il seguito -mi sono scocciato di postare tutta la novella – andatevela a leggere.
Troppo bello quello che è successo da queste parti.
Vivi, adesso.
utente anonimo
questo post e` dolcissimo.
malaverba
Dai, dai! Dopo le bamboline con le fattezze delle Spice Girl, facciamo il pupazzo Personalità Confusa (mezzo Barbie e mezzo Ken), che deve combattere contro il cattivissimo pupazzo a forma di orco che si chiama Dr. Mrk!
stranipensieri
ironia, profondità, colpi di scena, battute.
Leggo i blog da poco: quanti ne devo leggere per recuperare tutte le cose belle che mi son sfuggite??
stranipensieri
gilgamesh
Vorrei far notare, per chi se lo fosse perso, che il pinguino di GNUeconomy, oltre a continuare ad indossare MagliettaKonfusa ha un cartello con la scritta “Sorpresa!”.
Non male :o)
Baci,
Gilgamesh
utente anonimo
io non ho capito una cosa… perkè tutto questo clamore???
capisco se Selvaggia domani pubblica un post con scritto che LEI è un uomo … ma così: “chissene”!? 8D
byez
Akiro
alessiaonline
hai rovinato tutto, quello era il prossimo scoop.
utente anonimo
Tutto già visto e rivisto. Quante anime in stand-by!
utente anonimo
A tutti i blogger: ragazzi, ve lo chiedo per favore, da temi una mano, più siamo e meglio è. Mi rivolgo in particolare a te “Alessia” (ma a tutti): leggi il mio appello sul mio blog.
Grazie per l’attenzione,
sinistro
utente anonimo
http://danielaamenta.splinder.it/ ecco un blog veramente creativo.
thedrjazz
aiuto aiuto qua si rischia di affogare pant pant… Evviva i pupazzi!
utente anonimo
La prima volta che sono entrato qui, due settimane fa ho letto una decina di post e ho detto a me stesso: “Questo qui sa scrivere” . Poi mi e’ capitato di vedere che l’autrice era una certa alessia. A me pero’ pareva proprio un uomo, niente da fare. Pensavo:”questo mi pare un uomo, anzi , direi che lo e’, ma vabbe’ ,capita. E poi e’ uno che sa scrivere, quindi.”
Adesso direte: see… senti questo qui che se la tira con l’io l’avevo detto/pensato ma non l’ho scritto!
Evvabbe’, pero’ che c’entra, mica e’ importante.
Uno che sa scrivere puo’ essere chi vuole , puo’ scrivere un romanzo in prima persona raccontando di una vecchietta 95enne ninfomane. Che c’e’ di male?
La scrittura e’ bella per questo. Alessia/Alessio non ha detto bugie, ha solo interpretato la protagonista del romanzo della sua vita. Un romanzo autobiografico mica deve essere fedele alla realta’ al 100% , anzi. Se lo e’ diventa banale e noioso. Meglio metterci fantasia e novita’, tipo un cambiamento di sesso. Non ci trovo nulla di male.
Questo blog e’ di per se’ una buona opera di letteratura. E’ roba di qualita’ ed io ogni tanto ci torno volentieri.
coniglione
***************Le tette sono il motore che muove internet.
utente anonimo
Caro x§ e cari blogger, insisto ancora perchè voi leggiate l’appello sul mio blog, che è già stato rilanciato da Wittgenstein, Camillo, The GNUeconomy e Pino Scaccia.. Più siamo e meglio è. Non costa nulla parlarne, ma costa parecchio non parlarne.
adeletta
non li sopporto più questi che dicono: certo, si vedeva che era una scrittura da uomo. Mi spiegate, per favore, che cazzo di scrittura è (e scusate se ho detto per favore) una scrittura da uomo????? C’era troppa ironia, si vedeva che c’era la mano di un uomo….si vedeva da che? Questo blog è scritto da una persona intelligente, che qualunque cosa scriva da qualunque parte (per arrivare qui ho trovato, a suo tempo, personalità confusa sul blog di zop, in un post su gnueconomy, nel primo risultato di google etc etc…) ti piace leggerla, perchè TI PIACE leggerla. E adesso vengono a dirmi che mi piaceva leggerla perchè era scritta da un uomo. cazzo non mi sta bene. (non che sia un uomo, aggiungo questa ovvietà per quelli che non sanno leggere)
utente anonimo
Al contrario credo invece che fosse convincente come ragazza, non è un caso se lo abbiamo creduto fino all’altro ieri. Ce la immaginavamo mentre sul divano si incazzava col cane parlante della TIM o mentre cercava di chiedere indicazioni a una vecchietta dal finestrino mentre il padre si perdeva per le strade di Milano.
Adesso invece ci dobbiamo immaginare un ragazzo che si mangia qualche braciola con Selvaggia Lucarelli. E` proprio una strana sensazione, non credete?
adeletta
psst…perchè, sinistro, tu pensi che tra Lui e Selvaggia ci potrebbe essere…c’è gia?…ah, cosa darei per avere tra le mie mani il loro carteggio privato via email!
adeletta
bene. provengo adesso dalla lettura di quella torre di babele di commenti nel post precedente, e vedo con soddisfazione che due.splinder.it dice, con tono più pacato, la stessa cosa che andavo dicendo io. Ecchecazzo l’ironia non si compra in un supermercato dove servono solo uomini!
utente anonimo
Eppure c’è differenza se a scrivere è un uomo piuttosto che una donna. C’è sempre stata, e sempre ci sarà: ed è giusto che sia così! Virginia Woolf non avrebbe potuto scrivere Mrs Dalloway o To the lighthouse se non avesse avuto una sensibilità femminile. Certo, uno scrittore uomo può essere senz’altro capace (tecnicamente intendo) di calarsi nei panni di un personaggio femminile, ma in questo caso, in considerazione delle storie raccontate, ritengo che quella di x§ sia una personalità intrisa di sensibilità femminile.
adeletta
concordo sulla sensibilità, sulla scrittura femminile. ciò impedisce ad una donna di imprimere ad un blog l’ironia, la “marcia in più” che ha un blog come questo?
in alcuni commenti mi è parso di leggere questa sensazione
utente anonimo
Certo Adeletta, su questo hai perfettamente ragione.
utente anonimo
i commenti di questo post andrebbero sommati a quelli del post precedente, visto che si continua a parlare del sesso dei bloggers. siamo dunque a 332 commenti sull’argomento. Bingo PC!
utente anonimo
A me francamente l’affermazione secondo cui soltanto un uomo sarebbe capace di scrivere con stile ironico mi suona come una sottile discriminazione nei confronti della donna, quasi a voler dire che una donna non è all’altezza di farlo, e nella fattispecie sarebbe dunque inferiore.
Vogliamo tornare ancora, nel 2003, alle antiche discussioni sulla parità dei sessi? Pensavo che tali questioni fossero ormai superate.
Due nomi per tutti: come sul fronte maschile si può citare Daniele Luttazzi, su quello femminile non è da meno quanto a bravura ed ironia Luciana Littizzetto.
utente anonimo
Bè, single…ora hai messo il dito nella piaga: Luciana Littizzetto propone una comicità becera, mentre Luttazzi è ben altra cosa! Se intendevi sposare la causa della parità dei sessi, avresti dovuto proporre un altro esempio.
utente anonimo
Per l’Anonimo qui sotto – Io li ritengo entrambi bravi, e comunque se vogliamo parlare di becero non mi pare che Luttazzi sia da meno, ad esempio quando fa il gesto di mangiare la merda non esprime certo “finesse”. Comunque, al di là delle facili battute che tutti facciamo quando vogliamo prendere in giro l’altro sesso, ma sapendo di scherzare, intendevo dire che quando si parla seriamente ritengo superate le contrapposizioni uomo/donna su alcuni temi (ad esempio, intelligenza, ironia, ecc.).
Se uomo/una è bravo/a, ironico/a, intelligente, ecc., lo è in quanto PERSONA, non in virtù del genere (uomo o donna), ed a prescindere dalle tendenze sessuali (etero o gay o bisex); così come esistono i mediocri in entrambe le categorie. Nel caso di AlessiA/O, che magari nella vita reale si chiama Gennaro, scrive bene quanto a forma e contenuti indipendentemente dalla sua identità e dai suoi gusti sessuali; è bravo e basta. Che poi ciò che scrive può assumere una valenza diversa trattandosi di un uomo, questo è un altro discorso. Ad esempio, riferendomi ad alcuni suoi post di giorni fa, quando ha parlato dell’uscita notturna per trovare le sigarette, oppure del fatto che aveva i piatti sporchi accumulati nel lavandino, ho pensato: nel 1^ caso, ma ‘sta donna è proprio pazza ad avventurarsi da sola di notte; nel 2^ caso, è una donna atipica, perché di solito una donna i piatti sporchi li lava man mano. Ora che so che è un uomo, tutto rientra nella normalità, specie nel 2^ caso. 🙂
utente anonimo
Scusate, nel mio commento sotto c’è un errore di battitura:
Se uomo/una è bravo/a, ironico/a…
deve intendersi;
Se UNO/UNA è…
utente anonimo
Ma insomma, questo qui è un gaisss o no? Qui sta il punto.
utente anonimo
Ragazzi, io ci provo per l’ennesima volta: rinnovo il mio appello di solidarietà a quei disgraziati che ora sono stati arrestati e passeranno dei momenti che nessuno di noi vorrebbe mai passare. x§, anche tu come Gianluca Neri, fai uno sforzo :).
adeletta
fatemi capire: allora io che nel post sulle sigarette non ci ho trovato strano che lei fosse uscita (anche perchè non ho pensato a una Milano desolata e underground, ma a un posto in centro in un’ora in cui la gente esce da teatro, poi il finale era così “ad effetto” nella logica del paradosso da far scomparire qualsiasi allusione ad una realtà circostante) e sono una che lascia i piatti nel lavandino – nemmeno in ordine, piuttosto sparsi sulla cucina (ma ho un marito che invece li lava, per fortuna) cosa mi devo considerare? ancora andiamo dietro a quattro stereotipi, vedo…
utente anonimo
X Adeletta – Stereotipi? Mah, beata te che vivi in un’isola felice, dove di notte cammini da sola come se niente fosse! A parte il fatto che i miei erano solo due esempi che ho richiamato per delle riflessioni che mi erano scaturite, e che francamente non mi pareva valesse la pena commentare perché l’argomento principale non sono le sigarette e i piatti sporchi bensì la sottile discriminazione emersa tra uomini e donne ironici o meno, se non sbaglio AlessiO non vive a Milano, dove magari fai un salto in centro, come dici tu, e trovi gente, ma nell’hinterland milanese, il che è ben diverso, perché in questi luoghi dopo certe ore non è che puoi passeggiare tranquillamente, in giro c’è solo un “certo tipo” di gente.
Come a Roma, del resto, dove io vivo. Prova tu, donna sola, ad andare di sera in certi quartieri dell’estrema periferia, poi vediamo che succede.
Riguardo ai piatti, appunto perché hai un marito che te li lava non ti preoccupi, ma se tu vivessi da sola, come mi pare di capire di AlessiO, non so se li lasceresti sparsi per giorni e giorni, specie quando fa caldo, dopo poco ci sarebbero i vermi. Intendevo dire – e con questo direi di chiudere l’argomento pulizie domestiche perché non pertinente al tema principale – che, DI SOLITO (con le dovute eccezioni), una donna che vive sola rispetto ad un uomo che vive solo è mediamente più attenta all’aspetto pulizie (e parlo per esperienza personale sia diretta che di amici che vivono da single).
adeletta
x Single: volevo solo dire che si può non avere voglia di lavare i piatti sia che tu sia un uomo sia che tu sia una donna, che ci suono uomini ordinati e donne incasinatissime. conosco l’hinterland milanese e ho vissuto quasi tutta la mia vita a Napoli (!) ma hai ragione, da un po’ vivo in un’isola felice sotto questo punto di vista. a prescindere dagli esempi, nella sostanza io concordo con te (come si evince dai commenti) buona domenica 🙂
utente anonimo
Ciao Alessia. Non capisco tutto questo imbarazzo, quale è il problema? Hai promesso di darla a qualcuno che poi si è trovato col “pacco”? Non credo, o se anche fosse saranno affari tuoi. Io continuerei a firmarmi Alessia, non farlo sarebbe come se Tex si firmasse Samantha. E se Tex e Kit Carson …
UtoUghi
laura756
Scrivi per te stesso …tanto che piaci lo sai già…maschio o femmina, che importa?
utente anonimo
……… 🙂
utente anonimo
Alessia..alessio..o come diavolo ti chiami.
Sei un (una?) B-U-F-F-O-N-E-! (O-N-A-!)
atletico
ma li leggeri tutti sti commenti????? vai sei forte…cambia username in alessio e vai avanti…. se ti va… anche un paio di messaggi a settimana… non essere schiavo di un blog…. la vita reale è un altra cosa…
utente anonimo
Bè, bè, quand’è che ricominci a raccontare le cose “che a noi ci piacciono tanto”? Quand’è che ci commenti il nuovo episodio delle avventure di Miss Tim e del cane parlante (che si è pure duplicato)? Attendo fiducioso…
alessiaonline
dai, pero’ basta tim, inventiamoci cose nuove.
utente anonimo
Egr. Dr. X§, resto in fiduciosa e fremente attesa di novelli parti della sua fervida e virile fantasia.
spad
tanta tanta tanta stima.. (e per me rimani sempre alessia.. eheh..)
Anonimo
Che Kozo vuoi ?