Le dirimpettaie
Come se non bastasse, questa città buia mi pesa addosso come se ce l’avessi tutta sulla schiena. Sono settimane che Milano non vede il sole. Il diluvio universale è iniziato qui, i fiumi hanno invaso le strade: da qualche giorno la via Feltre – da cui devo passare ogni mattina esclusi festivi – la via Feltre è ora un immissario del Lambro. Giove Pluvio la odia, Milano. E ha ragione.
Direi che stamattina sono al culmine della decadenza interiore. Aggiungici che da lunedì in ufficio non sto facendo una fava, passo le ore a navigare e scaricare mp3 con la potenza di una LAN aziendale, altro che il mio pigro modem a casa. E poi c’è ‘sto blog che mi ruba tempo pure lui. Un giorno o l’altro lo ammazzo. In sintesi, oggi non sto producendo alcunchè. Zero zerello. Se ti scoprono qui ti mandano a casa, te lo dico io, e poi voglio vedere come la paghi la bolletta dell’enel. E l’affitto. E la spesa all’esselunga.
In quanto a indolenza i miei colleghi non sono da meno. Ad esempio, la mia dirimpettaia ha trascorso gli ultimi sette giorni a mandare sms ai suoi pretendenti (poveretti, riceveranno 20 messaggi al giorno solo da lei) e a ragguagliarmi sull’andamento della sua vita sentimentale con la puntualità di un radiocronista di Tutto il Calcio Minuto per Minuto. Non riesce a capire che l’argomento è noioso, specie se replicato otto ore al dì. Ma la mia dirimpettaia è una ruffiana adorata dai capi, e non solo non verrà mai licenziata ma non le verranno nemmeno inflitte le crudeli pene corporali che meriterebbe.
Esempio di conversazione tra 2 colleghe, D è la Dirimpettaia, C una collega di passaggio. Stenografia live in questo momento…
C – E allora come è andata ieri sera?
D – Mah, così, siamo stati al Volo (un locale di Milano, molto in voga, credo, ndr)
C – E poi?
D – E poi sono andata a casa.
C – Ma da sola?
D (distratta, sta scrivendo sms sul cellulare aziendale) – Eh?
C – Da sola sei andata a casa?
D – No. Mi hanno accompagnato. (pausa)
C (guardandosi le gambe) – Mi sento grassa.
D – Per il capodanno è un casino. Adesso i miei amici non hanno ancora prenotato. Due palle.
C – Ma dove andate?
D – Boh, che ne so? In montagna. Stanno chiamando da secoli ma niente. Che palle però. O si decide o niente. Stanotte ho dormito di un male. Ho anche litigato con Dani, è di malumore, tiggiuro.
C – Ah sì?
D – Sì. Che palle. Mi sta stressando comunque. Tu dove vai stasera? Io ho il bancomat che non funziona e volevo andare a far shopping. Devo comprare il regali ad Enrica. Che palle.
utente anonimo
nessun commento a questo post…secondo me è il più bello che tu abbia mai scritto. il dialogo è troppo realistico. (questo commento non lo vedrai mai. ma per soddisfazione personale te lo scrivo lo stesso. nei commenti dei tuoi ultimi post c’è talmente tanto casino…)
muskrat
geniale!!!!!!!!!!!!
Druso
Qui comincia a nascere la futura star
utente anonimo
piccolo genio dell’orazione e della perversione mentale O_O! non star a perder tempo leggendo il mio blog ma leggitti piuttosto DOUGLAS ADAMS. ti assicuro che sono una serie di libri che fa per te.
utente anonimo
la tua dirimpettaia sembra la mia compagna d’università…CHE PALLE…
PazzoMaterazzi
ma va….
utente anonimo
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